Ferryman

Autore: Claire McFall
Genere: Fantasy
11 luglio
Dylan ha quindici anni e quando una mattina decide di andare a trovare
il padre, che non vede da molto tempo, la sua vita subisce un drastico
cambiamento: il treno su cui viaggia ha un terribile incidente. Dylan
sembrerebbe essere l'unica sopravvissuta tra i passeggeri e, una volta
uscita, si ritrova in aperta campagna, in mezzo alle colline scozzesi.
Intorno non c'è anima viva, a parte un ragazzo seduto sull'erba.
L'adolescente si chiama Tristan e, con il suo fare impassibile e
risoluto, convince Dylan a seguirlo lungo un cammino difficile, tra
strade impervie e misteriose figure che girano loro intorno, come
fossero pronte ad attaccarli da un momento all'altro. È proprio dopo
essersi messi in salvo da questi strani esseri che Tristan le rivela la
verità... lui è un traghettatore di anime che accompagna i defunti fino
alla loro destinazione attraverso la pericolosa terra perduta. A ogni
anima spetta il suo paradiso, ma qual è quello di Dylan? L'iniziale
ritrosia di Dylan e l'indifferenza di Tristan si trasformano a poco a
poco in fiducia e in un'attrazione magnetica tra i due ragazzi che non
sembrano più volersi dividere. Arrivati al termine del loro viaggio
insieme, Dylan proverà a sovvertire le regole del suo destino e del
mondo di Tristan, pur di non perderlo.
Buongiorno Confine,
sono abbastanza incasinata con il lavoro e il tempo e la voglia di leggere si sono dimezzati in un battibalneo, ma quando ho letto la trama di questa nuova uscita mi sono interessata subito perché mi ha incuriosito moltissimo.
“Ferryman. Amore eterno” di Claire McFall, edito in Italia da Fazi editore nella collana LainYA, che ringrazio per l’invio della copia digitale, per me è stato uno di quei libri che inizi con un’aspettativa altissima, ma che appena lo leggi questa cala drasticamente e ti ritrovi ad avanzare a stento con la lettura.
Ma procediamo con ordine e parliamo della trama.
La nostra protagonista è Dylan, una ragazzina di quindici anni che muore tragicamente in un incidente ferroviario mentre stava andando a trovare il padre che non ha mai conosciuto.
All’inizio la giovane non capisce cosa stia succedendo, si risveglia nel treno deserto e all’esterno vede solo una valle verde deserta. Non ci sono ambulanze né poliziotti, ma un ragazzo seduto con lo sguardo perso all’orizzonte.
È Tristan, il traghettatore di anime, che inizialmente non rivelerà la sua vera natura di Caronte a Dylan e la convincerà ad intraprendere un percorso impervio e disseminato di ostacoli.
Alla fine per Dylan la aspetterà il suo paradiso, ma dopo l’esperienza con Tristan, la fiducia e l’attrazione che sono nate tra i due, può un mondo senza di lui essere il paradiso che tanto dovrebbe bramare?
Mi potete capire quando vi dico che dopo aver letto una trama del genere sono andata in fissa e ho dovuto avere subito tra le mani questo libro?
La premessa e l’idea originale mi avevano completamente stregato e sono stata delusissima e molto triste quando ho visto che non era quello che mi aspettavo.
Non dico che sia un libro orribile o illeggibile, credo che la colpa sia stata delle mie aspettative troppo alte, per questo ora non riesco a giudicare oggettivamente questo libro, ma cercherò di sforzarmi per scrivervi una recensione sensata.
L’aspetto che più mi ha dato noia è che tutto ciò che succede è estremamente inverosimile.
Secondo la mia opinione un libro fantasy non può contenere fatti inspiegabili con la sola motivazione che è un mondo immaginario; tutto dovrebbe avere una certa logica e una giustificazione sensata. Non credo che il comportamento della protagonista sia verosimile, né che sia cioè che farebbe qualsiasi ragazza della sua età o una qualunque altra persona. Dylan manca totalmente di quella profondità che mi aspettavo da un personaggio appena morto e in viaggio attraverso una terra desolata per arrivare alla pace.
Anche Tristan è un personaggio infantile e che non rispecchia il personaggio di un traghettatore di anime secolare.
Ad ogni pagina speravo che arrivasse un approfondimento in merito al posto e alla realtà in cui ci troviamo, ma le mie speranze sono state vane.
Sono state date troppe poche spiegazioni e dettagli per comprendere e apprezzare il mondo costruito, perciò abbiamo una lettura povera sia di dettagli che di personaggi.
Gli unici personaggi che conosciamo sono Dylan e Tristan, per 2/3 del romanzo non incontriamo né viene nominato nessun altro e anche quando succede sono solo personaggi sullo sfondo di cui a malapena riuscivo a ricordare il nome.
Altra caratteristica che ho odiato è l’instant love e l’eccessivo romanticismo, ma questo è solamente un gusto personale e non è necessariamente un aspetto negativo.
Però credo che per la grande presenza di questo motivo una migliore classificazione del genere di questo libro sarebbe stata romance con elementi fantasy.
In conclusione posso dire che per me è stata una lettura noiosa e priva di elementi che mi spingevano a voler scoprire come continuava la trama.
Anche la fine non mi ha sorpreso e mi ha lasciato un ricordo piatto di questa lettura, senza lasciarmi nessuna curiosità di come proseguirà la saga.
Devo però sottolineare che lo stile dell’autrice mi è piaciuto moltissimo, fluido e scorrevole e non eccessivamente semplice come sono alcuni Young adult. Non posso però non prendere in considerazione che questo è il libro di apertura di una trilogia e che magari i miei dubbi verranno dissipati nei prossimi libri, per questo motivo spero che i seguiti miglioreranno sia nella trama che nei personaggi.
sono abbastanza incasinata con il lavoro e il tempo e la voglia di leggere si sono dimezzati in un battibalneo, ma quando ho letto la trama di questa nuova uscita mi sono interessata subito perché mi ha incuriosito moltissimo.
“Ferryman. Amore eterno” di Claire McFall, edito in Italia da Fazi editore nella collana LainYA, che ringrazio per l’invio della copia digitale, per me è stato uno di quei libri che inizi con un’aspettativa altissima, ma che appena lo leggi questa cala drasticamente e ti ritrovi ad avanzare a stento con la lettura.
Ma procediamo con ordine e parliamo della trama.
La nostra protagonista è Dylan, una ragazzina di quindici anni che muore tragicamente in un incidente ferroviario mentre stava andando a trovare il padre che non ha mai conosciuto.
All’inizio la giovane non capisce cosa stia succedendo, si risveglia nel treno deserto e all’esterno vede solo una valle verde deserta. Non ci sono ambulanze né poliziotti, ma un ragazzo seduto con lo sguardo perso all’orizzonte.
È Tristan, il traghettatore di anime, che inizialmente non rivelerà la sua vera natura di Caronte a Dylan e la convincerà ad intraprendere un percorso impervio e disseminato di ostacoli.
Alla fine per Dylan la aspetterà il suo paradiso, ma dopo l’esperienza con Tristan, la fiducia e l’attrazione che sono nate tra i due, può un mondo senza di lui essere il paradiso che tanto dovrebbe bramare?
“«Non sei stata l’unica sopravvissuta all’incidente, Dylan». La sua voce si ridusse a un sussurro, come se potesse attutire il colpo abbassando il volume. «Sei stata l’unica a non esserne uscita viva».”
Mi potete capire quando vi dico che dopo aver letto una trama del genere sono andata in fissa e ho dovuto avere subito tra le mani questo libro?
La premessa e l’idea originale mi avevano completamente stregato e sono stata delusissima e molto triste quando ho visto che non era quello che mi aspettavo.
Non dico che sia un libro orribile o illeggibile, credo che la colpa sia stata delle mie aspettative troppo alte, per questo ora non riesco a giudicare oggettivamente questo libro, ma cercherò di sforzarmi per scrivervi una recensione sensata.
L’aspetto che più mi ha dato noia è che tutto ciò che succede è estremamente inverosimile.
Secondo la mia opinione un libro fantasy non può contenere fatti inspiegabili con la sola motivazione che è un mondo immaginario; tutto dovrebbe avere una certa logica e una giustificazione sensata. Non credo che il comportamento della protagonista sia verosimile, né che sia cioè che farebbe qualsiasi ragazza della sua età o una qualunque altra persona. Dylan manca totalmente di quella profondità che mi aspettavo da un personaggio appena morto e in viaggio attraverso una terra desolata per arrivare alla pace.
Anche Tristan è un personaggio infantile e che non rispecchia il personaggio di un traghettatore di anime secolare.
Ad ogni pagina speravo che arrivasse un approfondimento in merito al posto e alla realtà in cui ci troviamo, ma le mie speranze sono state vane.
Sono state date troppe poche spiegazioni e dettagli per comprendere e apprezzare il mondo costruito, perciò abbiamo una lettura povera sia di dettagli che di personaggi.
Gli unici personaggi che conosciamo sono Dylan e Tristan, per 2/3 del romanzo non incontriamo né viene nominato nessun altro e anche quando succede sono solo personaggi sullo sfondo di cui a malapena riuscivo a ricordare il nome.
Altra caratteristica che ho odiato è l’instant love e l’eccessivo romanticismo, ma questo è solamente un gusto personale e non è necessariamente un aspetto negativo.
Però credo che per la grande presenza di questo motivo una migliore classificazione del genere di questo libro sarebbe stata romance con elementi fantasy.
In conclusione posso dire che per me è stata una lettura noiosa e priva di elementi che mi spingevano a voler scoprire come continuava la trama.
Anche la fine non mi ha sorpreso e mi ha lasciato un ricordo piatto di questa lettura, senza lasciarmi nessuna curiosità di come proseguirà la saga.
Devo però sottolineare che lo stile dell’autrice mi è piaciuto moltissimo, fluido e scorrevole e non eccessivamente semplice come sono alcuni Young adult. Non posso però non prendere in considerazione che questo è il libro di apertura di una trilogia e che magari i miei dubbi verranno dissipati nei prossimi libri, per questo motivo spero che i seguiti miglioreranno sia nella trama che nei personaggi.
0 comments