Racconti del terrore
Genere: Horror
Scritto da: Edgar Allan Poe
11 ottobre 2022
Un uomo vittima di terribili torture fisiche e psicologiche; una casa avvolta dalle tenebre e abitata da una coppia di strani fratelli; un gatto vendicativo tornato dall'oltretomba; un folle assassino tormentato dall'occhio di un vecchio... Otto storie spaventose e inquietanti che, dopo due secoli, riescono ancora a scavare nei recessi più bui dell'animo umano e a tenerci svegli la notte.
Salve gente, eccomi qui per parlarvi dell’ultimo libro che mi ha tenuta compagnia in questi giorni. Sì, sto ancora parlando delle nuove edizioni dei classici horror usciti nella collana BURDark Rizzoli, che ringrazio per le copie!
Ultimo ma non meno importante, vi parlo di “Racconti del terrore” di Edgar Allen Poe. La nuova edizione è stupenda, non solo per la cover, ma anche per il giallo fluo del titolo che risplende sull’immagine in bianco e nero.
In questa nuova edizione sono raccolti solo alcuni dei racconti di Poe, i più famosi per lo più, anche se la qui presente non ne conosceva nessuno. Mea culpa.
Il primo racconto è “Il pozzo e il pendolo”. Diciamo che per approcciarsi all’autore non è il più adatto, siccome non è chiaro a una prima lettura. Mi è toccato leggerlo due volte per dare il giusto valore alla storia e devo dire che, poi, mi è piaciuto molto. Mi è piaciuta l’incertezza del contesto e l’orrore dell’ambientazione, che hanno dato un tono davvero macabro alla storia.
“Manoscritto trovato in una bottiglia”, a malincuore, è il racconto che mi è piaciuto di meno. Non mi è piaciuta l’ambientazione né la narrazione, non mi ha presa per niente.
“Il gatto nero” è senz’altro il racconto più famoso di Poe e vi assicuro che leggerlo è stato inquietante quanto esilarante. Ho amato il finale di questa storia e ho adorato il gatto! Odio profondo, invece, per il protagonista così violento che pensava di essere furbo. Invece alla fine gli si è ritorto tutto contro. Da leggere!
Con “Il cuore rivelatore”, però, mi sono innamorata. Ho amato questo racconto. Ho amato alla follia ogni singola cosa, infatti credo che non lo dimenticherò mai. È sicuramente il mio preferito.
“Il barile di Amontillado” è un racconto senz’altro sconvolgente, soprattutto sul finale, ma non ho amato molto i protagonisti né il contesto del Carnevale, sarà perché le cose in maschere non mi attirano particolarmente.
“Berenice” è una delle opere ispirata alla vita personale dell’autore e questo turba un po’. Il finale della storia è davvero raccapricciante, ma data l’ossessione del protagonista, non ci si aspetta niente di meno.
“Il crollo della casa degli Usher” mi è piaciuto molto. Inizialmente appare come uno dei racconti più “normali”, ma lentamente prende una piega alquanto strana. Il finale è sorprendente.
La storia de “Lo scarabeo d’oro” è misteriosa Grazie al rompicapo da risolvere che porta alla pazzia. All’inizio sembra lento, per poi attaccare il lettore nella seconda metà. Non ho amato particolarmente la parte degli scritti.
“Voi mi credete pazzo, ma i pazzi non capiscono nulla, mentre avreste dovuto vedere me.”
Lo stile di Poe è unico e singolare. I suoi racconti sono originali e rari.
La cosa insolita di tutte le sue storie è che il narratore non viene mai descritto, è una figura anonima, ma al tempo stesso crea estrema curiosità.
Forse non è un autore da leggere tutti i giorni, ma i suoi lavoro vale la pena leggerli almeno una volta nella vita.
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