I giorni del ferro e del sangue. La vendetta di Anna
Genere: Romanzo storico
Autore: Santi Laganà
16 Giugno
Patrimonio di San Pietro, 960 d.C. Sul trono papale siede un adolescente perverso e corrotto, ciò che resta dell'Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni. Anna è una contadina di quindici anni che conduce un'esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l'ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell'ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze. Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall'oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall'aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di roma. ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra storia, "I giorni del ferro e del sangue" è un affresco senza filtri né retorica di un'epoca brutale quanto affascinante, ma anche la parabola di una protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.
La società del romanzo
E adesso facciamo un approfondimento sulla società in Italia nel 960 d.C., in cui è ambientato il romanzo.
La tappa precedente riguardava il periodo storico e mi voglio agganciare a questa rinfrescandovi la memoria con qualche cenno storico fondamentale per poter avere una panoramica più completa e capire in tutto e per tutto la società, poiché gli avvenimenti storici si ripercuotono imprescindibilmente su di essa.
Sappiamo che gli storici hanno convenzionalmente dichiarato la fine dell’Impero Romano d’Occidente e il conseguente inizio del Medioevo nel 476 d.C., quindi durante il romanzo siamo proprio nel pieno dei così detti anni bui.
L’Italia è frammentata e divisa in vari Regni, e i nostri personaggi si trovano all’interno dello Stato della Chiesa che si espandeva da Ravenna a Roma.
È proprio a Roma che, così come oggi, risiedono le massime figure istituzionali che governano su tutte le regioni del Regno. Sia il potere temporale che quello spirituale è nelle mani del Papa, che controlla e governa i territori richiedendo tasse sempre più dure.
Questa è una società feudale che si basa sul rapporto di fedeltà tra chi regna e i suoi sottoposti; dal vertice della scala gerarchica, dove troviamo il Papa, proseguiamo con i Vassalli, grandi feudatari, che a loro volta nominano alle proprie dipendenze dei Valvassori, signorotti che spadroneggiano nei territori a loro assegnati.
Questi ufficialmente rappresentano la Chiesa ma in realtà si occupano principalmente del loro tornaconto, mantengono il loro potere obbedendo a qualche ordine ricevuto e si occupano dei dazi e imposte da prelevare dal popolo per trasferirne una parte a Roma.
È proprio in uno di questi Valvassori in cui si imbatte la famiglia di Anna.
È un periodo in cui l’arroganza e l’avidità di pochi alimentavano lo sfruttamento e la sottomissione, superstizione, ignoranza e miseria assoluta, da sfruttare e dominare.
A tutto questo fa capo, appunto, il Papa. Ottaviano, ora Papa Giovanni XII, è stato uno dei papi più giovani, salito al trono a soli diciotto anni. Suo padre intuì che la soluzione ai conflitti tra papato e principato era unificare il potere spirituale e temporale in un’unica figura, appunto quella del figlio. Così alla morte del Papa precedente suo figlio si sedette sul trono papale nonostante non avesse l’età canonica per diventarlo. Viziato e immaturo, non cambiò le sue abitudini principesche e non abbracciò il suo ruolo evangelico, anzi entrò nel girone dei piaceri sfrenati, si circondò dei giovani di Roma e passava il suo tempo a giocare e nel suo harem.
Con una figura del genere alla vetta del potere tutto il resto è degrado assoluto, i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi si arricchiscono; non manca, però, chi cospira alle spalle del Papa alleandosi con i suoi nemici per poterne ricavare posizione e prestigio maggiori.
La parte sicuramente più colpita sono i poveri contadini e allevatori, la maggior parte della loro produzione deve essere versata in tasse e non è inusuale dover saltare i pranzi per un giorno o più. Consumanti dal lavoro senza avere il giusto nutrimento, la popolazione allo stremo non ha la forza di ribellarsi ad un sistema ingiusto. Pelle e ossa come sono l’aspettativa di vita è molto bassa, sempre se sei abbastanza fortunato da non morire per malnutrizione o malattie.
Tutto ciò ha reso questo periodo, forse, uno dei periodi peggiori in cui vivere.
Ho intrapreso questa lettura perché mi piace molto il genere storico, anche se ultimamente non lo leggo spesso, e soprattutto mi interessava l’avventura che una semplice ragazza poteva affrontare in quegli anni così duri.
Anna, infatti, rappresenta il più basso scalino della società, ma nonostante questo ha coraggio e grinta da vendere che rasentano l’incoscienza, dato che parte per andare a salvare il fratello da sola e senza certezze.
La sua più grande disgrazia è essere bella, durante tutto il libro tornerà spesso questo tema che è un aspetto molto interessante da analizzare; a quel tempo le donne erano considerate inferiori, al di sotto anche dei cavalli, praticamente solo buone per essere stuprate e generare figli, e in questo senso il romanzo racconta tutto in un modo crudo che mi ha fatto spesso rabbrividire.
Anna, essendo una giovane donna e più carina della media, sarà sempre presa di mira, ma verrà temprata da queste atroci esperienze che la forgiano trasformandola da ragazzina a donna forte. In questa situazione aveva solo due scelte: spezzarsi e morire dentro o rialzarsi più forte di prima venendo a patti con la realtà del mondo che la circonda.
Questo argomento, che permette di riflettere molto, è stato uno tra i miei aspetti preferiti e, per questo, avrei preferito uno sguardo e un approfondimento introspettivo ancora maggiore, per far risaltare quanto la violenza e l’oppressione sulle donne sia stata, purtroppo a volte ancora oggi, così distruttiva.
Venendo agli altri personaggi, devo dire che non mi hanno lasciato molto e li ho trovati piatti. Spesso cercavo di capire la loro logica per comprendere alcune scelte, ma senza riuscirci a pieno.
Tutta la prima parte del romanzo mi stava piacendo un sacco tra la spericolata Anna che andava contro a ciò che gli dicevano di fare, facendo di testa sua, e la curiosità a proposito dell’ambientazione storica, ma i diversi punti di vista che hanno iniziato a cambiare e sovrapporsi più volte all’interno dei capitoli mi hanno lasciato interdetta e a volte hanno spezzato l’interesse che avevo per la scena di cui stavo leggendo. Spesso e volentieri ho trovato poco interessanti alcuni punti di vista e, secondo me, la storia sarebbe potuta essere migliore scegliendo uno stile narrativo diverso.
Ritornando un attimo ai personaggi, per tutto il libro ho aspettato trepidante l’entrata in scena del Papa, figura enigmatica che detiene tutto il potere e colui a cui ruotano intorno tutte le vicende, così chiacchierato da tutti i personaggi. Con la sua presenza mi aspettavo anche di poter avere uno sguardo incentrato sulle lotte di potere interne al Vaticano o comunque sotterfugi e macchinazioni politiche che adoro.
L’ho aspettato fino all’ultima pagina e sono rimasta delusa di non vederlo all’interno della storia, ma questo è una nota totalmente soggettiva e che, magari, non ha disturbato nessun altro.
L’aspetto che più mi è piaciuto, in conclusione, è stata l’ambientazione storica. Non avevo mai letto prima di anni di questo genere in Italia e, seppure io non sia un’esperta, sono molto affascinata dalla storia e apprezzo poter passare il tempo leggendo un romanzo e al contempo apprendere di più.
Non posso dare un’opinione esperta, ma vedo lo studio che c’è stato dietro questo romanzo, anche se mi hanno fatto notare un’inesattezza presente già nei primi capitoli: ad Anna viene offerta una zuppa di montone, porri e patate, peccato però che le patate in Europa arriveranno solo dopo 500 anni, importate dall’America.
È un piccolo dettaglio che i meno informati neanche noteranno ma, dato che siamo davanti ad un romanzo storico, i più pignoli potrebbero non gradire.
Nel complesso è stata una bella lettura, con i suoi difetti e aspetti che non ho apprezzato a pieno, ma ho seguito con interesse e curiosità l’avventura di Anna e dei suoi compagni di viaggio, tanto che a volte facevo fatica a staccarmi dalla lettura. Consiglio questo libro a chi vuole saperne di più su questo periodo storico.
Vi auguro una buona lettura!
La tappa precedente riguardava il periodo storico e mi voglio agganciare a questa rinfrescandovi la memoria con qualche cenno storico fondamentale per poter avere una panoramica più completa e capire in tutto e per tutto la società, poiché gli avvenimenti storici si ripercuotono imprescindibilmente su di essa.
Sappiamo che gli storici hanno convenzionalmente dichiarato la fine dell’Impero Romano d’Occidente e il conseguente inizio del Medioevo nel 476 d.C., quindi durante il romanzo siamo proprio nel pieno dei così detti anni bui.
L’Italia è frammentata e divisa in vari Regni, e i nostri personaggi si trovano all’interno dello Stato della Chiesa che si espandeva da Ravenna a Roma.
È proprio a Roma che, così come oggi, risiedono le massime figure istituzionali che governano su tutte le regioni del Regno. Sia il potere temporale che quello spirituale è nelle mani del Papa, che controlla e governa i territori richiedendo tasse sempre più dure.
Questa è una società feudale che si basa sul rapporto di fedeltà tra chi regna e i suoi sottoposti; dal vertice della scala gerarchica, dove troviamo il Papa, proseguiamo con i Vassalli, grandi feudatari, che a loro volta nominano alle proprie dipendenze dei Valvassori, signorotti che spadroneggiano nei territori a loro assegnati.
Questi ufficialmente rappresentano la Chiesa ma in realtà si occupano principalmente del loro tornaconto, mantengono il loro potere obbedendo a qualche ordine ricevuto e si occupano dei dazi e imposte da prelevare dal popolo per trasferirne una parte a Roma.
È proprio in uno di questi Valvassori in cui si imbatte la famiglia di Anna.
È un periodo in cui l’arroganza e l’avidità di pochi alimentavano lo sfruttamento e la sottomissione, superstizione, ignoranza e miseria assoluta, da sfruttare e dominare.
A tutto questo fa capo, appunto, il Papa. Ottaviano, ora Papa Giovanni XII, è stato uno dei papi più giovani, salito al trono a soli diciotto anni. Suo padre intuì che la soluzione ai conflitti tra papato e principato era unificare il potere spirituale e temporale in un’unica figura, appunto quella del figlio. Così alla morte del Papa precedente suo figlio si sedette sul trono papale nonostante non avesse l’età canonica per diventarlo. Viziato e immaturo, non cambiò le sue abitudini principesche e non abbracciò il suo ruolo evangelico, anzi entrò nel girone dei piaceri sfrenati, si circondò dei giovani di Roma e passava il suo tempo a giocare e nel suo harem.
Con una figura del genere alla vetta del potere tutto il resto è degrado assoluto, i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi si arricchiscono; non manca, però, chi cospira alle spalle del Papa alleandosi con i suoi nemici per poterne ricavare posizione e prestigio maggiori.
La parte sicuramente più colpita sono i poveri contadini e allevatori, la maggior parte della loro produzione deve essere versata in tasse e non è inusuale dover saltare i pranzi per un giorno o più. Consumanti dal lavoro senza avere il giusto nutrimento, la popolazione allo stremo non ha la forza di ribellarsi ad un sistema ingiusto. Pelle e ossa come sono l’aspettativa di vita è molto bassa, sempre se sei abbastanza fortunato da non morire per malnutrizione o malattie.
Tutto ciò ha reso questo periodo, forse, uno dei periodi peggiori in cui vivere.
Salve lettori!
Oggi partecipo al blog tour per una nuova uscita Mondadori, ovvero “I Giorni del Ferro e del Sangue” di Santi Laganà, romanzo storico ambientato nell’Italia del 960 d.C.
Sono anni oscuri della storia che spesso non vediamo rappresentati, ma Santi Laganà, con il suo romanzo d’esordio, ci fa immergere a pieno nella dura vita che imperversava in quegli anni.
Anna è solo una povera contadina che, insieme al padre e ai fratelli, spesso conclude le giornate di lavoro a stomaco vuoto. La maggior parte dei beni che producono con il bestiame serve per pagare le tasse che arrivano direttamente a Roma al papa.
In questi anni siede sul trono papale un adolescente volubile che abbraccia i vizi e ordina ai suoi sottoposti Valvassori di recuperare per tutto il suo reame le più belle giovani fanciulle e portarle al suo cospetto. È per questo che la famiglia di Anna si troverà alla porta il più vicino Valvassore con un manipolo di soldati per recuperare la giovane; il padre però nega la sua esistenza cercando di salvarla e andando incontro alla morte insieme a tutti i suoi figli più piccoli.
L’unico a salvarsi è il fratello più grande, preso per renderlo schiavo e rivenderlo al miglior offerente. In tutto questo Anna è nascosta poco lontano da casa e assiste alla maggior parte delle brutalità inflitte alla sua famiglia, senza però avere il coraggio di farsi avanti. Alla partenza dei soldati, decide che da adesso in poi il suo scopo sarà ritrovare e liberare il fratello, l’ultimo membro rimasto della sua famiglia.
Essere una donna da sola in viaggio è molto pericoloso ed è quasi impossibile per lei che non si è mai allontanata da casa sua, per questo si affida prima a dei religiosi fidati che la aiutano a trovare ospitalità in un piccolo villaggio per poi partire in solitaria alla volta di Roma.
Durante il suo viaggio attraverso i territori dello stato alla ricerca del mercante che ha comprato suo fratello, si imbatterà in personaggi che diventeranno suoi improbabili compagni: un cavaliere di mezza età riservato e dal passato misterioso che la salva da una violenza e poi si appassiona al coraggio e alla passione per la missione della ragazza; un vecchio che si accompagna a chi gli può dare protezione e che si rivela possedere un’insolita istruzione e intelligenza; e un giovane cacciatore il cui fratello è appena morto e che non ha prospettive nella vita.
Oggi partecipo al blog tour per una nuova uscita Mondadori, ovvero “I Giorni del Ferro e del Sangue” di Santi Laganà, romanzo storico ambientato nell’Italia del 960 d.C.
Sono anni oscuri della storia che spesso non vediamo rappresentati, ma Santi Laganà, con il suo romanzo d’esordio, ci fa immergere a pieno nella dura vita che imperversava in quegli anni.
Anna è solo una povera contadina che, insieme al padre e ai fratelli, spesso conclude le giornate di lavoro a stomaco vuoto. La maggior parte dei beni che producono con il bestiame serve per pagare le tasse che arrivano direttamente a Roma al papa.
In questi anni siede sul trono papale un adolescente volubile che abbraccia i vizi e ordina ai suoi sottoposti Valvassori di recuperare per tutto il suo reame le più belle giovani fanciulle e portarle al suo cospetto. È per questo che la famiglia di Anna si troverà alla porta il più vicino Valvassore con un manipolo di soldati per recuperare la giovane; il padre però nega la sua esistenza cercando di salvarla e andando incontro alla morte insieme a tutti i suoi figli più piccoli.
L’unico a salvarsi è il fratello più grande, preso per renderlo schiavo e rivenderlo al miglior offerente. In tutto questo Anna è nascosta poco lontano da casa e assiste alla maggior parte delle brutalità inflitte alla sua famiglia, senza però avere il coraggio di farsi avanti. Alla partenza dei soldati, decide che da adesso in poi il suo scopo sarà ritrovare e liberare il fratello, l’ultimo membro rimasto della sua famiglia.
Essere una donna da sola in viaggio è molto pericoloso ed è quasi impossibile per lei che non si è mai allontanata da casa sua, per questo si affida prima a dei religiosi fidati che la aiutano a trovare ospitalità in un piccolo villaggio per poi partire in solitaria alla volta di Roma.
Durante il suo viaggio attraverso i territori dello stato alla ricerca del mercante che ha comprato suo fratello, si imbatterà in personaggi che diventeranno suoi improbabili compagni: un cavaliere di mezza età riservato e dal passato misterioso che la salva da una violenza e poi si appassiona al coraggio e alla passione per la missione della ragazza; un vecchio che si accompagna a chi gli può dare protezione e che si rivela possedere un’insolita istruzione e intelligenza; e un giovane cacciatore il cui fratello è appena morto e che non ha prospettive nella vita.
«Sono tempi difficili,
figlia mia... tempi in cui il demonio sembra tornare alla carica per
seminare il suo veleno dappertutto. La gente è cattiva, laida...»
«Vedo solo miseria e disperazione in giro. Ferro e sangue.»
«Vedo solo miseria e disperazione in giro. Ferro e sangue.»
Ho intrapreso questa lettura perché mi piace molto il genere storico, anche se ultimamente non lo leggo spesso, e soprattutto mi interessava l’avventura che una semplice ragazza poteva affrontare in quegli anni così duri.
Anna, infatti, rappresenta il più basso scalino della società, ma nonostante questo ha coraggio e grinta da vendere che rasentano l’incoscienza, dato che parte per andare a salvare il fratello da sola e senza certezze.
La sua più grande disgrazia è essere bella, durante tutto il libro tornerà spesso questo tema che è un aspetto molto interessante da analizzare; a quel tempo le donne erano considerate inferiori, al di sotto anche dei cavalli, praticamente solo buone per essere stuprate e generare figli, e in questo senso il romanzo racconta tutto in un modo crudo che mi ha fatto spesso rabbrividire.
Anna, essendo una giovane donna e più carina della media, sarà sempre presa di mira, ma verrà temprata da queste atroci esperienze che la forgiano trasformandola da ragazzina a donna forte. In questa situazione aveva solo due scelte: spezzarsi e morire dentro o rialzarsi più forte di prima venendo a patti con la realtà del mondo che la circonda.
Questo argomento, che permette di riflettere molto, è stato uno tra i miei aspetti preferiti e, per questo, avrei preferito uno sguardo e un approfondimento introspettivo ancora maggiore, per far risaltare quanto la violenza e l’oppressione sulle donne sia stata, purtroppo a volte ancora oggi, così distruttiva.
Venendo agli altri personaggi, devo dire che non mi hanno lasciato molto e li ho trovati piatti. Spesso cercavo di capire la loro logica per comprendere alcune scelte, ma senza riuscirci a pieno.
Tutta la prima parte del romanzo mi stava piacendo un sacco tra la spericolata Anna che andava contro a ciò che gli dicevano di fare, facendo di testa sua, e la curiosità a proposito dell’ambientazione storica, ma i diversi punti di vista che hanno iniziato a cambiare e sovrapporsi più volte all’interno dei capitoli mi hanno lasciato interdetta e a volte hanno spezzato l’interesse che avevo per la scena di cui stavo leggendo. Spesso e volentieri ho trovato poco interessanti alcuni punti di vista e, secondo me, la storia sarebbe potuta essere migliore scegliendo uno stile narrativo diverso.
Ritornando un attimo ai personaggi, per tutto il libro ho aspettato trepidante l’entrata in scena del Papa, figura enigmatica che detiene tutto il potere e colui a cui ruotano intorno tutte le vicende, così chiacchierato da tutti i personaggi. Con la sua presenza mi aspettavo anche di poter avere uno sguardo incentrato sulle lotte di potere interne al Vaticano o comunque sotterfugi e macchinazioni politiche che adoro.
L’ho aspettato fino all’ultima pagina e sono rimasta delusa di non vederlo all’interno della storia, ma questo è una nota totalmente soggettiva e che, magari, non ha disturbato nessun altro.
L’aspetto che più mi è piaciuto, in conclusione, è stata l’ambientazione storica. Non avevo mai letto prima di anni di questo genere in Italia e, seppure io non sia un’esperta, sono molto affascinata dalla storia e apprezzo poter passare il tempo leggendo un romanzo e al contempo apprendere di più.
Non posso dare un’opinione esperta, ma vedo lo studio che c’è stato dietro questo romanzo, anche se mi hanno fatto notare un’inesattezza presente già nei primi capitoli: ad Anna viene offerta una zuppa di montone, porri e patate, peccato però che le patate in Europa arriveranno solo dopo 500 anni, importate dall’America.
È un piccolo dettaglio che i meno informati neanche noteranno ma, dato che siamo davanti ad un romanzo storico, i più pignoli potrebbero non gradire.
Nel complesso è stata una bella lettura, con i suoi difetti e aspetti che non ho apprezzato a pieno, ma ho seguito con interesse e curiosità l’avventura di Anna e dei suoi compagni di viaggio, tanto che a volte facevo fatica a staccarmi dalla lettura. Consiglio questo libro a chi vuole saperne di più su questo periodo storico.
Vi auguro una buona lettura!
Voto libro - 3.5
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