La saga di Legendborn


La serie è composta da: 

1. Legendborn

2. Bloodmarked

 
Genere: Fantasy

Scritto da: Tracy Deonn

12 luglio 2022

L’intrigante mondo delle società segrete dei college americani fa da sfondo a un’avventura che arriva fino alla leggenda di re Artù.

Un’avventura ricca di colpi di scena e di magia, dove la leggenda dei cavalieri della Tavola Rotonda si intreccia con la tradizione troppo spesso dimenticata degli schiavi neri d’America.

Dopo che sua madre perde la vita in un incidente, la sedicenne Bree Matthews vuole lasciarsi tutto alle spalle. Il programma di studio per liceali promettenti organizzato dall’università della Carolina del Nord sembra la perfetta occasione, ma Bree assiste a un violento attacco proprio durante la sua prima notte al campus: un demone, fosforescente di luce magica, che si nutre di energia umana.
Una società segreta composta di studenti conosciuti come Leggendari ha il compito di proteggere le persone da questa minaccia, e un misterioso mago che ricopre il ruolo di Merlino cerca di far dimenticare a Bree tutto ciò che ha visto. Questo tentativo fa risvegliare dentro la stessa Bree una magia unica e antica; inoltre, la ragazza si ricorda che la notte della morte di sua madre un altro Merlino ha provato a farle dimenticare qualcosa.
Decide di infiltrarsi nella società dei Leggendari con l’aiuto di Nick, uno dei membri più prestigiosi che però non vorrebbe più far parte del gruppo. Fin dove si spingerà Bree per scoprire la verità su sua madre e sui poteri che si stanno risvegliando in lei.
 
Salve salve!
Grazie a Fazi editore ho avuto la possibilità di leggere “Legendborn” di Tracy Deonn, uscito il 12 luglio.
Retelling della leggenda Arturiana, lega la storia di Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda al razzismo… e il risultato è incredibile!

«Le leggende sono pericolose. Non sottovalutarle».

Bree Matthews ha solo sedici anni, ma la vita è già stata troppo crudele con lei.
Ha perso sua madre in un incidente stradale dopo un pesante litigio. Le sue ultime parole, sono state parole di rabbia e adesso non potrà più chiederle scusa né chiarirsi con lei. Ha scelto l’orgoglio e la rabbia e adesso è tutto ciò che le rimane, insieme a una nuova Bree, fredda, violenta, arrabbiata, che deve tenere dietro uno spesso muro.
La causa del litigio era stata la domanda per il programma per liceali promettenti organizzato dall’Università della Carolina del Nord (università frequentata dalla madre), dove alla fine decide di andare per lasciarsi tutto alle spalle e tentare di andare avanti.
Sin dalla prima sera, Bree capisce che alla UNC c’è qualcosa di strano e pericoloso, presenze soprannaturali che seminano caos e violenza fra gli studenti per nutrirsi della loro energia, e che Bree riesce a vedere.
Neanche l’incantesimo per cancellare la memoria, del misterioso Selwyn Kane, funziona su Bree, che non solo continua a ricordare cosa è successo all’università, ma ricorda anche un particolare molto importante della notte in cui sua madre è morta: lo stesso incantesimo è stato lanciato su di lei e sul padre.
Per quale motivo?
Si nasconde di più dietro la morte della madre che uno sfortunato incidente?
Alla ricerca di risposte, Bree si ritrova invischiata in una società segreta potente e antichissima: i Leggendari.
Costruita su un sistema di vassalli, scudieri ed eredi, la leggenda diventa realtà, perchè i Leggendari sono i veri discendenti dei cavalieri di Re Artù.
Il loro compito è proteggere gli Effimeri dagli Oscuri, dei demoni che si nutrono di etere, ed evitare una guerra magica.
La guerra, però, sta per arrivare e sempre più Cavalieri si stanno risvegliando nei loro eredi, manca solo il re…
Bree si ritrova invischiata in questa battaglia che pian piano diventa anche sua, nel frattempo, però, scoprirà tantissimi segreti su sé stessa, sulla sua famiglia e sulla sua discendenza.
Oltre ai segreti e al pericolo, nell’Ordine troverà veri amici, l’amore e un legame inspiegabile con l’ultima persona a cui avrebbe mai immaginato di affezionarsi.

“Legendborn” è stata una lettura inaspettata. Leggendo mi ero fatta determinate idee, basandomi soprattutto sulla mia esperienza con gli young adult, e se all’inizio si stavano rivelando un ostacolo, alla fine mi hanno permesso di apprezzare il romanzo ancora di più.
Perché? Ve lo dico subito.
Tracy Deonn inserisce i vari motivi dello young adult classico (la prescelta, il triangolo) e… li disintegra! Li capovolge, creando qualcosa di inaspettato, appunto, e assolutamente necessario.
Bree non è un’eroina, Bree è una ragazzina che ha perso la madre e non ha superato il lutto, che si distrae dal suo dolore perdendosi in una storia e una missione che non le appartengono, finché non ne diventa parte integrante. Non sa combattere e non le viene naturale, non accetta i suoi poteri né impara a gestirli in un attimo; rifiuta tutto ciò che non c’entra con la sua missione personale, almeno finché non diventa un unico pezzo inestricabile e deve per forza agire.
Anche i personaggi maschili rompono il canone: Nick dovrebbe essere “l’eroe”, ma è tutto tranne che egocentrico, è dalla parte di Bree in tutto e per tutto, è al suo fianco e aiuta lei, non sé stesso.
Stessa cosa per il bad boy della situazione, Sel, il Magoreale, paranoico ed estremamente antipatico, è difficile trovarlo affascinante.
Altro punto a favore è proprio questo: la protagonista assoluta è Bree, siamo concentrati solo su di lei, grazie anche alla narrazione in prima persona, e lei non abbandona mai il suo obiettivo, per quante “distrazioni” possa avere intorno.

“Io so che questa non è una fantasia: è realtà. Perciò mi chiedo: la società si basa sulla leggenda, oppure è la leggenda che si basa sulla società? So che merlino è un titolo, non un nome proprio; Nick ha parlato di paggi; Sel è un Magoreale: quanto di questa storia risponde a verità?”

Molto interessante il modo in cui la leggenda viene elaborata e inserita nel nostro mondo e tempo. Interessante anche il sistema magico, particolare e diversificato.
Ma passiamo al vero gioiello di questo romanzo, il modo in cui vengono trattati i temi del razzismo, dei traumi generazionali, dell’elaborazione del lutto.
Con una forza e un immaginario che mi hanno ricordato tantissimo i romanzi del genere del realismo magico di scrittor3 afrodiscendent3, Tracy Deonn unisce una leggenda secolare a una grande macchia della storia.
In modo particolare, articolato e, di nuovo, inaspettato, Deonn tesse una tela di magia e discendenza spettacolare, che dà vita a storie drammatiche e molto toccanti… e a colpi di scena super interessanti e finemente studiati.
Attraverso il realismo magico, la letteratura afroamericana si è posta l’obiettivo di costruire un ponte con le generazioni passate, con quegli avi senza nome e senza vita, cancellati dalla storia con violenza e senza alcun rimorso: Deonn fa la stessa cosa con la creazione della linfomagia, unisce generazioni altrimenti spezzate e isolate.
Con questo stratagemma l’autrice affronta anche il tema del lutto, in particolare del Disturbo da lutto persistente complicato (DLPC), da poco riconosciuto, un disturbo spesso sottovalutato per questa abitudine a tenersi tutto dentro, a non far vedere la sofferenza o a mostrarla attraverso la rabbia. Tracy Deonn l’ha vissuto personalmente e ne ha parlato proprio nella speranza che più persone possano riconoscerne i sintomi e chiedere aiuto.
Sono passati un po’ di giorni da quando ho finito il romanzo, ma sono ancora estasiata dal modo in cui l’autrice ha intrecciato dolore, storia, traumi e leggenda. Davvero un bellissimo lavoro.

“Essere afroamericana e crescere in uno Stato del Sud significa trovarsi spesso in luoghi di un’altra epoca che, per così dire, non prevedono la tua presenza. Può trattarsi di un edificio, di un quartiere storico, di una strada; spazi pensati e costruiti in origine solo e soltanto per i bianchi. Devi sempre tenerlo a mente, qualsiasi cosa tu voglia fare.”

Tornando al tema del razzismo, il discorso viene toccato spesso anche al di fuori dell’ambito magico: Bree subisce discriminazione da parte di un poliziotto, dal rettore, nell’Ordine, inoltre viene data tanta attenzione al rituale della cura dei capelli.
Quindi oltre ai peccati del passato, parla anche degli errori del presente, del razzismo ancora dilagante purtroppo.

Perché non do il massimo? Perché nonostante la narrazione in prima persona, ho sempre sentito una sorta di distanza: non sono stata travolta dal punto di vista emotivo, non sono stata con il fiato sospeso preoccupata per ciò che sarebbe potuto succedere ai personaggi. Credo che sia successo perché ero troppo curiosa di scoprire la verità su Bree e sulla sua storia, sul perché si senta così legata all’Ordine. I personaggi e le relative relazioni sono passati tutti in secondo piano per me, cosa che da un lato ho apprezzato (come ho detto prima), dall’altro mi ha tenuta a distanza.
Altri due elementi un pochino a sfavore sono la leggera confusione nelle spiegazioni dell’Ordine e dei vari tipi di magia, presentati come una montagna di informazioni che solo “l’esperienza” permette di assimilare e capire davvero; il secondo è la velocità nel passaggio all’azione, spesso confusionario.
In ogni caso, lo stile dell’autrice è travolgente, quindi la lettura non pesa. E lo dico con certezza, perchè nel primo 20% ho avuto difficoltà a immergermi nella storia, eppure la lettura riusciva a scorrere comunque senza risultare pesante.
ù
Penso di avervi esposto tutti quelli che considero i punti a favore e a sfavore di questo romanzo. Quel che è certo è che i colpi di scena finale sono stati spettacolari, *chef’s kiss* davvero, e non vedo l’ora di leggere il seguito “Bloodmarked” (Fazi non fate passare troppo tempo, per favore, che io mi dimentico tutto!).

“Legendborn” è una storia davvero originale, interessante e fuori dagli schemi. La consiglio non solo per la bravura dell’autrice nel creare una storia avvincente, ma soprattutto per il modo affascinante e delicato con cui parla dei temi sopracitati.
Baci

Voto libro - 4 
 



Genere: Fantasy

Scritto da: Tracy Deonn

25 aprile 2023

Intenzionata a scoprire la verità sulla morte della madre, Bree si è infiltrata nell’Ordine della Tavola Rotonda, una società segreta dell’Università della Carolina del Nord legata ai cavalieri di re Artù. Ha però scoperto molto più del previsto: è dotata di grandi poteri, che ha ereditato dai suoi antenati. Nel mentre, l’antico conflitto fra i Leggendari e le forze demoniache degli Oscuri si è aggravato e Nick, il ragazzo a capo dell’Ordine, di cui Bree si è innamorata, è stato rapito. I potenti a capo della società segreta sono pronti a tutto pur di nascondere questa guerra magica al resto del mondo e, come se non bastasse, non approvano il nuovo ruolo che Bree è chiamata a ricoprire grazie al suo lignaggio.
Bree e i suoi amici dovranno quindi cercare Nick contando solo sulle proprie forze. I nemici sono ovunque, i poteri che Bree ha appena scoperto di possedere sono ancora troppo instabili e pericolosi, e la ragazza non può fare a meno di provare una crescente attrazione per Selwyn, il mago che ha giurato di proteggere Nick fino alla morte.
Dopo le straordinarie rivelazioni sulla sua vera identità, è giunto il momento per Bree di imparare a gestire i suoi poteri. Se c’è ancora una speranza di salvare coloro che ama, Bree dovrà capire chi è veramente e fino a che punto può spingersi, mentre il conflitto con gli Oscuri si fa sempre più minaccioso...
Salve salve!
È finalmente arrivato in Italia “Bloodmarked” di Tracy Deonn, seguito di “Legendborn”, un fantasy YA che unisce il retelling della leggenda di Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda a una storia di riscatto intergenerazionale e a una trama fantasy semplicemente epica!
Ve lo dico subito, “Bloodmarked” è un gioiello che supera tutte le aspettative e merita un amore sconfinato! 
Grazie Fazi editore per avermi permesso di leggerlo in anteprima.

Perdonatemi, ma devo fare qualche spoiler su “Legendborn”.

“L’antica lama mi ha fatta a pezzi. Chi ero. Chi potrei essere. Chi non sarò mai più. Sono un insieme di frammenti di me stessa.”

Bree deve fare i conti con quello che è successo nella caverna. È lei l’erede di Artù: Vera, l’antenata che aveva implorato per la linfomagia, era stata violentata da un Davis. Da quel momento, all’insaputa dell’Ordine, la discendenza di Artù è stata tramandata dalle figlie di Vera, fino ad arrivare a Bree, mentre i Davis hanno portato avanti la discendenza di Lancillotto. Nick, quindi, è l’erede di Lancillotto, che si è risvegliato, così come Artù, poiché Camlann sta arrivando.
Non solo, abbiamo anche scoperto che: Lord Davis (il padre di Nick) e il suo siniscalco hanno aperto i portali per gli Oscuri nel tentativo di anticipare Camlann; un demone si era infiltrato nella scuola; la madre di Sel è viva, sta scappando dall’Ordine e non ha ceduto alla sua parte demoniaca…
In tutto questo caos, Nick è stato rapito dal padre, il che non permette a Sel di rispettare il giuramento che lo tiene stabile, mentre Bree combatte su più fronti per capire come essere l’erede di cui l’Ordine e i suoi amici hanno bisogno.

E questo… è solo l’inizio! 
Man mano che i reggenti dell’Ordine si intromettono nella vita degli eredi, Bree si rende conto che c’è una semplice verità, alla base di tutto, che neanche la sua stirpe è in grado di superare: le apparenze sono la cosa più importante per l’Ordine, siano queste di potere, di lignaggio o di controllo, e nulla riuscirà a convincerli ad agire davvero.
Bree ha un solo obiettivo, salvare Nick, poi può pensare a Camlann, ma ci sono troppe voci nella sua testa e troppe priorità che combattono in lei. A chi dare ascolto?

“Selah. Mary. Regina. Corinne. Emmeline. Jessie. Leanne. Riesco persino a intravedere mia madre, Faye. Otto visioni. Otto serie di ricordi che non sono miei. Otto corpi che abito, quando vengo risucchiata in vite che non ho mai vissuto. Tutte in fuga.”

I livelli che questo libro è riuscito a raggiungere, lettori, sono difficili da descrivere. Sono stupefatta dalla potenza, dalla forza, dalla tragicità dell’intero romanzo.
Passiamo da un mondo che, per quanto fantastico, era ristretto: quello del Collegio, di Nick come erede di Artù e Bree come suo Paggio, di demoni riconoscibili, di razzismo controllabile, di una storia d’amore ricca di speranza.
In “Bloodmarked” questo mondo si espande e presenta realtà che mai avremmo immaginato: fuori dal Colleggio l’Ordine si dimostra palesemente corrotto, la magia non è segreta come pensavamo, ci sono luoghi proibiti e modi per ottenerla, i demoni sono dappertutto e la verità è troppo stratificata per essere unica e fissa.
In questo libro scopriamo tutto questo e tanto altro.

“L’Istituto è innegabilmente, incredibilmente moderno. Appartiene a questo secolo più di qualsiasi altro edificio l’Ordine mi abbia mostrato finora. Il linguaggio arcaico, gli oggetti d’antiquariato nel padiglione, le tuniche, i rituali... adesso li vedo tutti per quello che sono. Strumenti per immergere i giovani eredi, gli scudieri e i paggi nelle proprie leggende. Il Consiglio mantiene le antiche storie così vive, che i Leggendari non vedono la realtà di ciò che l’Ordine è diventato.”

Ad esempio, la storia della linfomagia viene approfondita e spiegata in tutte le sue sfumature. Viene finalmente data voce agli schiavi e ai loro discendenti, vengono riscattate le vite di migliaia e migliaia di persone cancellate senza rimorsi, vengono denunciati i crimini degli schiavisti senza riserve, così come il razzismo che ancora prevale nella società. Deonn non si trattiene, scrive la verità di una società nuovamente in declino con candore e onestà, ma lo fa dal punto di vista delle persone che quella società tenta di schiacciare. Sono le persone afrodiscendenti, i neri, a parlare, gli antenati torturati e morti da secoli e gli eredi che combattono oggi affinché possano avere pace, possano ritrovare un nome ed essere riconosciuti.

«Per tenere la nostra gente al sicuro, dobbiamo ancora fare qualcosa di molto simile a nasconderci da chi ci farebbe del male».

È forte, il modo in cui Deonn ha dato pace, dignità, giustizia alle migliaia di persone nere morte a causa della schiavitù. È potente, mi ha emozionata in una maniera profonda e dolorosa. È un messaggio di una tale portata, è un peso sul petto, è un sospiro trattenuto, perché è semplicemente orribile cosa è stato fatto loro. È orribile e il modo in cui Deonn l’ha inserito in una storia fantasy è spettacolare. Il modo in cui ha unito il razzismo, la cattiveria dei bianchi, l’eredità, la stirpe, la vergogna, la dura verità, la cruda discendenza… Dire WoW è dire poco, dire complimenti è dire poco.
Ho bene in mente il capitolo perfetto da presentare in una classe per parlare della schiavitù da un punto di vista completamente differente, quello del riscatto.

“È ironico che l’Ordine, con il sangue degli schiavi sulle mani dei suoi padri fondatori, con il suo Muro delle Ere e gli spessi tomi dei registri genealogici, si trovi ad affrontare la sfida fin troppo comune di effettuare ricerche sulle origini delle famiglie nere americane.”

Posso dirlo? Finalmente un volume centrale che ha capito cosa significhi esserlo! 
Nonostante non ci siano informazioni sul terzo volume se non l’affermazione di Deonn che la serie comprende almeno tre libri, leggendo ci si rende palesemente conto che “Bloodmarked” non può essere il finale.
Il suo compito è stato ampliare il mondo, mostrare nuove realtà oltre a quella presentataci come unica dall’Ordine, di cui scopriamo gli scopi reali, conosciamo nuovi personaggi, amici e nemici, umani e non. Inoltre prosegue, in maniera equilibrata e coerente, il percorso di crescita dell’eroina Bree: erede, re, discendente, medium.
Bree è il tramite tra culture, verità, persone, generazioni, epoche diverse. Attraverso di lei, sia Artù che Vera hanno un accesso diretto alla sua realtà, mentre la ragazza può vivere in prima persona i loro ricordi e attraverso essi scoprire cosa è successo davvero, capire chi è il vero nemico e come aiutare le persone che ama.
Bree diventa un contenitore di doveri contrastanti, ma lei cosa vuole? 
Chi vuole essere? 
Quale potere vuole utilizzare, quello di Vera o quello di Artù? 
Perché non può essere semplicemente il potere di Bree?

«Non è giusto il modo in cui sei diventata erede della corona. Il “come” non sarà mai giusto. Ma il “perché” è ancora da definire. Hai infranto un soffitto di cristallo vecchio di quindici secoli. E anche se il “come” non è giusto, sono felice di poterlo vedere».

La storia ha un ritmo eccezionale, le varie parti sono equilibrate e ognuna ha colpi di scena, scoperte e momenti adrenalinici che ci tengono sull’attenti.
La parte Romance viene alimentata con criterio, senza farla bruciare tutta in una volta, ma mantenendo un fuocherello costante e piacevole. Preparatevi a un triangolo impossibile da risolvere, scegliere un team è davvero impossibile!
Per quanto riguarda gli altri personaggi, quelli già conosciuti compiono un viaggio di riscoperta (insieme a Bree) davvero interessante, soprattutto William ed Alice; Sel è un cucciolino, ma ha il brutto vizio di far saltare un po’ i nervi.
I nuovi arrivati, invece, ci vengono presentati in modo davvero particolare: c’è una precisione nella descrizione dei loro caratteri e ruoli che man mano si trasforma in ambiguità, il che li rende estremamente interessanti.

«La stirpe è legge!», dico con tono di scherno, a denti stretti. «Y llinach yw’r ddeddf».
Gabriel si infiamma. «Non è così semplice...».
«È così semplice. È stato così semplice per secoli», dico, con il pugno stretto sul tavolo. «Non sono cresciuta nel vostro mondo, ma so che seguire le discendenze è la regola più sacra che avete. Ci sono millecinquecento anni di una verità non negoziabile e indistruttibile: chi estrae la spada diventa re. Questa è la legge». Li guardo tutti, uno alla volta. «A meno che non si tratti di qualcuno con il mio aspetto».

Questo libro è semplicemente inaspettato. Sarà che pensavo di leggere un volume finale, ma Deonn ha aperto porte che neanche sapevo di poter/voler attraversare e una volta fatto non ne avevo abbastanza.
Sarò ripetitiva, ma questo libro è davvero incredibile. L’ampliamento del mondo, lo sviluppo della trama, l’amalgama di fantasy e storia, il modo in cui il retelling si mischia a una storia di riscatto, la fluidità con cui il mito di Artù riesce a legarsi a un momento della storia americana più che buio, riuscendo nello stesso momento a denunciare la strada che il paese sta prendendo nuovamente.
“Bloodmarked” (e questa serie in generale) è una di quelle storie che non pensavi potesse esistere, ma una volta letta, acquista una tale importanza che è impossibile dimenticarlo.
È spettacolare, punto.
Baci


Voto - 5




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