Brine and Bone


Genere: Retelling

Scritto da: Kate Stradling

Magdalena di Ondile è innamorata del principe di Corendon, ma preferirebbe morire piuttosto che ammetterlo. Cacciata dalla corte, passa i suoi giorni al seminario dei saggi, dove è preda dei numerosi ricordi e dei suoi poteri empatici. Questo fino a quando l'oceano non le restituisce sulla riva il suo principe azzurro.
Quando Magdalena lo scopre sulla spiaggia, circostanze fortunate la riconducono a palazzo. Ma il ritorno del principe attrae qualcosa in più rispetto ai nobili. La misteriosa e lugubre creatura che ha risparmiato la vita del principe vuole reclamarlo per sé, nonostante debba sacrificare e soffrire molto.

 Salve lettori! Oggi voglio parlarvi della mia ultima splendida lettura, "Brine and Bone" di Kate Stradling, edito da Eulalia Skye Press, uscito nel 2018 negli Usa, inedito in Italia.

"Magdalena non avrebbe potuto avvicinarsi per più di 6 metri senza sentire il dolore di diversi coltelli sotto i piedi."

"Brine and Bone" è una novella, un retelling de "La Sirenetta" di Andersen che vede come protagonista Magdalena di Ondile, "l'altra donna del principe" (che qui porta il nome di Finnian) del racconto originale. Magdalena è la figlia di un granduca che, dopo aver trascorso anni a corte, si ritrova chiusa in seminario per imparare tutte le arti di cui una buona signora deve fare sfoggio. Un giorno, però, avverte una strana sensazione, esce fuori dal convento e si reca sulla spiaggia. È qui che assiste a una scena straordinaria che è destinata a cambiare il corso della sua vita: sulla sabbia, in mezzo alla nebbia, giace inerme il principe Finnian e appoggiata a lui c’è una creatura fantastica, argentea, con occhi splendenti e una lunga coda di pesce...

"Maestro Asturias dice che le fay non hanno anima immortale, ma uno dei suoi libri dice che possono ottenerla sposando un essere umano."

Lettori, vi presento l'ennesimo retelling de "La Sirenetta” che ho letto (e sicuramente non l'ultimo che leggerò). Una novella di poco più di 100 pagine che ho voluto leggere dopo aver visto che a distanza di qualche anno continua ad essere uno dei libri più letti del genere retelling fantasy su Goodreads. Adesso ne capisco la ragione. 
Per potervi parlare di questo libro ho deciso di servirmi di studi accademici (come quelli di Henry Jenkins) che si sono occupati di definire com’è fatto un buon retelling.

1) Ricontestualizzazione.
Tra l'epoca del materiale di partenza e l'epoca contemporanea possono passare anni e anni. I gusti, l'etica, i media possono cambiare, perciò è necessario che per scrivere un buon retelling si debbano riattualizzare i contenuti. 
L'autrice ci riesce brillantemente e lo fa mostrandoci punti di vista inediti su avvenimenti della storia originale. Per citare un esempio, viene posta la domanda "Quanto è giusto che la sirena voglia sposare il principe per ottenere da lui un'anima immortale?"

2) Espansione della linea temporale e rifocalizzazione. 
Nella novella, la protagonista è la "principessa rivale", così avviene la rifocalizzazione e tutto il racconto è narrato dal suo punto di vista. Ma nonostante ciò, grazie ad alcuni espedienti, riusciamo a metterci nei panni anche di altri personaggi, come la sirena, la cui vicenda sembra essere la medesima dell'originale. Questo ci permette di esplorare delle scene inedite e di esplorare luoghi che nell'opera di partenza non avevamo visto.

3) Genre-Shift.
Rispetto all'originale, che era un racconto che univa la fiaba alla tragedia, alla lirica, alla parabola, alla quest dell'artista per la sua anima e per il riconoscimento, "Brine and Bone" è uno young adult fantasy in tutto e per tutto. L'autrice crea un mondo fantastico dove la magia è reale ed è accettata in tutti i luoghi, dove esistono creature magiche chiamate fay. Oltretutto il lieto fine della sirena, che in Andersen può non essere così esplicito per alcuni, viene reso in modo ancor più evidente ma non didascalico.

4) Dislocazione dei personaggi. 
In un retelling i personaggi possono non trovarsi nelle situazioni dell'originale o essere diversi per genere, epoca o altre caratteristiche. Questo è il caso della protagonista. In Andersen la donna che sposa il principe è una principessa di un regno vicino che lui ha visto per la prima volta quando l'ha scambiata per la sua salvatrice. In questo libro, invece, Magdalena è la figlia di un granduca dello stesso regno del principe e i due sono cresciuti insieme fino a che lei non è stata trasferita in seminario. 
È un cambiamento che permette di sviluppare in modo più contemporaneo la relazione che si viene a creare tra i due, il che ci ricollega al punto 1. È il caso anche della sirenetta, perché mentre nel materiale di partenza il popolo del mare è una specie a sé il cui aspetto è descritto come quello di  bellissime creature dall'aspetto completamente umano fino alla vita, nella novella le sirene sono chiamate Fay del mare, sono della stessa specie delle Fate e hanno un aspetto molto più simile a un pesce che a un essere umano affascinante, anche dalla vita in su.

"Sposa il tuo principe con la coscienza pulita, Magdalena di Ondile. Non puoi salvare la creatura dal fato che l'attende. Brina e ossa non possono essere che brina e ossa."

Tutto quello che ho detto finora condito con uno stile di scrittura non troppo asciutto e sufficientemente emotivo, rendono il libro un'ottima lettura, degna di essere consigliata a tutti gli amanti del fantasy, dei retelling e, soprattutto, de "La Sirenetta".
Alla prossima lettura!

Voto libro - 5















 

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