In fuorigioco



Genere: Sport romance m/m

Autore: Taylor Fitzpatrick

1 Settembre 2020


Mike Brouwer ha lottato per tutta la vita. Ha lottato per la sua famiglia, per i suoi compagni di squadra, per proteggere se stesso senza mai abbassare la guardia. Ha lottato per ottenere un posto nella National Hockey League e l'unica maniera per riuscire a conservarlo è usare i pugni, per il divertimento dei tifosi e per proteggere la sua squadra. 
Liam Fitzgerald è una recluta con dodici anni meno di Mike e più talento nel suo dito mignolo di quanto Mike ne abbia in tutti e due i pugni. È il giocatore più piccolo sul ghiaccio, ma non permette mai che quello gli impedisca di ottenere ciò che vuole. E a quanto pare, ciò che vuole è Mike e quella è una battaglia che Mike si ritrova a perdere. 
Mike sapeva che sarebbe stato un errore permettere a quella recluta di infilarsi nel suo letto, ma non sapeva che quell'errore lo avrebbe seguito per il resto della sua vita.

Hi guys,
Oggi vi parlo del libro “In fuorigioco” di Taylor Fitzpatrick, tradotto da Cristina Massaccesi.

Parlare di questo libro è un po' difficile, perché anche se ho metabolizzato, ancora non sono certa di cosa ho provato al 100%.
Mi spiego meglio. Questo libro mi ha lasciata per circa il 98% con un NI in testa. Bello? Sì, ma mancava qualcosa.
È stato proprio lo stile dell'autrice a non convincermi, non sono riuscita ad entrare nella storia come volevo.
I dialoghi sono pochi e molto semplici e insieme a una narrazione con i punti di vista alternati, non mi hanno aiutata per nulla.
È tutto molto poetico e leggero, ci sono elementi che nell'insieme mi hanno dato l'impressione che le varie vicende non stessero accadendo davvero, come se fosse un sogno, un racconto quasi distaccato in certi punti, mentre in altri era assolutamente profondo e alcune frasi spezzavano il cuore.
Fin qui forse il mio voto sarebbe stato più basso, perché anche se oggettivamente la storia è davvero bella, bellissima direi, per me mancava di quel pizzico di dinamismo che mi piace trovare nei libri.
Il finale però, quello, anche se me lo aspettavo, mi ha uccisa.
Il mio cuore tenero non può sopravvivere e non può resistere a finali così, non posso neanche dirvi al 100% com'è perché sarebbe ovviamente uno spoiler enorme, ma vi assicuro che ci vuole una bella scorta di fazzoletti.

Definire semplicemente questo romanzo come una storia d'amore non è possibile: è una denuncia contro la parte negativa e spesso poco conosciuta di molti sport violenti, delle ripercussioni fisiche sui giocatori a breve e soprattutto a lungo termine.
Tutti i giorni sentiamo di uno sportivo vittima di un infortunio, ma non ci soffermiamo mai a pensare ai problemi che avrà al di fuori del campo, in questo caso l'autrice lo fa.
Forse hockey e football sono gli sport più conosciuti per la loro violenza, ma non si parla mai veramente di tutto ciò, per questo ho apprezzato molto la campagna intrapresa dall'autrice, che ci mostra l'esperienza a 360°, vista anche dal punto di vista dei compagni e dei familiari.

La storia di Mike e Liam è dolcissima, qualcosa di romantico e davvero particolare, mi ha emozionato e avrei voluto tante altre interazioni tra loro, soprattutto, come dicevo, sotto forma di dialoghi.
Mike e Liam sono totalmente diversi: uno è grande, grosso e burbero, quasi incapace di dimostrare sentimenti; l’altro è compatto, agile ed esuberante, impossibile per lui non dimostrare ciò che prova, le emozioni sono sempre visibili sul suo viso. La loro è una storia iniziata per “sfinimento" che si trasforma in tutt'altro.

“«Okay, ragazzo,» dice Mike per placarlo e, inaspettatamente, Fitzgerald ricambia il suo sorriso. Mike pensa, a posteriori, che forse i suoi guai sono cominciati proprio lì.”

Non è un libro semplice né leggero, ci vuole un certo mood mentale per leggerlo.
Il mio consiglio? Distraetevi con qualcosa di rilassante subito dopo, serie TV, libri divertenti, insomma dovete fare una terapia d'urto al contrario.
In ogni caso, lo consiglio assolutamente!


Voto libro - 4




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