SPAZIO - INTERVISTA (Cristina Katia Panepinto)
Cari amici, oggi a rispondere alle nostre domande e curiosità abbiamo con noi Cristina Katia Panepinto. L'autrice del libro "Il fioraio di Monteriggioni"
Ciao Cristina grazie per aver accettato il nostro invito e benvenuta sul blog "Il confine dei libri".
- La personalità di Violetta è in qualche modo legata a te stessa? I suoi modi di fare, le sue decisioni, i suoi dubbi, rispondono la maggior parte delle volte a comportamenti caratteristici del tuo carattere?
- In questo libro ho cercato di prendere le distanze da tutti i personaggi, anche se è impossibile non donare un po' di sé. Nel caso di Violetta, direi che condividiamo il tentativo di tenere il mondo circostante sotto controllo, per poi scoprire che sono i sentimenti più profondi a farla da padrone.
- Ho notato il modo familiare e soprattutto spassionato con cui descrivi Firenze. Per caso si tratta della tua città o di una delle città che ami di più? Che rapporto hai con i luoghi della vicenda?
- Nel corso della vita ho avuto la fortuna di abitare in molti posti diversi, tra cui Firenze. Ho trascorso dieci anni in questa magnifica città e la sento un po' come una seconda casa. Sono contenta che traspaia questa mia passione, perché il libro è nato proprio dal desiderio di far rivivere su carta quei luoghi tanto amati.
- Amedeo sembra un uomo molto freddo e calcolatore, forse mi sbaglio?
- Amedeo è sicuramente un personaggio cerebrale, come testimonia il metodo e la scaltrezza con cui conduce il suo lavoro di magistrato. Non lo definirei però un freddo. Al contrario, è capace di affetti profondi, ma li vive in maniera molto intima e quando se ne sente sopraffatto o tradito, preferisce congelarli all'interno della propria anima.
- Sono sicura che tu sia un'intenditrice di arte o comunque un'appassionata dato che hai inserito molte descrizioni di quadri e soprattutto l'intera storia è collegata ad un dipinto, giusto? Come ti è venuta quest'idea?
- Sì, amo molto la pittura e visto che il mio romanzo d'esordio voleva essere un piccolo tributo alle mie passioni, oltre alla Toscana ho aggiunto il tema dei quadri. Oltretutto Firenze è la cornice ideale per un giallo che si muove attorno al ritratto di una giovane modella assassinata.
- Parliamo del personaggio di Giulio che è personalmente il mio preferito. Per quale motivo hai voluto che sembrasse così cattivo e viscido? Inoltre ho una domanda che mi è sorta per tutto il tempo ed alla quale non sono riuscita a dare una risposta. Violetta era effettivamente attratta da Giulio?
- Anch'io ho amato questo personaggio controverso. Pensare che Giulio sia viscido è inevitabile, visto il suo egoismo nei sentimenti, però a me appare molto coerente con se stesso. Le sue scelte sono sicuramente discutibili, ma è trasparente nei rapporti con gli altri. Ha il coraggio di accettarsi per quello che è, vivendo la vita secondo le proprie inclinazioni. Questo ne fa una persona pericolosa, ma molto affascinante. E' un personaggio di cui ci si può innamorare per la sua carica sensuale e per quella dose di incertezza che intimorisce ed attrae. Violetta in questo senso, non fa eccezione. In fondo lei è ancora innamorata di Amedeo, ma la personalità di Giulio la destabilizza e le fa provare brividi inattesi, davanti a cui si scopre indifesa.
- Saverio Aldori, il padre di Emma Aldori, viene descritto in modo così freddo, indagatore e subdolo in modo da far capire al lettore che si tratta di un personaggio significativo all'interno della vicenda?
- Violetta sente nei confronti di Saverio fin dal primo momento una repulsione istintiva, da cui nascerà il malumore doloroso che l'accompagnerà fino alla soluzione del mistero. Come hai giustamente osservato, saranno proprio quelle prime sensazioni negative a preparare il lettore al ruolo spiazzante che avrà nella vicenda. Alcuni mi hanno rimproverato di non aver approfondito abbastanza la figura di questo personaggio chiave, ma la mia scelta risponde a un'esigenza narrativa. Tutta la storia viene infatti presentata con un taglio cinematografico e i personaggi non sono raccontati attraverso i loro pensieri, ma tramite le loro parole e azioni. Violetta rappresenta l'unico “occhio” sugli eventi. Visto che lei non vuole più avere nulla a che fare con Saverio dopo la sgradevole visita alla Tenuta Aldori, questo personaggio entra nell'ombra. Tornerà in scena solo quando sarà la vicenda stessa a richiamarlo in causa e a quel punto proprio la tragicità degli eventi chiarirà al lettore la sua vera natura.
- Ti stanno molto a cuore i temi attuali? Soprattutto la violenza contro le donne e contro i bambini? Per questo hai cercato di aggiungere questi ingredienti al tuo racconto?
- Sì, sono molto sensibile al tema della violenza sui bambini, anche se non ne sono mai stata toccata direttamente. Al di là del naturale sentimento di riprovazione che nasce davanti a questi atti, nel libro ho voluto porre l'attenzione su come spesso alla base di tale violenza ci sia il tradimento dell'amore più puro che esista. Il Fioraio di Monteriggioni affronta diversi aspetti dell'amore tradito e il tradimento di un bambino è tra tutti il più inaccettabile. Non ho voluto però dilungarmi in giudizi o osservazioni e ho lasciato parlare i fatti. Un giallo è un giallo, e deve rimanere tale. I miei protagonisti si fanno riconoscere per quello che sono dalle loro azioni e davanti alla soluzione del mistero il lettore ha tutti gli elementi necessari per tirare da solo le proprie conclusioni.
- Fondamentalmente la tua storia è basata sul tema dell'amore, che può essere tanto distruttivo quanto risanatore. Quindi deduco che per te l'amore abbia un'importanza fondamentale, ma credi che tu avresti lasciato andare tuo marito, senza indagare ulteriormente nella sua vita passata pur sapendo che è uno dei motivi per il quale vi siete lasciati, come ha fatto Violetta con Amedeo?
- La domanda è ottima, perché mette a nudo tutte le contraddizioni di Violetta, che non dimentichiamo è una terapeuta, quindi per mestiere abituata a sviscerare i problemi e ad analizzarli fino alla loro soluzione. Nel suo amore con Amedeo la vediamo invece pavida e, di conseguenza, perdente. Ha timore di competere con il fantasma di Emma, forse per paura di scoprire sentimenti difficili da gestire. Si convincerà della necessità di indagare solo quando vi sarà costretta, scoprendo così di aver sbagliato a non voler prendere prima piena coscienza del passato. Però, come hai detto tu, l'amore in questo libro distrugge e risana.
- Ho apprezzato molto il tuo libro grazie alla fluidità che sei riuscita ad ottenere nel tuo stile, come hai fatto? Ti ci è voluto molto per scrivere Il Fioraio di Monteriggioni perché fosse all'altezza delle tue aspettative?
- Il Fioraio di Monteriggioni è la mia prima prova in assoluto ed è stato impegnativo scriverlo. In molti si sono complimentati per la fluidità dello stile e ciò mi ripaga delle fatiche che ho dovuto affrontare in due anni di lavoro. La storia nella sua interezza ha trovato forma nei primi sei mesi, poi è seguito un lungo periodo di pulizia e limatura. Ho letto il testo così tante volte da conoscerlo a memoria, ma sono sicura che troverei ancora cose da cambiare se lo rileggessi nuovamente.
- Si tratta della tua prima pubblicazione? E' stato difficile? Da quanto tempo scrivi o hai deciso di pubblicare il tuo libro o semplicemente ti sei sentita pronta a mostrarlo al mondo?
- Purtroppo per un autore emergente non è facile farsi prendere in considerazione da grosse case editrici, a meno che la storia non sia davvero molto fruibile per il grande pubblico o non si possieda qualche caratteristica personale che aiuti a far parlare del libro. Io non avevo mai scritto nulla prima, ma per fortuna ho trovato una piccola casa editrice digitale, Lettere Animate, che mi ha proposto delle condizioni serie e mi ha dato la possibilità di presentare il mio lavoro. Per il resto, è necessario faticare abbastanza per promuoversi, ma il mondo dell'editoria è in grande cambiamento e bisogna adeguarsi.
- Ho visto che il tuo genere preferito è il Giallo, per quale motivo? Quali sono i tuoi autori preferiti?
- Fin da bambina leggevo volentieri i gialli. Sono cresciuta appassionandomi a Nancy Drew, I tre investigatori di Hitchcock e i classici della Christie. Ora leggo un po' di tutto, italiani e stranieri. La letteratura del mistero ha tantissime sfumature, tutte appassionanti, anche se purtroppo non sono rare le delusioni, perché a volte gli autori (e non solo i minori) sfiorano l'incredibile per riuscire a sorprendere.
- Infine, hai intenzione di scrivere altri libri oppure per ora vuoi fermarti qui?
- Voglio andare avanti e soddisfare quanti più lettori possibile con le mie storie. Scrivere, per quanto faticoso, è un'esperienza molto gratificante a cui non intendo rinunciare.
- Se dovessi dire qualcosa a tutte le persone che hanno letto, che stanno leggendo o leggeranno il tuo libro, che cosa diresti?
- Grazie per il tempo dedicato. Non temete, è speso bene. Il mio romanzo infatti non è perfetto, ma riesce ad appassionare fino all'ultima riga.
Grazie per la tua disponibilità Cristina, ti auguriamo tanto successo per il tuo splendido libro, e di leggere al più presto un altra tua meraviglia. Buona fortuna il confine dei libri.
(Domande realizzate da:Ashley - Intervista da:Ashley)
http://ilconfinedeilibri.blogspot.it/2015/09/il-fioraio-di-monteriggioni.html
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