L'amica perfetta
Autore: E. Lockhart
Genere: Gialli e thriller
8 maggio
Un’amicizia ossessiva.
un amore sbagliato.
un omicidio, o forse due.
È furba, decisa, determinata. Jule West Williams nella vita ha subito tante ingiustizie e sa che cosa significa non avere niente. È per questo che ora nulla la spaventa. Jule non ha paura di scappare, innamorarsi, reinventarsi in mestieri e vite sempre nuovi, ma anche sempre più pericolosi. Ed è proprio tra una vita e l’altra che incontra Imogen. Le due ragazze non hanno praticamente niente in comune. Immie è ricca, di buona famiglia, vive tra New York, Londra e Martha’s Vineyard. Ha tutto ciò che Jule ha sempre desiderato. Eppure tra loro c’è subito intesa. L’intesa diventa amicizia e poi ossessione: improvvisamente a Jule la vicinanza di Imogen non basta più. Lei vuole essere Imogen. In un attimo, il legame tra loro diventa un vortice che gira sempre più veloce. E da cui, una volta risucchiati, è impossibile uscire… vivi.
Buongiorno lettori!
Vi parlo in anteprima del nuovo thriller in uscita oggi per la DeA, un romanzo autoconclusivo che mi ha incuriosita dalla trama e che prometteva tanto mistero e suspense. Parlo de “L’amica perfetta” di Emily Lockahart, autrice che molti di voi conosceranno già per il suo libro “L’estate dei segreti perduti”.
La struttura di questo romanzo è molto particolare: leggiamo gli eventi dalla fine, con i capitoli disposti nell’ordine inverso all’usuale linea temporale.
Conosciamo Jule West Williams già cambiata da tutti gli eventi che andremo a leggere, una donna enigmatica e apparentemente in fuga da un passato oscuro che non riusciamo a comprendere a pieno, e avvertiamo subito che nasconde numerosi segreti.
La sua vita sembra girare intorno alla figura di Imogen, sua migliore amica che si è appena suicidata in circostanze avvolte dal mistero e di cui carpiremo dettagli maggiori solo con l’avanzare del libro.
È una di quelle letture dalla trama intricata che non fa capire realmente cosa è successo e ci lascia pensare a mille teorie senza giungere ad una conclusione, poiché ad ogni punto di domanda sarà data risposta solo a romanzo concluso. Dopo aver terminato la lettura mi è venuta una terribile voglia di rileggerlo per osservare tutto da una nuova prospettiva e riuscire a carpire i dettagli che ho sicuramente tralasciato.
Non faccio mistero di dirvi che leggere un libro strutturato in questo modo è stato impegnativo e, a volte, il non riuscire a capire determinate azioni o passaggi del libro semplicemente perché dovevo ancora leggere da cosa erano stati scatenati, frustante.
Ma la mia opinione è che questo è stato anche il punto di forza del romanzo. Si nota lo studio della trama da parte della scrittrice che ha avuto, a mio parere, un’idea originale.
Qui i personaggi sono lontanissimi dall’essere perfetti e con una morale condivisibile.
Tutti fanno scelte sbagliate o addirittura orribili, ma di romanzi dove tutto è perfetto e il lieto fine è dietro l’angolo ne abbiamo già e a me è piaciuto leggere anche di questo tipo di personaggi.
Inoltre la trama strutturata in questo modo può essere anche letta come una metafora della realtà stessa. Quando conosciamo una persona non sappiamo già cosa si cela nel suo passato, lo scopriamo col tempo. Ed è proprio quello che ci succede leggendo di Jule tramite i capitoli che indietreggiano con l’avanzare delle pagine.
La protagonista di questo romanzo, a mio parere, non è né Jule né Imogen, ma l’amicizia, in tutte le sue sfaccettature. Voler bene a una persona e esserle amica è una delle poche cose che ci accomuna tutti, è una cosa a cui spesso non pensiamo ma che invece è fondamentale. All’inizio della lettura di questo libro non capivo Jule e non riuscivo a provare empatia per lei, per una persona così calcolatrice e piena di segreti, ma alla fine ho capito. Ho capito che la sua colpa più grande è stata la solitudine che si era pian piano portata nella vita, una vita difficile in cui si è sempre sentita diversa e non capita dagli altri, che l’ha costretta a forgiare una corazza dura da penetrare, ma l’ha anche portata ad essere terribilmente bisognosa d’affetto.
Tutto quello che fa dopo aver incontrato Imogen è per poter aver la possibilità di diventare sua amica: le sta accanto, impara ad apprezzare i suoi interessi e studia tutto quello che la circonda per trovare una breccia e un posto in quel mondo che circonda Immie, la ragazza che ai suoi occhi sembra così perfetta e felice.
La mente di Jule non è lucida quando si parla di Imogen, è ossessionata da lei e da tutto ciò che la riguarda. È un amore-odio che la spaventa ma l’attrae, si è attaccata in modo malato e la sua amicizia e tutto ciò che conta, perciò quando questa è a rischio e la vede sgretolarsi davanti ai suoi occhi per volere della stessa Imogen, non ragiona più.
È nell’animo umano tenersi stretto ciò che ci fa sentire bene, e dopo tutti gli sforzi e le bugie per arrivare a quel punto vedere che tutto sta crollando fa scattare qualcosa nella mente di Jule.
Qualcosa di terribile che era già dentro di lei da anni, da quando è rimasta orfana o da quando è stata espulsa da scuola, da quando si è sentita diversa e voleva solo essere speciale.
E allora, guidata dagli eventi e dalla frenesia di salvare il salvabile, andrà avanti con strati su strati di menzogne che si accavallano e che rischiano di collidere, inseguendo un’ideale di perfezione e serenità e affetto che, dopotutto, faccio fatica a denigrare e che, entrando così a fondo nella sua mente, forse riesco anche a comprendere in qualche modo.
Anche Imogen ha le sue numerose colpe, ma mi è dispiaciuto che nel libro non sia stato dato abbastanza spazio ai personaggi secondari e, secondo me, la stessa Jule non è stata approfondita quanto mi sarebbe piaciuto e quanto il suo potenziale avrebbe permesso.
A presto con nuove letture.
Vi parlo in anteprima del nuovo thriller in uscita oggi per la DeA, un romanzo autoconclusivo che mi ha incuriosita dalla trama e che prometteva tanto mistero e suspense. Parlo de “L’amica perfetta” di Emily Lockahart, autrice che molti di voi conosceranno già per il suo libro “L’estate dei segreti perduti”.
La struttura di questo romanzo è molto particolare: leggiamo gli eventi dalla fine, con i capitoli disposti nell’ordine inverso all’usuale linea temporale.
Conosciamo Jule West Williams già cambiata da tutti gli eventi che andremo a leggere, una donna enigmatica e apparentemente in fuga da un passato oscuro che non riusciamo a comprendere a pieno, e avvertiamo subito che nasconde numerosi segreti.
La sua vita sembra girare intorno alla figura di Imogen, sua migliore amica che si è appena suicidata in circostanze avvolte dal mistero e di cui carpiremo dettagli maggiori solo con l’avanzare del libro.
È una di quelle letture dalla trama intricata che non fa capire realmente cosa è successo e ci lascia pensare a mille teorie senza giungere ad una conclusione, poiché ad ogni punto di domanda sarà data risposta solo a romanzo concluso. Dopo aver terminato la lettura mi è venuta una terribile voglia di rileggerlo per osservare tutto da una nuova prospettiva e riuscire a carpire i dettagli che ho sicuramente tralasciato.
Non faccio mistero di dirvi che leggere un libro strutturato in questo modo è stato impegnativo e, a volte, il non riuscire a capire determinate azioni o passaggi del libro semplicemente perché dovevo ancora leggere da cosa erano stati scatenati, frustante.
Ma la mia opinione è che questo è stato anche il punto di forza del romanzo. Si nota lo studio della trama da parte della scrittrice che ha avuto, a mio parere, un’idea originale.
Qui i personaggi sono lontanissimi dall’essere perfetti e con una morale condivisibile.
Tutti fanno scelte sbagliate o addirittura orribili, ma di romanzi dove tutto è perfetto e il lieto fine è dietro l’angolo ne abbiamo già e a me è piaciuto leggere anche di questo tipo di personaggi.
Inoltre la trama strutturata in questo modo può essere anche letta come una metafora della realtà stessa. Quando conosciamo una persona non sappiamo già cosa si cela nel suo passato, lo scopriamo col tempo. Ed è proprio quello che ci succede leggendo di Jule tramite i capitoli che indietreggiano con l’avanzare delle pagine.
“Jule
credeva che più sudi durante gli allenamenti, meno sanguini in
battaglia. Credeva che il modo migliore per impedire che ti spezzino il
cuore sia fingere di non averlo. Credeva che il modo in cui parli spesso
è più importante di qualsiasi cosa tu dica.”
La protagonista di questo romanzo, a mio parere, non è né Jule né Imogen, ma l’amicizia, in tutte le sue sfaccettature. Voler bene a una persona e esserle amica è una delle poche cose che ci accomuna tutti, è una cosa a cui spesso non pensiamo ma che invece è fondamentale. All’inizio della lettura di questo libro non capivo Jule e non riuscivo a provare empatia per lei, per una persona così calcolatrice e piena di segreti, ma alla fine ho capito. Ho capito che la sua colpa più grande è stata la solitudine che si era pian piano portata nella vita, una vita difficile in cui si è sempre sentita diversa e non capita dagli altri, che l’ha costretta a forgiare una corazza dura da penetrare, ma l’ha anche portata ad essere terribilmente bisognosa d’affetto.
Tutto quello che fa dopo aver incontrato Imogen è per poter aver la possibilità di diventare sua amica: le sta accanto, impara ad apprezzare i suoi interessi e studia tutto quello che la circonda per trovare una breccia e un posto in quel mondo che circonda Immie, la ragazza che ai suoi occhi sembra così perfetta e felice.
“Aveva raccontato tutte quelle menzogne per far sì che Immie l’amasse. Ora meritava quell’amore, in cambio.”
La mente di Jule non è lucida quando si parla di Imogen, è ossessionata da lei e da tutto ciò che la riguarda. È un amore-odio che la spaventa ma l’attrae, si è attaccata in modo malato e la sua amicizia e tutto ciò che conta, perciò quando questa è a rischio e la vede sgretolarsi davanti ai suoi occhi per volere della stessa Imogen, non ragiona più.
È nell’animo umano tenersi stretto ciò che ci fa sentire bene, e dopo tutti gli sforzi e le bugie per arrivare a quel punto vedere che tutto sta crollando fa scattare qualcosa nella mente di Jule.
Qualcosa di terribile che era già dentro di lei da anni, da quando è rimasta orfana o da quando è stata espulsa da scuola, da quando si è sentita diversa e voleva solo essere speciale.
E allora, guidata dagli eventi e dalla frenesia di salvare il salvabile, andrà avanti con strati su strati di menzogne che si accavallano e che rischiano di collidere, inseguendo un’ideale di perfezione e serenità e affetto che, dopotutto, faccio fatica a denigrare e che, entrando così a fondo nella sua mente, forse riesco anche a comprendere in qualche modo.
Anche Imogen ha le sue numerose colpe, ma mi è dispiaciuto che nel libro non sia stato dato abbastanza spazio ai personaggi secondari e, secondo me, la stessa Jule non è stata approfondita quanto mi sarebbe piaciuto e quanto il suo potenziale avrebbe permesso.
A presto con nuove letture.
Voto libro - 3.5 Molto Bello
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