Vita nostra


Genere: Fantasy


Scritto da: Marina Djačenko, Sergej Djačenko


30 settembre 2021


Durante le vacanze estive, la giovane Saška viene avvicinata da un uomo che la costringe a eseguire una serie di compiti a dir poco bizzarri. La ragazza è spaventata ma non ha altra scelta se non obbedire, ricevendo in cambio dei gettoni d’oro con un marchio sconosciuto. Gli incarichi continuano e le monete si moltiplicano; l’autunno successivo, invece di iscriversi alla facoltà di Filologia come ha sempre sognato, Saška viene infine obbligata ad allontanarsi da casa per raggiungere l’Istituto di Tecniche speciali. Non è una scuola come le altre: i libri risultano incomprensibili, gli insegnanti negano qualsiasi spiegazione e gli studenti più grandi sembrano sempre altrove con la mente. La classe del primo anno prova a restare unita di fronte al rigore quasi crudele dei professori, mentre Saška trova conforto nell’amicizia con Kostja, un ragazzo sensibile che, come lei, vuole solo rimanere a galla per scongiurare terribili conseguenze. Nonostante tutto, Saška è sempre più attratta dalle lezioni e la sua improvvisa fame di sapere la trascina in uno studio ossessivo: quando diventa la migliore del suo corso, il severo e magnetico tutor Farit la prende sotto la sua ala e la spinge a sperimentare cose che Saška non avrebbe mai immaginato di poter fare. Non ci sono però solo giorni esaltanti costellati di progressi, ma anche estenuanti momenti di crisi e metamorfosi inaspettate: il sapere arcano e fondamentale che Saška insegue ha un prezzo molto alto, e lei deve decidere se è disposta a lasciare indietro tutta la sua vita precedente, incluse le persone a cui tiene di più.



Salve lettori!
Torno dopo un po' di tempo dalla mia ultima recensione per parlarvi di quello che è stato definito (erroneamente secondo il mio parere) “l'Harry Potter" russo, ovvero "Vita Nostra" di Marina e Sergej Djačenko, pubblicato in Russia nel 2012 e giunto in Italia grazie a Fazi editore nel 2021.

"Parola. Questo è il tuo primo passo nel mondo del Discorso".

Il romanzo segue Aleksandra "Saška" Samokina, una ragazza come tutte le altre, la cui vita viene improvvisamente sconvolta dall'incontro con un enigmatico personaggio, Farit Kožennikov. L'uomo la costringerà a eseguire, giorno dopo giorno, compiti bizzarri e sempre più inquietanti: nuotare di notte fino a una boa completamente nuda, correre nel bosco, orinare dietro a un cespuglio, etc. Al termine di ogni prova Saška vomita monete d'oro. Farit costringerà poi Saška ad abbandonare il sogno di diventare una filologa per iscriversi al misterioso Istituto di tecniche speciali a Torpa, cittadina a malapena indicata nelle cartine stradali. Lì, insieme ad altri studenti, si troverà coinvolta in un corso di formazione spietato, volto a svelare la natura profonda della realtà e del linguaggio. È solo l'inizio di una storia che intreccia narrazione, misticismo, filosofia e psicologia.

"Piano, minuziosamente, una parola dopo l'altra: stridore, fragore, rumore insensato. Come se milioni di belle canzoni suonassero insieme e producessero una cacofonia."

"Vita Nostra" è un libro tremendamente affascinante e non una lettura usuale per il pubblico occidentale. Sebbene la sinossi tenti di ascriverlo al genere "fantasy", l'epopea di Marina e Sergej Djačenko rappresenta un'esplorazione narrativa che va oltre i classici paradigmi del fantasy, sconfinando di fatto nel Bildungsroman, nel romanzo filosofico e scomodando il concetto stra-abusato di "metaletteratura". Il libro si pone come un'opera liminale in cui la storia non racconta solo un percorso trasformativo, ma diventa essa stessa un'esperienza di trasformazione per chi legge.
Il romanzo esplora la formazione dell'identità della giovane protagonista all'interno di un contesto fantastico e fortemente onirico, servendosi anche di simboli ricorrenti, di una struttura non lineare e di una dimensione narrativa metatestuale. Il suo è un autentico "viaggio dell'eroe"(Saška infatti parte da ragazza insicura, ma evolve poi in un'autentica entità sovraumana), ma con le dovute differenze.
Sul punto finale infatti sembra discostarsi dal solito percorso e presentare una decostruzione. Il suo climax non è rappresentato da una forma di autorealizzazione quanto più da una sorta di discioglimento della soggettività. I personaggi che la circondano sono altrettanto interessanti: più di tutti Farit, tremendamente ambiguo, che sfida le certezze della protagonista e di chi legge, Zenja, che ha più un ruolo di supporto, e Viktor, un interessante prefigurazione di ciò che Saška può diventare.

Il libro esplora anche temi complessi molto profondi che vanno oltre la crescita personale. Il sacrificio, per esempio, a cui alcuni personaggi sono costretti per poter raggiungere i loro scopi o per migliorare la loro condizione, la competizione, la disuguaglianza, ma anche lo sfruttamento da parte di coloro che in realtà dovrebbero fare il bene delle persone che hanno in custodia.
Ciò che però ho apprezzato di più è il fatto che il romanzo si serva del trope della scuola di magia come espediente per trattare temi che pochi avrebbero accostato a un racconto fantasy: la teoria del testo. "Vita nostra” non esplora il linguaggio solo come tema, ma lo usa a tutti i livelli: è il mezzo per narrare la storia, è il fine a cui tendono gli studenti ed è la struttura portante per interpretare alcuni degli avvenimenti e dei simboli del racconto.
Oltretutto non sono neanche certo che questa sia l'unica filosofia alla base della storia, tanto che il libro sembra essere ricco. Ecco forse un difetto che si potrebbe trovare è che a volte può sembrare eccessivamente ermetico o ambiguo e confondere chi legge che in realtà avrebbe voluto leggere solo “l’Harry Potter" russo.

"Vide molti strati di realtà, vividi, particolari, opachi, instabili; si perdevano nelle pieghe surreali al limite del campo visivo."

Il mio consiglio è quello di approcciarsi a questo testo con la dovuta consapevolezza e di cercare di apprezzarne ogni mistero. Il finale di questo primo volume sembra svelare un grande mistero, che viene costruito per tutta la narrazione. Alcuni l'hanno trovato deludente, ma sono dell'opinione che esso racchiuda una grande potenza e una vera lezione di vita.

Voto libro - 5




Genere: Fantasy


Scritto da: Marina Djačenko, Sergej Djačenko


13 settembre 2024


Dopo aver studiato tre anni all’Istituto di Tecniche speciali di Torpa, Saška ha affrontato l’esame finale per riconoscersi parte del Grande Discorso, scoprendo di essere una Parola d’ordine. Si tratta di un ruolo unico e potente che può sovvertire l’ordine delle cose e, anche se è pronta a lavorare ancora più duramente, Saška non ha le forze necessarie per ricoprirlo, e dal suo primo fallimento si diramano numerose versioni della realtà. Dopo un periodo di oblio, il suo oscuro mentore Farit trova il modo di riportare la ragazza all’istituto così che possa riprendere gli studi e correggere i propri errori, per riuscire finalmente a riecheggiare come parte del Discorso. I suoi insegnanti la disprezzano, i suoi compagni la temono e Farit sembra avere in realtà scopi del tutto egoistici. L’ultima cosa di cui ha bisogno Saška è offrirgli un pretesto per ricattarla, e quando incontra un giovane aviatore fuori dalla scuola di Torpa, fa di tutto per non innamorarsi. Ma neanche la paura più grande può fermare l’amore, e Saška dovrà trovare a tutti i costi il modo di riscrivere la realtà nella migliore versione possibile. Con i suoi poteri unici, questa volta non potrà permettersi debolezze: il prezzo da pagare per il fallimento sarebbe peggiore della morte stessa.




Salve lettori! 
Finalmente sono riuscito a recuperare il secondo volume della saga "Vita Nostra": "Tentativi ed errori" di Marina e Sergej Djačenko, uscito lo scorso settembre per Fazi.

"Una parola d'ordine, sbloccando una nuova realtà, cambia le regole del gioco".

"Tentativi ed errori" prosegue la storia di Saška Samochina nell'istituto di Tecniche Speciale di Torpa. La nostra protagonista sembra aver fallito l'esame finale eppure non si è dissolta nel nulla come tutto faceva presagire nel libro precedente, ma si ritrova a dover riprendere gli studi e cercare di correggere gli errori del passato. Il suo trattamento è unico, perché Saška stessa è unica: il suo ruolo nel Grande Discorso è quello di parola d’ordine, un verbo all’imperativo capace di modificare l’intero cosmo. Ma con grandi poteri arrivano grandi sfide: gli insegnanti dell’Istituto non sembrano apprezzare il nuovo status di Saška e lei dovrà comprendere cosa significa davvero possedere e controllare un potere tanto vasto.

"Il Grande Discorso è bellissimo e armonioso, ma anche pieno di errori. Voglio correggerli..."

"Tentativi ed Errori" è un degno seguito del primo libro e per quanto l'abbia trovata una lettura coinvolgente e appagante, secondo me non arriva a raggiungere lo splendore del primo volume. Marina e Sergej Djačenko  ci riportano nell'atmosfera dark academia di una Russia provinciale a noi occidentali molto poco familiare, restituendo ancora una volta un'ambientazione unica e suggestiva. 
Il loro stile si riconferma denso e altamente evocativo, in grado di alternare descrizioni vivide e spiazzanti con momenti di profonda introspezione. Ciò che si apprezza maggiormente è la loro capacità di trasmettere il dramma interiore della protagonista in ogni pagina.
Il ritmo narrativo è ben calibrato: anche nelle scene più distese non si perde in divagazioni inutili, ma va dritto al punto, mantenendo una tensione costante che culmina in momenti di grande impatto emotivo e filosofico.

Ecco, nella storia ho incontrato quelle lievi debolezze di cui parlavo prima, ma non perché la trama risulti avere qualche difetto, ma ho trovato lo scopo finale di questo intreccio meno potente del primo, pur toccando temi altrettanto interessanti. Dal punto di vista narrativo, la storia segue una struttura iterativa, quasi rituale (questo si capisce meglio nel finale che sembra riallacciarsi e combaciare con quello del primo, disegnando una struttura circolare). Gli autori hanno dipinto un cronotopo altamente polarizzato: da un lato c'è il mondo esterno, ordinario, lineare, grigio, dall'altro c'è l'istituto, un luogo isolato, atemporale, dove le leggi della natura sembrano essere sospese. 
L'Istituto non perde il ruolo di "luogo di iniziazione" che aveva nel libro precedente, ma sembra perdere la rigidità nei suoi contorni. Il fulcro del romanzo è ancora una volta l'evoluzione di Alessandra, la sua lotta contro le pressioni dell'istituto e la graduale accettazione del proprio destino. Se sul piano esplicito della storia il suo scopo finale sembra essere, di nuovo, quello di riuscire a riecheggiare come parte del Grande Discorso, su un piano più allegorico e metatestuale la protagonista è chiamata a comprendere che il grande potere che possiede ha un prezzo e anche quando sembra cambiare le cose non è detto che il nuovo stato delle cose sia migliore della precedente. 
Difatti, l'eroina come parola d’ordine può imporre le proprie regole e ciò che desidera fare e creare un nuovo sistema dove non ci sia bisogno di scegliere il male minore, mutando il passato. È il potere della creazione che rimanda a un concetto antico, biblico, quello della creazione attraverso la parola. D'altronde a Dio bastò dire "Sia la luce" e così essa fu. Allo stesso tempo il fatto che questo potere costa alla protagonista la propria umanità chiama in causa un bell'interrogativo su cosa significhi essere umani. Tutto ciò mi ha ricordato la teoria del linguaggio performativo di Austin, secondo cui il linguaggio non è mai neutrale, ma è sempre un atto trasformativo, perciò mi chiedo se gli autori si siano basati sui suoi studi. 

"Finché crederà nella sua onnipotenza, si troverà in pericolo. E ancora di più coloro che le staranno vicino."

"Vita Nostra. Tentativi ed errori” non è il solito romanzo fantasy ambientato in una scuola di magia, ma una riflessione complessa su cosa significhi apprendere e trasformare. I Djačenko usano la narrazione per esplorare il confine tra rappresentazione e realtà, interrogando le fondamenta stesse della costruzione narrativa. Questo libro rappresenta un contributo significativo non solo alla letteratura fantastica, ma anche alla comprensione teorica del linguaggio come forma di conoscenza e di forgiatura della realtà. Come il precedente non è una lettura del genere, ma è la lettura perfetta per chi vuole immergersi in una storia in cui la filosofia fa da padrona. 
Alla prossima lettura!

Voto libro - 5















 






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