Conversations on love. Amanti, sconosciuti, genitori, amici, inizi, fini


Genere: Relazioni di coppia 


Scritto da: Natasha Lunn


4 giugno 2024


."Pensavo di desiderare l'amore, ma mi sbagliavo. Ero ossessionata dall'idea dell'amore, non dalla sua verità. Tutti quegli anni e quelle notti passate a chiedermi: 'Quando troverò l'amore?'. Ma non mi ero mai fermata a riflettere su cosa fosse di preciso." Nel 2017, dopo aver convissuto per anni con la sensazione di non riuscire mai a innamorarsi veramente, Natasha Lunn ha deciso di inaugurare una newsletter – intitolata, appunto, "Conversations on Love" e che ha saputo conquistare fin da subito numerosissimi lettori –, attraverso la quale ha intervistato scrittori, scrittrici, esperti ed esperte di psicologia, psicoterapia e sessuologia per andare a fondo del mistero che riguarda tutte le relazioni umane e dare finalmente una risposta a tre domande fondamentali: come si trova l'amore? Come si mantiene vivo? E come si sopravvive alla sua perdita? Da qui è nata questa raccolta di conversazioni, che scandaglia l'amore in tutte le sue forme, non soltanto in senso romantico. Si parla del rapporto tra genitori e figli, di amicizia, sesso, fede, autostima e ricerca della propria identità, ma anche della perdita di una persona vicina o della scelta consapevole di rimanere soli. Le parole di autrici come Dolly Alderton, sul valore della vulnerabilità, Candice Carty-Williams, sull'importanza e la purezza dell'amicizia, Lisa Taddeo, sul tema del lutto e della solitudine, ci mettono in contatto con la complessità dell'esperienza umana, testimoniata da persone che si raccontano a cuore aperto, senza timore di mostrare la propria fragilità. Una lettura dal potere deflagrante sull'argomento più discusso di sempre, a ricordarci che l'amore non è solo un sentimento, ma è anche una libera scelta, e, come tale, richiede onestà e consapevolezza di sé.


Ciao Lettori,
credo che questo sia l'anno in cui io abbia letto meno in tuta la mia vita da lettrice (e lo dicono le mie personali statistiche). I motivi sono tanti? Pochi? Importanti? No? Non lo so; sta di fatto che non leggo e quando lo faccio, lo faccio con fatica. E non è il tipico blocco del lettore, quando c'è questa fame di lettura che però non sai come o su quale libro sfogare, è proprio un non voler leggere. Per me è annichilente... come se un pezzo di me fosse scomparso. Che fine ha fatto?
È un cambiamento così radicale per me, che ne ho più volte parlato con il mio analista. Cosa mi sta succedendo? Un altro pezzo di me che è andato?
Se avessi un libro come “Conversations on love” che mi aiutasse ad attraversare questo processo così come mi ha aiutato ad affrontare/comprendere il dolore dell'amore, lo comprerei senza pensarci due volte.

“Conversation on Love” è scritto da Natasha Lunn e edito da Mondadori, che ringrazio tantissimo per la copia del libro che mi ha donato.
“Conversations on love” è un libro speciale anche per un altro motivo: non ho mai amato i libri tutorial, quelli che ti insegnano come “fare”. Fare soldi, fare i genitori, fare gli assertivi, fare gli estroversi (se sei un introverso), quelli - più metafisici - che ti insegnano il significato della vita, dove lo scrittore si assurge a santone e ti benedice svelandotene i segreti... e chi più ne ha più ne metta.
Questo libro è speciale perché la sua straordinaria autrice si fa una domanda, per me, importantissima:

“Per anni sono stata devota al desiderare. Desideravo la risposta a un messaggio, un 'ti amo', o un uomo che mi guardasse in un certo modo. Se ero in una relazione desideravo che durasse, se non ce l'avevo desideravo trovarla. Il desiderio era un'irrequietudine che si diffondeva nella mia vita come una nebbia. La sua presenza mi impediva di vedere in modo chiaro.
Ero ossessionata dall'idea dell'amore... […]
per molto tempo, credevo che l'amore fosse l'origine della mi infelicità. […] Ero più concentrata sull'amore che mi mancava che su quello che avevo...
Ma ho scoperto che le nostre domande individuali sull'amore spesso affondano le loro radici in tre domande più grandi: come troviamo l'amore? Come lo sosteniamo? E come sopravviviamo alla sua perdita?”

La risposta non la trova dentro di sé e te la propina come se fosse una verità evangelica, no... Si mette a cercare tra la gente che si è fatta le medesime domande e ha trovato le proprie personalissime risposte dopo aver affrontato in prima persona quell'esperienza (molto spesso dolorosa).
È quindi la traccia del sentire di tante, tantissime persone che ti dicono come hanno personalmente affrontato e vissuto quella particolare esperienza di vita, come sono stati cambiati da essa e come si sono approcciati alla vita dopo.
Io ho rivissuto attraverso le loro parole le mie esperienze ed è stato come se mi parlassero direttamente (parlando con il mio analista a un certo punto me ne sono uscita dicendo “Quel ragazzo mi ha detto” riferendomi a una testimonianza del libro).

Quest'estate ho assistito all'intervento che lo scrittore Galimberti ha fatto a “Il Libro Possibile” di Polignano a Mare. Ha detto tante cose che mi sono piaciute, ma una in particolare ha saputo riassumere quello che i libri sono per me da sempre. I libri mi hanno insegnato che si può reagire alla stessa emozione in modo diverso. Che lo stesso dolore, la stessa felicità, la stessa vergogna o rabbia possono essere vissute in modi completamente diversi, tutti giusti.
Le emozioni non si vivono a senso unico, ma noi siamo “imbinariati” (lo so che non esiste, ma rende quello che voglio dire). Il nostro contesto familiare, il modo in cui siamo educati, il luogo in cui viviamo, le nostre esperienze dirette e indirette, incanalano non solo il modo in cui agiamo o reagiamo agli altri, ma anche il modo in cui reagiamo alle emozioni, e per noi, quello, è l'unico modo possibile.
Galimberti, esortando i genitori a spronare i loro figli a leggere, diceva che possiamo insegnare loro solo un numero limitato di emozioni e un altrettanto numero limitato di reazioni alle stesse: il nostro. Che però non è l'unico. Attraverso la letteratura i vostri figli potranno fare l'esperienza di mille emozioni e mille modi diversi di viverle.
Ed è stato come se un altro pezzo del puzzle fosse andato al suo posto.

Questo libro non rivela verità assolute, non dà soluzioni o assoluzioni, ma mette ordine nella tua testa, coccola il tuo cuore. Attraverso il racconto degli altri, scopri come hanno vissuto le tue stesse esperienze e magari sono a un punto del processo precedente a quello in cui sei tu in quel momento e ti dicono come lo hanno vissuto, o sono al tuo stesso punto e ti dicono come lo stanno vivendo loro, o sono un pezzettino più avanti e parlando di loro rispondono alle tue domande.
Non ti senti solo, non stai sbagliando, non sei sbagliato.

È una recensione strana, me ne rendo conto, ma piuttosto che ripetere quanto già molto ben descritto nella sinossi del libro ho preferito dirvi come l'ho vissuto io e perché mi è piaciuto così tanto... che poi è il vero scopo di una recensione.
Questo libro merita più di 5 e se potessi abbracciare l'autrice lo farei e a lungo.

 
Voto libro - 4






You Might Also Like

0 comments