Il fantasma di Canterville

 


Genere: Racconto gotico 

Autore: Oscar Wilde 

16 settembre 2021 

Hiram Otis, ambasciatore degli Stati Uniti in Inghilterra, si è appena trasferito a Canterville Chase con la moglie e i quattro figli quando scopre che tutto ciò che il precedente proprietario gli ha raccontato è vero, il castello è infestato da un fantasma: una sinistra macchia di sangue compare sul pavimento della biblioteca, e le notti sono funestate da inquietanti cigolii di catene, tonfi, lamenti. Gli Otis però non si lasciano intimidire, e a tutti i tentativi di spaventarli reagiscono con il tipico pragmatismo degli americani: lavano via la macchia di sangue, offrono al fantasma del lubrificante per le catene, e i pestiferi gemelli gli giocano ogni sorta di orribili scherzi. L’unica a provare un briciolo di compassione è la piccola Virginia… Ma avrà la forza di aiutarlo a trovare la pace? 

Pubblicato in due puntate sulla rivista The Court and Society Review nel 1887, Il fantasma di Canterville è uno dei più celebri racconti di Oscar Wilde, una raffinata favola gotica che mette a confronto con sottile ironia l’alta società inglese e la borghesia americana, ma al tempo stesso invita a riflettere sul significato della vita e della morte, dell’amore e del perdono, e sull’importanza di saper accettare chi è diverso da noi.


Salve lettrici e lettori! 
La HarperCollins mi ha fatto il graditissimo dono di una copia de “Il fantasma di Canterville” di Oscar Wilde nella loro nuovissima edizione dei classici.
Quindi li ringrazio sia per la bellissima copia, ma soprattutto per avermi dato la possibilità di rileggere uno dei miei racconti preferiti da bambina. 
A casa ho un’edizione vecchissima del racconto, con il prezzo in Lire addirittura, con delle bellissime illustrazioni, che ho riletto più e più volte. Ripensando a questa lettura ricordo le tante risate, così come la tristezza delle ultime pagine. 
È stato un piacere, quindi, rileggere questa storia che è rimasta impressa nel mio cuore e nella mia mente. 
Per chi non conoscesse il racconto di Oscar Wilde, diamo un po’ di contesto. 

“Quando Hiram B. Otis, ambasciatore americano, acquistò Canterville Chase, tutti gli dissero che stava per fare una gran sciocchezza, poiché non c’era assolutamente alcun dubbio che la dimora fosse infestata dai fantasmi.”

L’ambasciatore degli Stati Uniti, Hiram Otis, si trasferisce con la famiglia in Inghilterra, a Canterville Chase. Prima di lasciare la dimora, Lord Canterville avverte gli americani che la casa è infestata dal fantasma di uno dei Lord di Canterville, un assassino. Il fantasma ha reputazione di aver fatto ammalare, impazzire, morire di paura, fatto scappare tantissime persone grazie alle sue eccelse interpretazioni. 
Il fantasma è pronto a dare il meglio, ma questa nuova famiglia, sfacciata e poco impressionabile, non è il suo solito pubblico. 
Il fantasma non ha più le forze di tormentare e torturare, i suoi sforzi sono sprecati e l’unico risultato che ottiene è stare male. Ma potrà mai liberarsi da questa sua condizione?
 
“Temo che lo spettro esista davvero” disse Lord Canterville sorridendo, […]. È famoso da tre secoli, fin dal 1854, e appare sempre prima della morte di un membro della nostra famiglia.”
“Be’, anche il medico di famiglia si presenta sempre nelle stesse circostanze, Lord Canterville.”

La rilettura è molto importante, soprattutto con i classici, perché ad ogni lettura, in una fase diversa della nostra vita e crescita, corrisponde una visione differente, una comprensione diversa, un’attenzione particolare a un altro elemento del libro. 
Da bambina ridevo delle sfortune del fantasma, stavolta la mia attenzione si è soffermata invece sul modo così originale e ironico con cui l’autore ha voluto distinguere la vecchia aristocrazia inglese, bloccata nel passato di antiche dimore e nobili fantasmi di famiglia, dalla borghesia americana, avida fruitrice di smacchiatori, legata alla logica dei fatti e con lo sguardo sempre rivolto al futuro. 
Le differenze sono così evidenti e ilari per il modo in cui sono sottolineate. 
Anche le risate sono state inferiori, perché stavolta ho provato pietà per quel fantasma che si è ritrovato spaesato nella sua stessa casa. Gli americani sono diversi dagli inglesi, non si lasciano impressionare dai suoi trucchi. Ha passato gli ultimi secoli a spaventare e infestare la casa, il suo unico obiettivo nella morte, ma adesso è lui ad essere tormentato, lui che non può adattarsi ad un nuovo mondo a cui non potrà mai appartenere. 
I capitoli finali, invece, mi hanno emozionato proprio come da bambina. La speranza, l’amore, il perdono, la bontà, illuminano l’anima come sotto un chiaro di luna e la risollevano come un mandorlo finalmente in fiore. 

La nuova raccolta dei classici HarperCollins contiene tanti altri bellissimi capolavori della letteratura, ma sono contenta di aver riletto “Il fantasma dei Canterville”. È anche in tema per Halloween! 
Baci 


Voto libro - 4




You Might Also Like

0 comments