Hotel Magnifique

 


Genere: Fantasy

Scritto da: Emily J. Taylor

16 maggio 2023

Ma ormai si è rassegnata: non lascerà mai la sporca città portuale di Durc, dove si guadagna a malapena da vivere lavorando alla Conceria Fréllac e si occupa della sorellina Zosa. Tutto cambia però quando arriva il leggendario Hotel Magnifique. Celebre per i suoi stupefacenti incantesimi, l'edificio si sposta per il mondo comparendo in un nuovo luogo allo scoccare di ogni mezzanotte. Quando vengono a sapere che l'hotel sta cercando personale, Jani e Zosa colgono al volo l'occasione e subito vengono rapite da un universo di candelieri scintillanti e magie impossibili. Ma Jani scopre che l'albergo itinerante nasconde pericolosi segreti… Assieme a Bel, portiere dal fascino quasi irritante, e suo unico alleato, Jani cerca di svelare il mistero celato nel cuore dell'hotel per liberare tutto lo staff, compresa Zosa, dal crudele potere del maître. Per riuscirci, dovrà mettere a repentaglio tutto ciò che ama, ma non ha scelta: fallire sarebbe un destino ben peggiore che non tornare mai a casa.


Salve salve!
Mondadori Oscar Vault ha pubblicato un libro che mi aveva incuriosito sin dalla sua uscita in lingua originale.
Si tratta di “Hotel Magnifique” di Emily J. Taylor, che in italiano ha una veste splendida con quelle pagine disegnate e colorate!
Non posso che ringraziare di cuore la casa editrice per avermi omaggiato di una copia cartacea.
Il romanzo viene consigliato a chi ha amato “Caraval” e, udite udite, “Il circo della notte”. Quest’Hotel sarà magnifico come promettono titolo, cover e trama? Scopriamolo!

«Vi saluto, viaggiatori» gridò. Benvenuti all’Hotel Magnifique, dove tutto il mondo è ai vostri piedi!»

Jani ha promesso a sua madre, in punto di morte, di proteggere la sorellina Zosa a tutti i costi.
Nella speranza di trovare un futuro migliore e maggiori possibilità, Jani spende i loro risparmi per spostarsi dalla campagna alla città, ma la realtà che aspetta le due sorelle è inaspettatamente crudele.
Jani è costretta a distruggersi le mani in una conceria per mettere da parte il necessario per poter tornare a casa, ma questo non sembra essere mai abbastanza. Finché un giorno non si presenta un’occasione da sogno: in città arriva il leggendario Hotel Magnifique, un hotel itinerante ricco di magia e di segreti!
L’Hotel è anche la casa dei suminari, persone con poteri particolari che all’esterno sarebbero in pericolo; i loro poteri, se non controllati, causano del male, e l’unico a poterli aiutare è il maître dell’Hotel.
In ogni città in cui si ferma, l’Hotel assume nuovi impiegati, così come invita pochi fortunati a sperimentare la meraviglia dell’Hotel e… dell’Altrove.
Zosa viene assunta come cantante, mentre Jani si intrufolerà nell’Hotel con sotterfugi e minacce.
Una volta all’interno, l’Hotel si dimostrerà essere magnifico come il nome e la reputazione promettono?

“Di solito la magia era rara, pericolosa e da evitare a ogni costo; eppure, in qualche modo, all’interno dell’hotel era l’esatto contrario.”

Quindi, “Hotel Magnifique” mantiene le sue magnifiche promesse?
Per me, purtroppo, no.
“Hotel Magnifique” è uno di quei romanzi con un buon potenziale, che però non viene sfruttato in pieno, anzi viene del tutto sprecato.
Un grande problema è lo sviluppo della trama e la costruzione del world building e dell’atmosfera.
Taylor non ha saputo costruire la giusta suspense intorno all’Hotel e alle sue “meraviglie”. Con luoghi del genere, chi legge ha bisogno di farsi incantare e ammaliare almeno un po’ dalle sue bellezze, in modo da restare ancora più confuso e sconvolto dal cambio di scena.
Taylor invece non ci dà la possibilità di farci incantare dall’Hotel: un momento Jani ci descrive stanze magiche e spettacolari (più o meno, diciamo la verità), che subito viene assalita da dubbi, paure e sfiducia. Non c’è un buon equilibrio tra meraviglia e pericolo; chi legge non ha la possibilità di fantasticare, di immaginarsi in quel luogo, di acquisire un minimo di familiarità affinché la paura e il disagio successivo vengano sentiti in prima persona, anzi è come se ci fossero imposti mentre non eravamo ancora pronti.
Allo stesso modo, la trama è troppo veloce. Si ha la sensazione che le cose accadano off-screen, come se noi fossimo testimoni solamente dei risultati, ma non del processo per arrivarci.
Ci sono dei punti ben precisi nella trama, fondamentali nell’andamento della storia, e il romanzo passa da un punto all’altro senza concentrarsi sullo sviluppo degli elementi che dovrebbero arricchirli, come quelli descritti sopra o i personaggi.
I personaggi sono bidimensionali e si dividono tra buoni e cattivi. Un paio riescono a distinguersi, ma le loro sfaccettature non vengono esaltate.
La protagonista, poi, non aiuta.
Jani non è una brava protagonista (o forse è perfettamente in linea con le protagoniste del suo stesso genere di 10/15 anni fa). Non ragiona, agisce d’impulso causando guai che feriscono e/o mettono in pericolo chi le sta intorno, inoltre non impara mai dai suoi errori e finisce per fare sempre le stesse illogiche cose.
Lavora verso un obiettivo, certo, ma nonostante si ripeta più volte quali sono gli ostacoli sul suo percorso, agisce comunque a caso, imperterrita, mettendo in pericolo chi le sta intorno.
Il primo 60% del romanzo è semplicemente lei che fa guai e quando la scoprono pretende che tutti la debbano aiutare come se le fosse dovuto. Non so come non abbiano creato una coalizione per liberarsi di lei.
Dal 60% in poi la situazione diventa un po’ più movimentata e interessante, ma dopo un 10% circa si ritorna al punto di partenza: Jani che fa cose in modo caotico e tutti che la seguono come se fosse il messia.
Qui mi si potrebbe muovere una critica, ma per spiegarmi meglio dovrei fare un “grande” spoiler, quindi facciamo che ve lo lascio a piè di pagina*.

“Pronunciò la parola “mezzanotte” con riverenza: era l’ora in cui l’hotel ripartiva.”

Unico pregio di questo romanzo è la sua scorrevolezza. In fondo si basa per lo più sull’azione, quindi le pagine scorrono veloci. Anche lo stile semplice e senza fronzoli contribuisce a mantenere un ritmo costante.
Che dire, sono arrivata a giugno senza grandi delusioni, doveva pur esserci prima o poi. Mi dispiace che sia stata con una storia che prometteva così tanto.
Baci

Voto libro - 2.5



*Verso metà libro si scopre che Jani è una suminare (ovviamente mi direte) e, per una serie di fattori, è estremamente fortunata. Tipo Felix Felicis fatta persona. Per questo motivo, anche quando si comporta in modo erratico e illogico, alla fine le va sempre tutto bene e non subisce conseguenze (mentre alle persone intorno a lei rovina la vita, ma dettagli). Ora, questa soluzione spiega il fatto che quando fa cose senza senso non le succede nulla, ma per me non giustifica il fatto che lei continui ad agire in modo totalmente stupido e insensibile alle persone che la circondano.












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