L'ultimo sorriso di Sunder City


Autore: Luke Arnold

Genere: Fantasy

10 Settembre 2020

Voglio un caso vero. Un’occasione di fare qualcosa di buono. Perché è colpa mia se la magia non tornerà mai più.
Mi chiamo Fetch Phillips, come è scritto sulla porta. Ci sono tre cose che dovreste sapere prima di ingaggiarmi:
La mia sobrietà vi costa un extra.
I miei servizi sono confidenziali.
Non lavoro per gli umani.
Niente di personale, perché sono umano anch’io. Ma dopo quanto successo, non sono gli umani ad aver bisogno del mio aiuto.


Salve a tutti!
È un periodo un po' lento per le mie letture, forse il caldo o la stanchezza di non essere ancora in ferie, ma appena visto questo libro ho dovuto assolutamente leggerlo e mi ci sono buttata dentro tipo la piscina con 40 gradi all'ombra.
Il libro di cui parlo è "L'ultimo sorriso di Sunder City" di Luke Arnold, edito in Italia dalla Nuè edizioni, che ringrazio tantissimo per la copia omaggio.
Se il nome dell'autore non vi è nuovo, sicuramente dipende dal fatto che avete visto Black Sails, la serie TV sui pirati che è nella mia TBW List.
Quello che mi ha colpito fin da subito è la narrazione efficace e diretta, come un pugno allo stomaco, che sembra assurda se si considera l'ambientazione squisitamente fantasy del testo.
Invece non solo è perfetta, ma trascina e incalza il lettore con un ritmo a cui è impossibile resistere.
Iniziamo con ordine: Fetch Phillips è un uomo al soldo, o meglio un detective, che rifiuta tuttavia i clienti umani ma lavora solo per quelli che un tempo erano state creature magiche.
Nel continente di Sunder City, infatti, esistono creature magiche e umani, ma qualche anno prima gli umani hanno trovato la fonte della magia, il fiume magico sacro nascosto tra le montagne, e nel tentativo di appropriarsi di ciò di cui erano tanto invidiosi distrussero il fiume, portando via la magia dal mondo.
Così le creature collassarono, essendo la loro essenza intrisa di una magia che non esiste più.
Al centro del disastro è proprio il nostro anti eroe, un ubriacone disilluso e che vive una giornata alla volta sotto effetto di alcol e sedativi forti, per placare il dolore mai sopito di antiche ferite, ma soprattutto ottenebrare il senso di colpa gigantesco che si porta dietro da quella fatidica giornata in cui tutto è cambiato.


"C’è sempre stata l’oscurità. Ma c’era anche la luce a sfidarla. Ora la luce si è spenta. Non cercare di essere un salvatore, perché il vecchio mondo non può essere salvato. Non cercare di essere un eroe della storia, perché la storia è morta. Ogni sentiero che fu percorso è stato cancellato e non esiste mappa, messaggio, vangelo, dio. Ci sei solo tu, solo nell’oscurità, a decidere come fare il primo passo. Se c’è un futuro, è così che sarà determinato. Non per aver vinto guerre o medaglie o fama, ma per aver cercato nel buio e, quando l’avrai trovata, aver retto la luce."

Viene contattato dal preside di una scuola speciale per i figli delle ex creature magiche, in quanto è scomparso uno dei professori più entusiasti del progetto, un vampiro senza più canini e sete di sangue. Durante le indagini a cui Fetch si dedicherà trascinando il suo corpo martoriato da una parte all'altra di Sunder City, scopriremo gli antefatti e l'ambientazione, un passo alla volta, mentre i fili della matassa che è il caso in apparenza semplice si dipanano un pezzettino alla volta.
Non posso raccontare molto più di questo perché sarebbe spoiler e rovinerebbe la lettura, ma posso garantire che la costruzione della trama, dei personaggi e dell'ambientazione è semplicemente magistrale.
Per tutta la lettura ho sofferto con il protagonista, che racconta in prima persona la storia presente e passata.
E anche se ispira simpatia, a volte volevo prenderlo a badilate. Almeno fino al suo riscatto in alcuni punti alla fine, in cui volevo solo abbracciarlo e dirgli che poteva anche riposare.
Tale è la bravura dell'autore da rendere reali i personaggi, le situazioni ma soprattutto le emozioni che suscitano, forti e verosimili. Ho riso in alcuni passaggi e sono stata per tutto il libro con il fiato sospeso, con quel senso di attesa che non è stato deluso. La prosa inoltre è diretta, ma a tratti anche filosofica e poetica.
"Non si misurava l’età in anni, ma in lezioni imparate ed errori ripetuti, e dalla difficoltà con cui si accendeva la speranza nel cuore. Vecchio significava disilluso e cinico e stanco. E dio, se ero stanco."
Ho sottolineato duemila passaggi, ma ne riporto solo alcuni per mancanza di spazio. Posso solo dirvi che dovete assolutamente leggere questo libro!



Voto libro - 5



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