La mia prediletta


Genere: Thriller psicologico

Autore:  Romy Hausmann 

In una notte gelida, un’ambulanza porta in ospedale una donna investita da un’auto sul ciglio del bosco. È incosciente e senza documenti. Con lei c’è una bambina dalla pelle bianchissima e gli occhi di un azzurro glaciale. L’unica informazione che riesce a dare su sua madre è che si chiama Lena. A poco a poco, però, lo strano comportamento della piccola insospettisce i medici. Non conosce il suo cognome, né il nome di suo padre, né l’indirizzo di casa: vivono chiusi in una capanna perché «nessuno li deve trovare». E il terrore sale quando la bambina afferma innocentemente, come se fosse la cosa più normale del mondo, che sua madre «ha ucciso per sbaglio papà», ma non serve chiamare la polizia perché hanno lasciato il fratellino Jonathan a ripulire quelle brutte macchie rosse sul tappeto...

Appena viene avvisato, il commissario capo Gerd Brühling ha subito un’intuizione: quella donna non può essere che Lena Beck, la figlia del suo migliore amico, scomparsa 14 anni prima. Ma c’è qualcosa di vero in ciò che racconta quella strana bambina? Come ritrovare la capanna, il fratellino e il cadavere del rapitore, se davvero è stato ucciso?
All’arrivo dei genitori di Lena in ospedale, una realtà ancora più sconcertante verrà alla luce. E sarà difficile districarsi in questa rete di verità, fantasie infantili, indizi contrastanti.


Salve Confine,
lo scorso ottobre, grazie a Giunti, sono venuta in possesso di un thriller psicologico molto, molto interessante come non ne leggevo da tempo.
Si tratta di “La mia prediletta”, romanzo d’esordio di Romy Hausmann, di cui nel 2021 uscirà il secondo libro che non vedo già l’ora di leggere.

Una sconosciuta, vittima di un incidente sulla strada, viene portata in ambulanza in ospedale seguita da una bambina; le sue condizioni sono critiche e il personale del pronto soccorso si affida alla bambina, Hannah, che dice di esserne la figlia, per cercare di stabilirne l’identità e la residenza per poter avvisare il marito o, comunque, un familiare.
Il quadro che esce fuori, dalle poche informazioni carpite alla bambina, è davvero inquietante, come la bambina stessa.
I racconti della piccola fanno presumere che vivano in una capanna in mezzo al bosco e che il padre adesso si trovi steso sul pavimento di quella capanna, dopo che la sua testa ha fatto lo stesso rumore di un cocomero che cade a terra. Inoltre emerge l’esistenza di un altro bambino più piccolo, il fratellino di Hannah, rimasto nella capanna per pulire le macchie di sangue dal tappeto, e tantissimi altri indizi, che la bambina si ostina a non chiarire, che mettono subito in allarme l’intero pronto soccorso e la polizia, in quanto fanno presumere che la donna e i bambini siano vittime rinchiuse nella capanna da un uomo che li tiene prigionieri.
Nel frattempo, in un luogo vicino, Mathias, un uomo di mezza età, viene contattato da un amico in polizia che gli comunica che forse la figlia Lena, scomparsa circa quindici anni prima, è stata ritrovata.
Quando l’uomo, insieme alla moglie, si reca al pronto soccorso per riconoscere la figlia, parte una serie di eventi davvero incredibili.
La donna vittima dell’incidente, che la figlia Hannah ha identificato come Lena, e che sembra corrispondere alla descrizione della figlia scomparsa di Mathias, cicatrice sulla fronte compresa, in realtà non è quella Lena.
Allora chi è?
Cosa è successo veramente a Lena e cosa c’entra con quelle persone?
Chi è l’uomo nella capanna e quali orrori nasconde quel luogo in mezzo al bosco?

“È difficile da accettare, ma forse è semplicemente così. Quello è amore. Non importa se malato, morboso e malintesa, rimane pur sempre amore. L’amore che ci muove, che ci rende mostri, ognuno a modo suo.”

Bellissimo thriller psicologico ricco di tensione e colpi di scena, come non ne leggevo da moltissimo tempo.
Con uno stile pulito e incisivo, un linguaggio d’impatto e personaggi perfettamente caratterizzati, la scrittrice è riuscita a regalare a noi lettori una storia dove nulla è come sembra, dove ogni evento sembra negare il precedente, dove ogni personaggio sembra essere vittima e carnefice e i contorni di ogni fatto si confondono fino a scomparire.
C’è una donna che riesce a scappare dal suo aguzzino, che ha costruito, giorno dopo giorno, fingendo di adattarsi a una realtà malata e pericolosa, la sua occasione di libertà e che, nonostante finalmente la ottenga, continua a vivere imprigionata, condizionata dal suo carnefice, anche se questi non può farle più del male.
E ci sono due bambini, due innocenti creature che hanno vissuto sempre e solo quella realtà, costituita dal padre malato, che per loro corrisponde alla normalità, che operano e agiscono secondo le “regole” stabilite per loro e che non riescono a distinguere il giusto dal suo contrario.
Una volta appurato che Jasmin, questo il vero nome della donna dell’incidente, non è la loro vera madre, vengono portati in un ospedale psichiatrico per l’infanzia e entrambi avranno reazioni diverse alle conseguenze di queste esperienze.

Hannah ci sorprenderà e inquieterà pagina dopo pagina.
Molti dei capitoli salienti, ma anche i più inquietanti, saranno raccontati dal suo punto di vista.
E poi c’è Mathias, un padre rassegnato alla scomparsa della figlia, avvenuta 15 anni prima, che vede rifiorire la speranza per un breve momento e che la perde in maniera tragica subito dopo. Un nonno che non sapeva di esserlo, che ritrova la figlia nel pallido viso della nipotina, che lotta e combatte ma che non ci convince del tutto, come la maggior parte dei personaggi in questa storia.
In effetti quello che sembra emergere dal romanzo è che nulla è come appare e che nessuno è chi dice di essere. Chi è la persona che ci sta vicino? La conosciamo veramente?

Senza dilungarmi troppo per evitare di raccontarvi tutto, vi invito a comprare e leggere questo romanzo, soprattutto se, come me, siete amanti del genere e vi piace perdere il cervello dietro alle vicende per cercare di capire qual è la verità.
Io sono rimasta piacevolmente impressionata da questa inquietante storia fatta di rapporti morbosi travestiti da amore, e non vedo l’ora di mettere le mani sul prossimo romanzo di questa sorprendente autrice.


Voto libro – 4.5




 

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