I fiori della morte
Autore: J. J. Ellis
27 gennaio 2022
Giornalista inglese trapiantata a Tokyo, Holly Blain è stanca di doversi occupare di zuccherose popstar per adolescenti. È a caccia di notizie vere, stimolanti. Cronaca nera. Quando incontra l'ispettore Tetsu Tanaka capisce di avere finalmente fra le mani la grande occasione che aspettava: una ragazza svedese, Elin Granqvist, viene trovata morta, e nelle stesse ore scompare Marie-Louise Durand, francese. Tanaka è un poliziotto ligio alle regole, e non vorrebbe coinvolgere una giornalista così ambiziosa in un'indagine tanto delicata. Ma l'ispettore non ha scelta: grazie al suo look androgino, Holly riesce a mimetizzarsi perfettamente nello sterminato alveare di Tokyo, scoprendo elementi decisivi per l'indagine. Le intuizioni di Holly e Tanaka portano a delineare la figura di un misterioso killer, ossessionato dalla fioritura dei ciliegi e dai minuziosi rituali della tradizione del suo Paese, e con una morbosa predilezione per Roy Orbison e le sue ballate intrise di malinconia. Sullo sfondo di un Giappone sospeso tra un futuro ipertecnologico e un passato immutabile, l'autore confeziona un thriller dove ogni personaggio è costretto a fare i conti con le proprie origini: un vuoto da colmare, un incubo psicologico da cui fuggire.
Ciao Lettori,
“I fiori della morte” è una delle nuove proposte della Casa Editrice Ponte alle Grazie, che ringrazio per avermi omaggiata della copia cartacea. Questo è il libro di esordio dell'autore J.J. Ellis che, in patria, ha già pubblicato il secondo volume della serie “Blain e Tanaka”.
Devo dire che uno dei motivi che mi ha spinto a recensire questo romanzo è stata l'immagine di copertina, bellissima, ed è stata un'ulteriore sorpresa, quando ho ricevuto il libro, scoprire che la copertina ha quella consistenza simile alla pelle che ultimamente vedo spesso e che mi piace veramente tanto. I miei complimenti a chi ha curato il progetto italiano.
Siamo di fronte a un thriller psicologico autoconclusivo che vede come protagonisti l'ispettore Tetsu Tanaka, a capo dell'ufficio stranieri della polizia metropolitana di Tokyo, e la giornalista Holly Blain, che all'inizio del caso è una giornalista di spettacolo presso un’importante testata giapponese, che scalpita per essere trasferita alla sezione cronaca nera.
Naturalmente, trattandosi di un romanzo ambientato in Giappone, è necessario andare oltre le apparenze e fare molta attenzione ai dettagli, che sono fondamentali e molto significativi.
Intanto i due protagonisti: Tanaka non è un giapponese puro, ma un meticcio, nato dall'unione della madre Giapponese e di padre Americano. Sembra un dettaglio da poco, ma non lo è affatto visto che, ancora oggi, i giapponesi sono profondamente xenofobi e trattano tutto ciò che non è puro in modo molto sgradevole. La sua eredità americana pesa molto sulle spalle dell'ispettore, che, nonostante abbia fattezze quasi del tutto orientali, sente molto il suo “difetto” di nascita. Essere mezzo straniero in Giappone non è una cosa semplice. Stranamente le cose sono, almeno all'apparenza, meno pesanti per Blain, che, nonostante sia Londinese e donna, è comunque riuscita ad integrarsi perfettamente nella sua Patria di adozione grazie al suo aspetto androgino e alla sua pronuncia altrettanto impeccabile.
I due si incontrano grazie all'intercessione di un lMaestro” (immagino un Maestro Sushi, siccome è il proprietario di un ristorante), così definito per tutto il romanzo, che ha preso a cuore Holly e le presenta Tanaka, perché è convinto che i due, insieme, potranno aiutarsi a vicenda nei rispettivi ruoli.
Addentrandoci nel romanzo, scopriremo i delicati meccanismi che sono alla base delle relazioni tra polizia e testate giornalistiche, delle sottoculture giapponesi e del loro sfrenato amore per tutto ciò che è legato ai ciliegi e alla loro fioritura. I fiori del titolo fanno proprio riferimento ai fiori di ciliegio e a una rarissima orchidea che cresce solo in una particolare regione dell'Hokkaido a cui il killer del nostro romanzo è particolarmente legato.
Il poliziotto e la giornalista dovranno letteralmente stanare il pericoloso assassino in una corsa contro il tempo che mette a rischio vittime tutte occidentali.
È un thriller fuori dai canoni tradizionali, l'assassino viene identificato più o meno a un terzo del libro, l'autore dà maggiore rilievo ad altri aspetti della narrazione, quali il legame che man mano si crea tra l'ispettore e la giornalista (nient'affatto romantico, quindi non vi aspettate uno sfondo romance), all'indagine di per sé, che è molto ben descritta e dettagliata, ai significati nascosti, ai sottintesi che restano oscuri agli occhi di un lettore poco attento o totalmente a digiuno riguardo alla filosofia e alla cultura giapponese.
A me è piaciuto, è scritto molto bene e lascia il giusto grado di curiosità al lettore, soprattutto riguardo il capire di più sui due personaggi, le cui vite, quella di Holly in special modo, vengono svelate solo in minima parte.
Consigliato soprattutto a coloro i quali sono affascinati dalla cultura giapponese e a chi vuole uscire fuori dai canoni classici del giallo.
Voto libro - 4
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