Flamer


Genere: Graphic novel

Scritto da: Mike Curato

È l'estate tra le medie e le superiori, e Aiden Navarro è al camposcuola. Tutti stanno attraversando dei cambiamenti ma per Aiden la posta in gioco è più alta. Mentre fa amicizia, affronta i bulli e passa del tempo con Elias (un ragazzo a cui non riesce a smettere di pensare), si ritrova su un percorso di auto-scoperta e coming out.

Salve salve!
Qualche giorno fa Leigh Bardugo ha condiviso nelle sue stories un reel di Mike Curato, autore dell’ennesimo libro bannato in America.
Il suo “Flamer” è un graphic novel semi autobiografico descritto come un libro “che salverà delle vite”.
Potevo mai farmelo scappare?
In Italia è stato pubblicato da Tunué nel 2021.

“Troppo BASSO. Troppo GRASSO. Non abbastanza UOMO. Non abbastanza BIANCO. Non abbastanza ETERO. Non sarò mai al sicuro da NESSUNA PARTE.”

È l’estate del 1995, manca una settimana al ritorno alla vita di tutti i giorni per Aiden Navarro, che si trova al campo scout.
Aiden teme la fine dell’estate per un motivo in particolare, a settembre inizierà il liceo e non è affatto contento di scambiare i vecchi bulli per i nuovi, essere vittima di atti più violenti e battute più cattive.
Ne sopporta già abbastanza adesso, a causa della pancia più morbida, dell’essere basso, per la sua discendenza asiatica e per il non essere abbastanza “maschio”. Gli dicono che è diverso, che è strano, che è gay, ed è arrivato ormai al limite.
Persino il campo scout, il suo angolo di pace durante l’estate, diventa un incubo quando i bulli iniziano a prenderlo di mira, chi semplicemente per prenderlo in giro, chi con la scusa di “farlo per lui”.
Aiden sopporta, sopporta, finché decide di fare qualcosa e lo sguardo che riceve gli fa prendere una decisione definitiva, ma terribile.
Cosa succederà?
Lo scoprirete solo leggendo, perché io non dirò nulla.

“Quest’autunno potrà anche essere un nuovo inizio, ma a me sembra più un trasferimento da una prigione a un’altra.”

Nell’introduzione vi ho detto che il graphic novel è semi auto-biografico. Mike Curato, in un messaggio finale, ha spiegato che “Flamer” è un’opera di fantasia, ma si è ispirato tantissimo alla sua vita e alle sue esperienze personali, sia per l’esperienza da scout e di come fosse vista l’omosessualità in quel contesto, sia nelle emozioni provate da Aiden, positive e negative.
“Flamer” parla di omosessualità e bullismo, dell’esperienza di un ragazzino che tenta di capire e accettare sé stesso in una società in cui quelli come lui vengono presi in giro, discriminati, picchiati, licenziati, uccisi, ignorati, bullizzati.
Come può un ragazzino essere tranquillo anche solo di ipotizzare di essere “diverso” quando anche semplicemente la voce un po’ più stridula o un po’ più di vivacità ti fanno mettere nell’angolo, con il rischio di essere picchiati?
Come può un ragazzino, in una società che urla alla violenza e al conformismo, iniziare ad accettarsi, figuriamoci ad ammetterlo con altre persone.
Di questo parla “Flamer”, mentre viviamo con Aiden l’ultima settimana al campo scout, sentiamo la sua frustrazione, viviamo la sua cotta (anche se non ammette che sia una cotta), proviamo la sua paura e la sua rabbia, giorno dopo giorno, per sette giorni, fino ad arrivare a un climax in cui ho provato una paura terribile, un vuoto dentro all’idea di quello che sarebbe potuto succedere.

“Riempio sempre la casella del ‘diverso’, ma mi sono stancato.”

“Flamer” potrebbe davvero salvare delle vite? Assolutamente sì. Mike Curato descrive una settimana normalissima di un ragazzino normalissimo in cui tanti, tantissimi, possono rivedersi.
Aiden è un ragazzino 14 anni, che con i suoi amici fa cose da ragazzini di 14 anni, in un luogo in cui si sente ancora protetto prima di entrare nell’orribile mondo del liceo.
“Flamer” affronta argomenti come l’imbarazzo delle docce comuni, soprattutto quando si è sovrappeso, la scoperta del porno, la masturbazione, la ricerca di una figura di riferimento, l’omosessualità e il bullismo, una situazione familiare problematica, infine il suicidio.
Insomma, un bel mix di temi importanti affrontati con una semplicità travolgente e disarmante.
Bellissimo e d’impatto il parallelismo con la fenice e l’utilizzo simbolico del fuoco, il cui rosso invadeva le pagine ogni volta che i sentimenti, soprattutto la rabbia, prendevano il sopravvento.

“Ogni volta che provo ad essere ‘normale’ mi prendono solo in giro DI PIÙ. Perché sanno che NON CI RIESCO. Sono fregato comunque, quindi CI RINUNCIO. Non posso far contento NESSUNO, perché non lo CAPISCI? Non sono come TE e non potrei mai essere come TE!!!”

Questo graphic novel salverà delle vite, mai parole furono più vere. Leggetelo, ma soprattutto consigliatelo, non sapete il bene che potrebbe fare.
Baci


Voto libro - 5




 

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