L'uomo vestito di nero
Genere: Horror
Autore: Stephen King
10 Novembre 2020
«Penso che qualcuno leggera le mie parole. Resta da chiedersi se ci credera o no. Quasi certamente no, ma non ha importanza. Non mi interessa essere creduto, ma liberarmi. E ho scoperto che la scrittura puo essere una forma di liberazione.» Gary è un uomo molto anziano. Sente il suo corpo sgretolarsi come un castello di sabbia lambito dalle onde; sente una fitta nebbia avvolgere i ricordi di oggi e di ieri. Eppure, un episodio del passato più lontano brilla nitido nella sua memoria, come una stella oscura nelle costellazioni dell'infanzia: il pomeriggio di mezza estate in cui, quando aveva nove anni, si addentrò nel bosco per andare a pescare al torrente e incontrò un uomo tutto vestito di nero. Uno sconosciuto dagli occhi di fuoco. I tratti di quel volto spaventoso e le parole terribili che uscirono da quella bocca, terrorizzandolo da bambino, hanno tormentato Gary per tutta la vita, come un lungo incubo. E proprio adesso sente l'urgenza di mettere nero su bianco ogni dettaglio. Nella speranza che la scrittura lo liberi da quell'ossessione. E per esorcizzare la paura di incontrarlo di nuovo, ora che si sente prossimo alla fine.
Recensione
Ciao a tutti voi, lettrici e lettori!
Penso che tutti voi abbiate letto, almeno una volta nella vita, una storia horror. Che sia un semplice creepypasta metropolitano o un volume di Piccoli Brividi, non ha importanza. Altra verità innegabile è che tutti voi abbiate sentito il nome di Stephen King.
Ebbene sì, oggi sono qui per parlare di “L’uomo vestito di nero”, suo vecchio racconto pubblicato da Sperling & Kupfer in un’edizione nuova e illustrata.
“Quindi, sì: penso che qualcuno leggerà le mie parole. Resta da chiedersi se ci crederà o no.”
Il racconto si apre con l’ormai anziano Gary che, un giorno, decide di prendere tra le mani un diario e appuntarvi una storia vissuta su pelle durante la sua infanzia. È la storia dell’uomo vestito di nero.
Il piccolo Gary, che tempo prima aveva perso suo fratello Dan a causa della puntura di un’ape, va a pescare. Prima di dirigersi al canale, i suoi genitori gli raccomandano di non andare oltre la biforcazione. Quando vi giunge si posa di fianco ad un masso. Poco dopo un uomo elegante, vestito completamente di nero e dagli occhi color del fuoco, lo sorprende lì da solo. Il suo volto rimarrà impresso nella mente di Gary fino alla vecchiaia, così come le parole perfide che quel Diavolo in persona pronunciò.
“Fino a quel sabato del 1914, pensavo che gli orsi fossero il pericolo più grande che si potesse nascondere nella foresta.
Ora sapevo di sbagliarmi.”
Sapete, ho sempre avuto una profonda stima per Stephen King e ho da sempre considerato la sua persona un Re della letteratura horror.
Di conseguenza, mai mi sarei aspettata di ritrovarmi davanti a una delusione così colossale.
La trama di fondo è davvero scarna, priva di elementi avvincenti che riescano a tenere il lettore incollato alle pagine. Non c’è suspense, inquietudine o angoscia nelle sue righe.
Vi sono soltanto lunghe descrizioni e varie ripetizioni che hanno, come unico intento, quello di allungare il brodo.
I personaggi sono quasi soltanto accennati, fatta eccezione per il nostro uomo vestito di nero, il Diavolo in persona. Sappiamo che è un uomo abbigliato di tutto punto, dagli occhi completamente arancioni, gli artigli giallognoli, e che emana calore. Inoltre, è sboccato e davvero volgare. L’unica cosa elegante che ha sono i vestiti.
Speravo in qualcosa di più intenso, seppur nella sua brevità. Purtroppo, le mie aspettative erano fin troppo alte, se non irraggiungibili.
King, ma cosa mi combini?
Le uniche cose che ho amato di questa edizione sono le illustrazioni e il racconto di Hawthorne alla fine. Ed è proprio a questi due elementi che dedico il mio voto.
Sarah
Voto libro – 2
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