Il fantasma e le Black Holes
Genere: Graphic Novel
Autore: Borja Gonzá
19 Maggio
Nella meraviglia onirica di una palette cromatica inconfondibile, due storie parallele si intrecciano e inseguono in un racconto di sogni e desideri giovanili. Nel 1856 Teresa, giovane aristocratica, è più interessata a scrivere poesie horror d'avanguardia che a fare un buon matrimonio. Nel 2016 tre adolescenti stanno mettendo su un gruppo punk chiamato The Black Holes. Hanno tutto ciò che serve: look, grinta, istinto… e una totale mancanza di talento musicale. Non appena iniziano a provare, però, strani eventi si manifestano. Il loro mondo e quello di Teresa collidono, e le tre ragazze vengono inseguite dall'eco di qualcosa che è successo 160 anni prima.
Salve lettori!
Grazie alla Oscar Vault ho potuto leggere in anteprima “Il fantasma e le Black Holes” di Borja Gonzáles, una graphic novel uscita il 19 maggio.
Sono sicura che la conoscete perché la casa editrice ha condiviso spesso su Instagram le prime pagine, incantandoci con quei disegni misteriosi e frasi criptiche.
La storia si svolge su due piani temporali: siamo nel 1856, dove la giovane aristocratica Teresa deve fare il suo debutto in società, ma lei non è la solita giovane donna. Le piacciono le storie di fantasmi, di mostri, ha un’immaginazione fervida che le permette di creare storie originali e spaventose, le ha anche permesso di fare un sogno vividissimo in cui incontra uno scheletro che desidera vedere le stelle.
Nessuno la comprende, né la madre o le sorelle maggiori, né la sorellina, che si spaventa per ogni cosa che Teresa dice.
L’altra storia si svolge nel 2016 dove tre ragazze, Gloria, Laura e Cristina, vogliono formare una band punk. Hanno i testi, scritti da Laura, ma nessuna delle tre sa suonare né ha un background musicale adatto per far parte di una band. Nonostante ciò ci provano, fanno piani, provano a suonare ad eventi, sono sicure che con un po’ di impegno verranno apprezzate. Ma con l’inizio delle prove arriva la consapevolezza che non sono poi così brave e di conseguenza aumentano i dissapori e i litigi.
Soprattutto per un segreto che una delle tre ragazze rivela e che è anche il filo conduttore che le lega alla storia di Teresa.
“Avevo l’impressione di non trovarmi dove dovevo stare. Come se tutto fosse troppo veloce e io restassi indietro. O forse il contrario. Ma ora non ha più importanza.”
Mi sono interessata a questa storia per i colori, adoravo la scelta del disegnatore di utilizzarne solo tre, tra l’altro stupendi! Anche i disegni mi hanno attirato, con le linee decise ma delicate e atmosfere che ricordavano tanto un mondo fantastico e onirico.
I disegni si confermano questo, soprattutto nella parte di Teresa; ricchi delle idee fantasiose e delle immagini a tratti spaventose che la sua mente riesce a partorire.
Poi ci sono le tavole del 2016, meno colorate, perché la maggior parte delle scene avviene di notte e perché gli unici sprazzi di colore derivano da determinati elementi che collegano i due archi temporali.
I disegni, quindi, li ho adorati, la storia, invece, mi ha lasciata un po’ interdetta. È interessante, il problema è che non è stata sviluppata abbastanza. I dialoghi sono davvero scarni e scollegati, non c’è un vero sviluppo della trama. È il lettore che deve unire i puntini e capire il vero senso della storia, in pochissime pagine tra l’altro.
Punto a favore, immagino, quando a leggere è un appassionato di graphic novel che presta più attenzione al disegno che al testo. Ma quando a leggere è un lettore abituato alle parole scritte, questo deve prestare più attenzione ad ogni dettaglio, magari leggere un paio di volte la vignetta e infine rifletterci su.
Credo sia stato questo a non permettermi di entrare completamente nella storia; non c’è immediatezza nella trama e manca quella profondità nei personaggi che ti permette di capirli e amarli.
Tra i due archi ho preferito sicuramente quello di Teresa e ho apprezzato anche il colpo di scena finale, che permette di comprendere in modo definitivo il collegamento tra le due storie.
“Adesso voglio solo stare qui, in silenzio. Ma puoi restare. Se la smetti di tormentarmi.”
Mi sono informata e questo tipo di graphic novel, concettuale e scarna di testo, ha un suo nome: è un indie comic. È un tipo di lavoro che o piace a prescindere oppure bisogna sforzarsi per capirlo e apprezzarlo. Insomma, c’è bisogno di una forte voglia di leggerlo e dato che la mia era solo curiosità, probabilmente non è stata abbastanza per farmelo adorare.
Ricapitolando, bellissimi i disegni e i colori, davvero suggestivi, bello anche il messaggio che deve arrivare. Quello che mi è mancato, ripeto, è stato l’approfondimento della trama, perché con qualche dettaglio in più la storia sarebbe stata perfetta!
Voto libro - 3
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