Cerulean Chronicles
È con il cuore pieno di gioia che vi parlo di un middle grade che per un po’ di giorni ha riempito la mia lettura di risate, amore e un po’ di lacrime.
Il libro in questione è “The House in the Cerulean Sea” di T.J. Klune, autore pubblicato in Italia da Triskell edizioni.
Non avevo mai letto niente di suo, ma ho letto le recensioni di Daniela, che trovate alla fine di questa, di “Dimmi che è vero” e “Wolfsong”, ed entrambe contenevano una parola chiave: risate (non è proprio questa ma il senso è quello!).
Desiderosa di una lettura leggera, diversa e che mi facesse ridere un po’, ho iniziato “The House in the Cerulean Sea”, di cui tra l’altro ho sentito parlare benissimo, ed eccoci qui...
Linus Baker è un assistente sociale per DICOMY (Dipartimento Responsabile della Gioventù Magica).
Linus ama il suo lavoro, lo fa da 17 anni senza aver mai chiesto una promozione o un aumento, questo perché lui vuole aiutare i bambini, vuole che abbiano una casa accogliente e che vengano trattati come meritano, nonostante per la società siano diversi.
Non sa cosa succede a quei bambini quando gli orfanotrofi che ispeziona e che considera inadatti chiudono, non è il suo compito, passa alla Supervisione; lui è solo contento di aver fatto il suo lavoro rispettando le regole del mattone che è “Norme e regolamenti”, fiducioso in DICOMY e della società in cui vive.
Società che non tratta tanto bene nemmeno lui: Linus è invisibile, eppure non è un filo d’erba; nessuno lo vede, è solo, se non per Calliope (la sua gatta, che non miagola mai). Ha un appartamento nel grigio della città, una vicina ficcanaso e il suo giradischi, la musica è la sua gioia.
Non ha mai visto il mare, solo grigio e pioggia.
Finché l’Extremely Upper Management (Direzione Estremamente Superiore), il consiglio dei dirigenti di DICOMY, impressionati dalle sue relazioni perfette, oggettive e distaccate, decide di mandarlo “in missione super segreta”.
Livello quattro, il più alto... Linus!
Deve raggiungere l’orfanotrofio sull’isola di Marsyas, supervisionato da Arthur Parnassus, un uomo misterioso e affascinante. L’orfanotrofio ospita sei bambini davvero speciali, più di quanto Linus possa immaginare: Lucy, solo sei anni ma un piccolo diavolo; Talia, amante delle pale e avida scavatrice di fosse, molto rara nella sua specie; Phee, tutt’uno con la foresta; Chauncey, dall’aspetto strano ma dolcissimo, con un sogno talmente semplice da essere bellissimo; Theodore, uno degli ultimi esemplari della sua specie; Sal, il più grande ma il più timido, ha sofferto tanto per mano di troppi e ogni volta che ha paura diventa piccolissimo.
Sull’isola c’è anche Zoe, folletto dell’isola di Marsyas; fa di tutto per i bambini, che ama incondizionatamente.
L’ispezione di Linus dura un mese, in cui si ripromette di essere oggettivo, distaccato, invisibile, un testimone di una vita che non gli appartiene. Ma si rende presto conto che, nonostante le minacce di morte e le apparenze, quei bambini sono molto più di quello che DICOMY vuole farli sembrare, l’oceano non è solo un sogno su una cartolina e la vita che ha sempre vissuto non deve essere per forza la regola.
Ci sono tanti cavilli di cui “Norme e regolamenti” non tiene conto e nonostante Arthur tenti di farglielo notare ogni giorno, è difficile aprire gli occhi e vedere qualcosa che per tutta la vita non si è mai creduto possibile.
“Immagino di sì. Ma preferisco essere così che l’alternativa.”
“Che è?”
“Non provare nulla.”
Lettori, da cosa cominciare per elogiare questo magnifico romanzo? Da molti è stato definito “vicino alla perfezione”, ma non mi aspettavo davvero di trovarla. Una bella lettura sì, ma la gioia racchiusa nell’inchiostro? Mai!
Invece “The House in the Cerulean Sea” ci riesce, parola dopo parola, riempie il cuore di risate, felicità, un pizzico di tristezza per la dura realtà e speranza. Tanta speranza e tanto amore.
Non potete immaginare le risate che mi sono fatta (forse chi ha già letto l’autore può), l’ironia di T.J. Klune è fantastica e i dialoghi sono esilaranti.
Un bambino di sei anni con una finestra enorme al posto dei denti e un sorrisetto birichino, che gira per casa proclamando morte e distruzione renderà davvero la vostra giornata migliore.
I personaggi sono tutti un pezzo di cuore, a partire dai bambini (di cui non vi ho specificato la specie magica perché preferisco non rovinarvi la sorpresa e le conseguenti risate), sei personcine molto speciali, non tanto per cosa sono ma per chi sono. Sei bambini che amano incondizionatamente nonostante abbiano sofferto, che si vogliono bene e si difendono a spada tratta, che a Marsyas hanno trovato una casa e una famiglia e non hanno intenzione di perderla.
Arthur Parnassus è un enigma, calmo, paziente, è bravissimo con i bambini e anche con Linus, che lo affascina con la sua ostinazione a non vedere cosa ha proprio davanti agli occhi.
Zoe è fiera e protettiva nei confronti dell’isola e dei bambini, una mamma orsa molto potente.
Linus è un pezzo di pane, lui crede davvero in DICOMY, crede davvero che le loro scuole aiutino i bambini, fa il suo lavoro sicuro che sia per il loro bene, così come si impegnerà al massimo per i bambini di Marsyas. Ma la verità ha il suo modo di svelarsi e farsi capire, e Linus dovrà prendere scelte che potrebbero cambiargli la vita.
Anche per questo il libro è ricchissimo di insegnamenti importanti che fanno aprire gli occhi, ancora più incisivi perché hanno i bambini come protagonisti.
“Per?”
“Tante cose, immagino.”
“È onnicomprensivo.”
“Credo sia meglio così, per evitare che dimentichi qualcosa in particolare.”
La storia è narrata da Linus, ovviamente; alcuni capitoli iniziano con i suoi rapporti per poi continuare nel ricordo dell’evento che stava raccontando. I capitoli sono pochi, lunghi, cosa che di solito non gradisco, ma in questo caso avrei voluto che non finissero mai.
Doveva essere una lettura leggera, invece mi sono affezionata a sei bambini incredibili e ai tre adulti che li amano più di ogni cosa; ho riso tanto, ho pianto un pochino, ho provato gioia, angoscia, felicità, senso di riscatto, altra gioia e commozione. Tante emozioni che mi hanno riempito il cuore e la mente.
Mi mancano tutti, tanto; mi manca Lucy e il giorno in cui la musica è morta, Talia e le sue fosse, Phee e la sua calma, Theodore e i suoi bottoni, Sal e i suoi silenzi, Chauncey e il suo sogno, Arthur e la sua passione, Zoe e la sua ironia, e Linus con il suo coraggio. Anche Calliope e i suoi rari miagolii.
Spero che la Triskell, che di solito porta questo autore in Italia, decida di pubblicare anche “The House in the Cerulean Sea”, nonostante non sia il loro solito genere, ma è un libro che merita davvero tanto amore e che non sarebbe male vedere come film.
Un’altra delle letture più belle del 2020!
Baci
Arthur Parnassus vive una bella vita costruita sulle ceneri di una brutta vita. È il direttore di uno strano orfanotrofio su un'isola lontana e spera di diventare presto il padre adottivo di sei bambini magici che vi abitano. Nessuno di loro deve provare quel dolore che lui stesso ha provato da bambino. A fianco ha il suo grande amore, Linus Baker, ex assistente sociale del Dipartimento della Gioventù Magica; e ci sono Zoe Chapelwhite, spiritello dell'isola, e la sua fidanzata, la sindaca Helen Webb. Tutti loro faranno di tutto per proteggere i bambini e Arthur si trova a condurre una battaglia perché la sua famiglia, e tutte le persone magiche, abbiano finalmente il futuro che meritano. Ma le ombre del passato e l'arrivo di un altro bambino minano le sue certezze: la sua famiglia crescerà più forte che mai o cadrà a pezzi?
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