Notturno salentino
Genere: Narrativa
Autore: Federica De Paolis
Una masseria in Salento, una festa, estate. Una Puglia arsa dal sole, meravigliosa e impenetrabile, colonizzata da ricchi milanesi e romani e dalle loro case di villeggiatura, abitata da personaggi astuti e imprevedibili. La tenuta accanto a quella in cui si svolge la festa è appena stata comprata da Livia, che ha poco più di quarant'anni, due figli piccoli, Marta e Tito, e un compagno, Boris, che l'ha lasciata per l'ennesima volta sola, per un viaggio di lavoro. Con lei si sono trasferite due donne, per aiutarla durante la vacanza a badare ai bambini e a sistemare la nuova casa: Cynthia, una conturbante e sensuale ragazza nigeriana, e la polacca Klara, una giovane intransigente e nevrotica. Livia conosce Brando, un misterioso e affascinante signore più grande di lei, che pare non avere altro scopo al mondo se non sedurla. Per gioco e per vendetta, decide di uscire con lui. L'indomani, in un pozzo in fondo al giardino della tenuta, Livia trova il corpo senza vita di Antonio Locandido, un fabbro salentino giovane e sfacciato che ha avuto l'ardire di flirtare con entrambe le ragazze che lavorano per lei. E tutto inizia a precipitare. In un girotondo di turbamenti e bugie, menzogne e omissioni, Livia, che si trova a essere tra i sospettati della polizia, cerca di mettere ordine nella realtà e fare i conti con se stessa, mentre l'indagine intorno alla morte di Antonio si infittisce. In un crescendo di tensione, "Notturno salentino" può essere letto come un thriller hitchcockiano in cui una donna vede la propria vita sconvolta e messa sottosopra da un evento imprevisto e molti enigmi, ma anche come un affresco che indaga l'animo umano e la complessità dei rapporti che legano una famiglia, finiti i primi ardori dell'amore, quando la routine quotidiana comincia a presentare il conto.
Salve lettori e lettrici del Confine.
In questi giorni uggiosi d’inizio maggio ho letto per voi “Notturno salentino” di Federica De Paolis, edito Mondadori e uscito da poche settimane.
La presentazione ufficiale della casa editrice afferma addirittura che “ricorda grandi successi internazionali come Gone Girl e La ragazza del treno”; potevo lasciarmelo sfuggire?
La storia prende vita in Salento, dove alcune famiglie borghesi romane si sono insediate per l’estate.
Tra loro c’è Livia, che cerca di sistemare la nuova tenuta e gestire i due figli con l’aiuto delle sue collaboratrici domestiche, Klara e Cynthia, con cui ha un buon rapporto, specialmente con la seconda. Purtroppo, però, la giovane nigeriana, durante questa vacanza, è distratta dalle lusinghe di un giovane casanova locale, Antonio Locandido, che sembra sfidare Livia frequentando Cynthia proprio sotto il suo naso.
È un periodo difficile per Livia, che deve superare il lutto per la madre e non può contare sulla presenza costante del compagno Boris, spesso in viaggio oltreoceano per lavoro. Per questo ruba il cellulare di Antonio mentre i due sono insieme. E sempre per questo accetta l’invito a cena di Brando, un galante gentiluomo conosciuto ad un party, che la seduce e la affascina. La situazione precipita quando, il giorno seguente, viene rinvenuto il cadavere di Locandido nel pozzo della loro tenuta e Livia si ritrova a dover mentire alla polizia per non venire coinvolta nelle indagini mentre cerca di scoprire la verità, nascosta da un’intricata rete di relazioni e bugie.
Bene amici, vi rivelo subito che “Notturno salentino” è la prima opera che leggo di quest’autrice ma penso non sarà l’ultima. Fin dalle prime pagine mi ha stupito l’uso sapiente che fa del linguaggio, quasi come se fosse un personaggio a se stante, in pieno stile con l’ambientazione scelta.
Ho apprezzato soprattutto come questo linguaggio forbito ed elegante venga abbandonato di botto quando a parlare non sono più i ricchi villeggianti ma gli abitanti del posto, quasi a porre ancora più le distanze tra loro e gli altri. La contrapposizione è netta tra paesani e cittadini, padroni e servi, dipingendo la Puglia moderna con dei tratti che ricordano una colonizzazione piuttosto che una zona di villeggiatura.
Questa connotazione è resa ancora più evidente nel rapporto tra Livia e Cynthia, la tata nigeriana, che la protagonista sembra considerare di famiglia ma con cui mantiene le distanze fisiche e sentimentali del rapporto servile, per esempio non accettando di buon grado la sua relazione con Antonio.
Il libro inizia proprio con questo odio verso colui che le ha rubato le attenzioni della sua tata, odio che sa quasi di gelosia e di invidia per le attenzioni che Cynthia ottiene mentre Livia è spesso e volentieri lasciata sola dal compagno Boris, chiamato anche “il russo”, per le sue origini sovietiche.
Se ci aggiungiamo anche il maresciallo di provincia Gravina che tenacemente si aggrappa alle sue indagini, paragonabile quasi all’ossessione del capitano Achab in Moby Dick, abbiamo un concentrato di personaggi talmente variopinto che il termine “hitchcockiano” con cui viene presentato il romanzo non sembra usato a sproposito.
In conclusione, questo thriller mi è piaciuto. Il finale non è stato per nulla scontato e, a parte l’inizio molto molto lento, mi sono ritrovata incuriosita dalla vicenda e, soprattutto, dall’ambientazione un po’ vecchio stile. Non è stata una di quelle letture che ti mantengono incollata alle pagine, ma sento di poterlo consigliare anche per la curiosità di un thriller diverso.
Manuela
Voto storia - 3 Bello
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