Villains. Il lato oscuro delle fiabe


Genere: Raccolta di racconti

Scritto da: Anna Pullia


“Tutti siamo cattivi in una storia raccontata male” (John Blauer). E se le fiabe non fossero soltanto le storielle a lieto fine che ci hanno sempre raccontato? Se ci fosse di più, molto di più, e per scoprirlo bastasse fare un piccolo passo indietro e guardare le cose in un altro modo? Una nuova prospettiva: è questo il filo conduttore della raccolta che avete fra le mani. Diciotto fiabe tradizionali, narrate dal punto di vista del “cattivo”. Riderete con loro, piangerete con loro, soffrirete con loro. E alla fine li capirete. E forse starete dalla loro parte.

Salve lettori! 
Oggi vorrei parlarvi di una raccolta di racconti, retellings di fiabe, dal titolo "Villains - Il lato oscuro delle fiabe", a cura di Anna Pullia, edito da Watson Edizioni, uscito lo scorso maggio.

"Credo che siano state le cose che non riusciva ad accettare a farlo diventare pazzo. E secondo me questa follia è stata una vera fortuna: per noi, dico. Cioè, io forse non me ne intendo tanto di queste cose di potere, ma credo che sia sempre e solo la follia a salvarci dai tiranni." 

Il libro, come anticipavo, è una raccolta di 18 racconti che si occupano di narrare le storie  dei "cattivi" delle fiabe più conosciute. Da alcuni racconti, come "Diventare felicità" o "Miserie di un povero benestante" scopriamo il perché delle azioni di questi personaggi, altri, invece, come "Elyria" e "La strega e la rosa" ci mostrano il loro punto di vista sulla vicenda fino ad oltrepassare anche gli eventi della fiaba da cui il racconto è tratto. 
Come Anna Pullia dice nell'introduzione, dall'antologia emergono le più svariate risposte, tragiche, epiche o addirittura esilaranti. Degna di nota anche una gradevolissima postfazione, che riassume in circa 40 pagine quanto più possa interessare sulla fiaba, le sue origini storiche, una lettura psicoanalitica, le sue caratteristiche morfologiche, etc...

"Qualche anno fa c'è stato un evento drammatico. Una pandemia che ha travolto l'intero pianeta. E a un certo punto sono comparsi cartelli con arcobaleni, e scritte ‘Andrà tutto bene’... Ve li ricordate no? ‘Ne usciremo migliori.’ Oh, sì! Io lo posso assolutamente confermare.  Più che migliori! Ne siete usciti ottimi, gente! Specie alla griglia, conditi con aglio e spezie!"

Cari lettori, a quasi un anno di distanza dalla lettura di "Non Fidarti di Cappuccetto Rosso” (di cui trovate la recensione in blog) mi sono ritrovato tra le mani questa raccolta molto simile e anche in questo caso mi sono imbattuto in una lettura davvero piacevole. Le 18 storie che compongono "Villains" sanno il fatto loro. Sono tutte diverse per vari motivi. 
Per voce narrante, incontriamo infatti sia una prima che una terza persona; per composizione, ci sono memorie, diari, spettacoli di cabaret, interventi; o ancora per stile. Alcuni racconti presentano un registro medio-alto, altri invece si lasciano andare alla scurrilità. Sicuramente non troverete una lettura piatta. 
Le vicende dei cattivi sono tutte più o meno interessanti, solo un racconto o due mi hanno lasciato un po' più deluso, ma gli altri, quale di più e quale di meno, sono stati in grado di suscitare diverse emozioni. Ho riso per le risposte di spirito della strega del mare, mi sono identificato nel personaggio di Jafar e della cattiva matrigna, ho quasi pianto per un orco che non voleva essere un orco, ho visto con occhi nuovi il feroce Barbablù e provato pietà per Pollicino.
Credo anche che alcune di queste storie debbano essere costate parecchio lavoro agli autori. Non soltanto nella scrittura, ma anche per lo studio che indubbiamente alcuni di loro hanno fatto per conciliare versioni differenti di queste fiabe in un unico racconto. 
Al giorno d'oggi di villains origin stories se ne scrivono e leggono tante e davvero esistono le più svariate versioni sul perché un cattivo sia diventato tale, infatti, forse, non è proprio in questo che risiede la ricchezza di questo libro. Direi che non è tanto cosa è narrato, ma come è narrato a regalare emozioni al lettore. La scelta di alcune parole, di riportare alcuni eventi invece di altri, uno stile un po' moderno/ post-moderno, il legame con l'attualità, sono quello che mi ricorderò di questa raccolta. 
Un filo conduttore tra tutti racconti è proprio il rapporto complicato dei personaggi con la società, soprattutto con coloro che fanno parte del ceto cosiddetto alto. Ciò non deve sorprenderci se pensiamo alle fiabe originali o ad alcune delle versioni più recenti. Molte di esse presentano l'incontro di personaggi appartenenti ai bassifondi con membri dell'alta società, mentre altre sono vere e proprie storie di mobilità sociale. Basti pensare a “Cenerentola” e ad “Aladdin”, che propongono la figura del reietto che riesce a raggiungere l'apice della scala sociale, o a "La Sirenetta" dove la protagonista lascia la sua società matriarcale (il mare) per vivere in una società patriarcale (la terra, la nostra) per capire quanto sia indissolubile il rapporto fiaba-struttura sociale.

"Empatia, quella sì. Empatia per quelle che, nella maggior parte dei casi, sono figure ai margini della società, che rispondono al suo rifiuto con il rifiuto delle regole."

Infine vorrei dire qualcosa riguardo all'apparato paratestuale, ad iniziare dalla cover che mi ha stregato. La mano di strega con la mela avvelenata è meravigliosa. Non si potrebbe pensare a un simbolo più immediato di questo se si pensa ai cattivi delle fiabe. I colori poi, le luci... bellissima. I disegni all'interno non sono da meno, anche se di uno stile diverso rispetto alla cover. Non me li sarei aspettati così. L'introduzione che apre la raccolta merita, ma forse l'avrei preferita più lunga e approfondita. Ma la cosa che ho apprezzato di più del paratesto è stata la postfazione, che dona al lettore curioso un'intera bibliografia sullo studio della fiaba.

Voto libro - 4.5





 

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