L'impostore


Genere: Thriller


Scritto da: Martin Griffin


4 Gennaio 2023


Remie Yorke sta svolgendo il suo ultimo turno al Mackinnon Hotel prima della chiusura invernale, quando si scatena la tempesta Ezra che taglia ogni collegamento col mondo esterno. Mentre le temperature precipitano e le linee telefoniche si interrompono, un uomo ferito chiede rifugio. Si tratta dell’agente Don Gaines, rimasto coinvolto in un terribile incidente. L’unico altro sopravvissuto? Il detenuto che la sua squadra stava trasportando. Ma poco dopo arriva un secondo sconosciuto: anche lui è ferito e anche lui dichiara di essere Don Gaines. Qualcuno sta mentendo e Remie, senza alcuna via di fuga, dovrà scoprire chi dei due prima che sia troppo tardi. Perché se non la ucciderà il freddo, lo farà uno di loro...

Salve Confine,
Oggi, grazie a Giunti che mi ha inviato una copia, vi parlo dell’esordio nel thriller poliziesco di Martin Griffin col romanzo “L’Impostore”, uscito lo scorso gennaio.

Remie Yorke si appresta a coprire il suo ultimo turno presso l’hotel Mackinnon, dove lavora da quasi due anni, poi chiuderà le sue valigie e partirà per Santiago del Cile a godersi un po’ di sole dopo il clima rigido della Scozia.
Remie, in realtà, è laureata in psicologia e stava avviando una buona carriera in questo campo prima che il fratello si facesse arrestare per l’ennesima volta. È per stare vicina a lui che lascia tutto e trova lavoro in questo hotel tra le montagne, proprio vicino al carcere dove è rinchiuso. Ma il fratello è ormai morto da qualche mese in una rissa all’interno della prigione e a lei non resta che riprendere in mano la sua vita.
È una notte di freddo e tempesta di neve, l’hotel è ormai vuoto, fatta eccezione per due clienti. Anche il personale è andato via per la chiusura di stagione.
Remie è confusa quando qualcuno suona al cancello, non può ospitare nuovi clienti e poi chi si metterebbe in strada tra le montagne con quella bufera di neve?
Al cancello c’è Don Gaines, un poliziotto del carcere vicino che, ferito e sanguinante, chiede rifugio.
Lui e la sua squadra stavano trasferendo un pericoloso prigioniero in un altro carcere quando hanno avuto un incidente a causa del cattivo tempo. Si è risvegliato ferito e solo, i colleghi negli altri veicoli scomparsi alla vista, il prigioniero non era più ammanettato al convoglio che lo trasportava. Bisogna stare attenti, potrebbe essere ovunque, forse sarebbe arrivato anche lui in quell’albergo, per nascondersi.
Subito scattano le misure di contenimento, porte e finestre vengono serrate, le luci spente, il cliente mandato nella sua stanza mentre l’altra cliente non si trova da nessuna parte.
Il poliziotto cerca di contattare la sua squadra via radio, la bufera ha tagliato tutte le vie di comunicazione, all’ultimo piano forse riesce a prendere il segnale.
Ed è proprio mentre quest’ultimo gira vicino al tetto dell’edificio che al cancello suonano un’altra volta.
Remie ha paura, ma la persona dall’altra parte, con autorità nella voce sofferente per le ferite, chiede di entrare, anche lui è un poliziotto, anche lui è Don Gaines!
Remie chiede aiuto al cliente, Jai Parik, che nel frattempo è entrato nel pieno dell’azione. Cosa sta succedendo?
Chi è il vero poliziotto? E perché uno dei due dice una bugia sulla sua identità?
C’è solo una ragione: uno dei due è il criminale scappato, ma come fare a capire chi è? Di chi devono fidarsi?

Sono molto amante dei thriller. Tra le sottocategorie, quello poliziesco è quello che mi piace meno ma, a volte, molto di rado, alcuni riescono a prendermi in maniera totale e questa volta è una di quelle.
“L’Impostore” è stata una lettura avvincente e mozzafiato, se non altro perché il fiato te lo toglie con tutta l’ansia che mette addosso!
La storia è ben scritta e congegnata. Gli intrecci e i collegamenti sono intricati e solidi, anche i colpi di scena sono perfetti e inseriti al punto giusto.
Lo stile dell’autore mi è piaciuto tanto, è diretto e le sue descrizioni sono di impatto.
Il romanzo è raccontato dal punto di vista di Remie, una giovane donna spezzata dal dolore della perdita del fratello e, ancora prima, dai tentativi inutili di portarlo sulla retta via mentre si perdeva tra la criminalità delle piccole gang fino ad arrivare a giocare un ruolo importante nell’organizzazione criminale di Troy Foley, che è il prigioniero in fuga.
La sua ultima notte di lavoro è l’ultimo legame con una vita che ha vissuto in funzione di lui, adesso è il momento di ricominciare da capo, da sola e in un altro luogo.
Quello che le capita quella notte è sicuramente tragico, ma forse anche un’occasione per riscattare il fratello, e il coraggio e la resilienza non le mancano.
Però Remie è come tutti gli altri dentro quell’albergo, un personaggio che combatte per la sua salvezza e che nasconde verità, che mente per qualche motivo.
Jai non è sincero con Remie, lei stessa lo capisce sin dall’inizio, ma non può recriminargli nulla quando lei stessa non lo è.
Il criminale, Troy Foley, chiunque esso sia, mente fingendosi il poliziotto Dan Gaines e lo fa così bene che il lettore continua a puntare il dito ora sul primo Dan ora sul secondo, in un continuo match di ping pong senza fine.
Anche i personaggi secondari del romanzo mentono, nascondono, solo il vero poliziotto è chi dice di essere e, per triste ironia, non è creduto.

L’autore è stato davvero molto bravo, col suo romanzo porta il lettore ora da una parte, ora dall’altra, fino alla fine, che non è per nulla scontata e che sarà di sicuro una sorpresa.
Certo non sono mancate le scene alla “Mission: Impossible”, la protagonista è sin troppo tosta per essere una persona comune, ma è qualcosa su cui si può sorvolare, si tratta comunque di fiction e tutto è più o meno consentito purché sia coerente col genere.
Quindi sì, se siete amanti del genere, “L’Impostore” è un romanzo che non può mancare nelle vostre librerie, quindi… Buona lettura.

Voto libro - 4











 

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