I gatti di Ulthar e altri racconti

 Genere: Horror

Autori: Giuseppe Congedo - Antonio Montano

15 Dicembre 

Quattro storie. Quattro viaggi nell'incubo che ci raccontano di un Lovecraft agli inizi della sua folgorante carriera. Se vi aspettate divinità cosmiche urlanti al centro dell'universo o creature tentacolate che emergono dal fondo di abissi ribollenti, siete fuori strada. Ancora lontani dagli orrori cosmici che lo avrebbero reso una leggenda, i racconti proposti in questo volume (Il terribile vecchio, I gatti di Ulthar, L'estraneo, Il Segugio) porteranno alla luce (o copriranno di ombre minacciose) un Solitario di Providence precedente all'avvento dei Grandi Antichi.




Salve lettori e lettrici del Confine!
Mi sono imbattuta in una lettura insolita per me, grande amante dei romanzi rosa nelle varie sfumature. Sto parlando di “H.P. Lovecraft: I gatti di Ulthar e altri racconti”, graphic novel a cura di Giuseppe Congedo e Antonio Montano, edita da Edizioni NPE nella sua Collana Horror. Ringrazio infinitamente la casa editrice per avermi omaggiata della copia digitale che mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quando divoravo fumetti come non ci fosse un domani.
In questa graphic novel sono raccolti quattro racconti del famoso H.P. Lovecraft agli albori, quindi non mi sono imbattuta nel “classico” horror che ci si aspetta dai suoi racconti, ma ho piuttosto trovato elementi che tendono a far salire suspense e inquietudine, con particolari aggiunte di “disgusto” (positivo, si intende). “Il terribile vecchio”, “I gatti di Ulthar”, “L’estraneo” e “Il Segugio” sono i titoli in questione e sono tutti commentati in un’appendice finale particolarmente esplicativa seppur breve.
“Il terribile vecchio” racconta di tre uomini che escogitano una rapina ai danni di un anziano che vive solo ma che paga sempre con monete di valore. Nessuno sa cosa combini nella sua casa, ma nessuno poteva neanche immaginare quanto macabre le sue usanze sarebbero state.

“Bentrovati, compagni! il vostro capitano è tornato. Vi sono mancato, eh? Prometto di non lasciarvi più soli così a lungo!”

“I gatti di Ulthar” racconta di come l’arrivo di una strana compagnia di viandanti porti giustizia ad Ulthar, dove due sadici contadini seviziano e uccidono ciascun felino capiti loro sotto tiro.
“L’estraneo” è il racconto più introspettivo e più “spaventoso” dei quattro. Narra una storia di buio e solitudine, una storia nella quale l’avverarsi di un sogno può diventare l’incubo peggiore.

“Nessun insegnante mi ha guidato. In tutti quegli anni non ricordo di aver mai udito una voce umana. Anche la mia mi è sconosciuta.”

“Il Segugio” è, invece, il racconto più inquietante di questi. I protagonisti sono due collezionisti di opere di valore trafugate dalle tombe dei cimiteri più disparati, fino a quando un vecchio amuleto non darà loro la lezione più importante nel peggiore dei modi.
Il vero “tocco” è dato dallo stile delle tavole, dove i colori accrescono ogni sensazione. Lo stile è diretto, pulito, adatto alla lettura anche per i più giovani, magari non proprio per i bambini, ma trovo possa essere una valida lettura anche per iniziare alla lettura animi avventurosi.
Il mio racconto preferito è senz’altro “L’estraneo”, sia per il lavoro introspettivo che per l’ambientazione. “Il segugio” mi ha invece lasciata con il fiato sospeso fino alla fine, con una perenne sensazione di ansia. Mentre i primi due non mi hanno particolarmente conquistata.
Ho molto apprezzato l’appendice, soprattutto vista la mia scarsa conoscenza del genere e dell’autore, mia grande lacuna.
Sono tutti racconti molto brevi, facilmente leggibili in brevi pause o uno dopo l’altro in qualche ora. Una raccolta molto consigliata sia agli amanti del genere horror sia a chi ha voglia di provare qualcosa di nuovo ma non è ancora pronto a un “grande salto”.
Buona lettura e alla prossima!


Voto Libro - 4





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