C'era una volta un crimine...


Genere: Giallo

Scritto da: Robin Stevens

5 luglio 2022

Un mistero da risolvere a Capodanno, durante un matrimonio molto importante. La corsa per fermare la spirale di furti nei più prestigiosi musei di Londra. Il vento gelido, la pioggia battente e la nebbia che avvolgono un terribile omicidio in un villaggio della costa britannica. L'avventura notturna di Alex, George e il loro cane e le strane coincidenze con la storia del Mastino dei Baskerville di Sherlock Holmes. Il mistero dell'ereditiera scomparsa a bordo della lussuosa nave da crociera e il racconto che sancisce l'inizio della carriera da investigatrice di May Wong, sorella minore di Hazel, al centro del suo primo caso di omicidio. Una raccolta di sei nuovi, avventurosi casi raccontati da Daisy Wells, Hazel Wong e i loro amici: giovani investigatori che un giorno saranno a capo della migliore agenzia del mondo, ma che ora sono ancora costretti sui banchi di scuola come normali ragazzini. 
 

Salve salve!
Grazie a Mondadori ragazzi, che mi ha regalato una copia di “C’era una volta un crimine”, ho avuto l’opportunità di leggere per la prima volta le avventure create da Robin Stevens.
Se siete fan dei romanzi polizieschi per ragazzi ispirati (ovviamente) al detective più famoso del mondo e dei tempi (Sherlock Holmes), allora andate a scoprire la sua serie “Miss Detective”. Io, sfortunatamente, non la conoscevo e non sapevo (ahimè non era neanche scritto da nessuna parte, me ne sono accorta troppo tardi) che “C’era una volta un crimine” è una raccolta di racconti che hanno luogo tra il sesto e il nono volume della serie.
Adesso vi spiego cosa è successo! 

I racconti sono sei e le narratrici, all’inizio sono due: Hazel Wong, vicepresidente della società investigativa Wells & Wong, e Daisy Wells, presidente della società; alcuni sono raccontati interamente dall’una o dall’altra, altri sono divisi in capitoli in cui le due condividono a turno la narrazione.
Il primo racconto, “Il caso dell’ospite inatteso”, parla di una truffa e di un tentato omicidio. 

“Il caso del tesoro scomparso” ha luogo il giorno del compleanno di Daisy, che ci racconta come una banale caccia al tesoro si trasforma in una caccia al ladro sensazionale. 

“Il caso della perla annegata” ha un titolo davvero macabro, così come lo è la sua descrizione, poiché il racconto è basato sul ritrovamento di un cadavere in spiaggia. 

“Mi chiamo Hazel Wong e non avrei mai pensato di assistere a un omicidio durante le mie vacanze estive, ma del resto niente delle vacanze al mare in Inghilterra corrisponde a come me lo ero immaginato.”

Questo caso dà un’idea più chiara, rispetto ai primi due più “bambineschi”, della bravura delle due investigatrici, del peso che le indagini hanno sulle due e dell’impegno che ci mettono non solo per avere successo, ma per le vittime stesse, e della vita tanto diversa che vivono rispetto alle loro coetanee. 

“Una mente inferiore alla mia avrebbe potuto lottare per dare un senso alla scena ma, tra questo e gli occhiali, iniziavo a mettere insieme le cose, in un’immagine del tutto sgradevole.”

“Il mastino di Weston” ci presenta un nuovo narratore, Alexander Arcady, copresidente dei Junior Pinkertons, l’agenzia investigativa composta sempre di due membri, però al maschile. Alexander e George (l’altro membro) sono amici di Hazel e Daisy e li avevamo già conosciuti nel secondo racconto.
Leggendo la parola mastino non può che venirci alla mente il più famoso mastino di Baskerville, romanzo da cui questa storia, immancabilmente, ha preso spunto e che viene anche citato, direttamente e non!
Ne “Il caso del secondo strillo” torna a narrare Hazel, che ci parla di un’ereditiera scomparsa. 

“Daisy e io eravamo sedute sulla sua lapide la notte scorsa, a discutere di quanti casi abbiamo risolto insieme finora.”

Ho apprezzato il fatto che questo racconto inizia con un espediente piuttosto che come semplice racconto di fatti. Hazel e Daisy, infatti, stanno contando i casi risolti. Per Hazel sono quindici, ma Daisy le ricorda bruscamente di un’altra indagine svoltasi su una nave, di cui però, per vari motivi, non hanno potuto mettere per iscritto fino a quel momento.
Quanti apocrifi sono nati in questo modo! Approvato! 

Infine, l’ultimo racconto “May Wong e l’appartamento mortale” è raccontato, appunto, da May Wong, sorella minore di quasi 10 anni di Hazel, detective in erba insoddisfatta della sua permanenza in Inghilterra.
Insomma, una raccolta di racconti variegati di cui purtroppo non ho potuto godere a pieno. Tra il primo e il sesto volume di una serie necessariamente accadono tante cose, non tanto per quanto riguarda le indagini, ma nello sviluppo personale e relazionale dei vari personaggi. 

I racconti danno un’infarinatura di quelli che sono i caratteri dei vari personaggi e i rapporti tra di loro; nonostante questo, manca per forza quel qualcosa che avrebbe reso la lettura più coinvolgente, più emozionante, che l’avrebbe resa un ritorno a casa, così come dovrebbe succedere con questo tipo di serie.
Le indagini sono particolari e ben congegnate, hanno senso e sono svolte in modo ordinato e avvincente. Questo assortimento di narratori e il modo diverso di iniziare il proprio racconto, poi, dà varietà e freschezza. È stato inaspettato.
Ritornando al carattere dei personaggi, non conoscendoli sin dall’inizio non mi sono potuta fare un’idea precisa e corretta, non ho tutti i dati in fondo, ma ho avuto il sentore di qualcosa e non mi è piaciuto completamente.
Daisy quasi sempre risulta assolutamente antipatica e irrispettosa nei confronti di Hazel; da un lato lo “comprendo” perché è una versione di Sherlock Holmes, dall’altro non l’ho apprezzato perché, a differenza di Watson, Hazel è in gamba e un aiuto prezioso nelle indagini.
Inoltre, mentre Watson e Holmes sono adulti, Hazel e Daisy sono due adolescenti che si rivolgono a un pubblico di giovani e tali esempi di amicizia non sanissima non sono proprio corretti. Questo è la mia visione personale, però ripeto, ho dati limitati, potrebbe anche essere l’impressione che fanno questi racconti. Se avete letto il resto dei romanzi fatemi sapere come si è sviluppato il rapporto tra le due.
Ovviamente ho adorato gli immancabili riferimenti a Sherlock Holmes, al dottor Watson e ai loro casi.
Come non avrei potuto!
Lo stile dell’autrice è coinvolgente, semplice e diretto, si fa leggere senza problemi. 

Da quel che ho capito leggendo le recensioni su Goodreads, questa serie nasconde molto, molto di più di quel che si coglie in questi racconti. Penso sia un viaggio interessante in compagnia di bei personaggi, quindi se vi piace il genere provate a dare alla serie un’opportunità. Ovviamente non fate come me, se siete curios3 iniziate dal primo volume!
Baci 

Voto libro – 3.5 
 

 


 

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