Cerulean Chronicles


La serie è composta da: 

1. La casa sul mare celeste 
 
2. Da qualche parte al di là del mare



Genere: Fantasy

Autore: TJ Klune

13 luglio 2021

Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. Un'incantevole storia d'amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.


Salve lettori!
È con il cuore pieno di gioia che vi parlo di un middle grade che per un po’ di giorni ha riempito la mia lettura di risate, amore e un po’ di lacrime.
Il libro in questione è “The House in the Cerulean Sea” di T.J. Klune, autore pubblicato in Italia da Triskell edizioni.
Non avevo mai letto niente di suo, ma ho letto le recensioni di Daniela, che trovate alla fine di questa, di “Dimmi che è vero” e “Wolfsong”, ed entrambe contenevano una parola chiave: risate (non è proprio questa ma il senso è quello!).
Desiderosa di una lettura leggera, diversa e che mi facesse ridere un po’, ho iniziato “The House in the Cerulean Sea”, di cui tra l’altro ho sentito parlare benissimo, ed eccoci qui...

Linus Baker è un assistente sociale per DICOMY (Dipartimento Responsabile della Gioventù Magica).
Linus ama il suo lavoro, lo fa da 17 anni senza aver mai chiesto una promozione o un aumento, questo perché lui vuole aiutare i bambini, vuole che abbiano una casa accogliente e che vengano trattati come meritano, nonostante per la società siano diversi.
Non sa cosa succede a quei bambini quando gli orfanotrofi che ispeziona e che considera inadatti chiudono, non è il suo compito, passa alla Supervisione; lui è solo contento di aver fatto il suo lavoro rispettando le regole del mattone che è “Norme e regolamenti”, fiducioso in DICOMY e della società in cui vive.
Società che non tratta tanto bene nemmeno lui: Linus è invisibile, eppure non è un filo d’erba; nessuno lo vede, è solo, se non per Calliope (la sua gatta, che non miagola mai). Ha un appartamento nel grigio della città, una vicina ficcanaso e il suo giradischi, la musica è la sua gioia.
Non ha mai visto il mare, solo grigio e pioggia.
Finché l’Extremely Upper Management (Direzione Estremamente Superiore), il consiglio dei dirigenti di DICOMY, impressionati dalle sue relazioni perfette, oggettive e distaccate, decide di mandarlo “in missione super segreta”.
Livello quattro, il più alto... Linus!
Deve raggiungere l’orfanotrofio sull’isola di Marsyas, supervisionato da Arthur Parnassus, un uomo misterioso e affascinante. L’orfanotrofio ospita sei bambini davvero speciali, più di quanto Linus possa immaginare: Lucy, solo sei anni ma un piccolo diavolo; Talia, amante delle pale e avida scavatrice di fosse, molto rara nella sua specie; Phee, tutt’uno con la foresta; Chauncey, dall’aspetto strano ma dolcissimo, con un sogno talmente semplice da essere bellissimo; Theodore, uno degli ultimi esemplari della sua specie; Sal, il più grande ma il più timido, ha sofferto tanto per mano di troppi e ogni volta che ha paura diventa piccolissimo.
Sull’isola c’è anche Zoe, folletto dell’isola di Marsyas; fa di tutto per i bambini, che ama incondizionatamente.
L’ispezione di Linus dura un mese, in cui si ripromette di essere oggettivo, distaccato, invisibile, un testimone di una vita che non gli appartiene. Ma si rende presto conto che, nonostante le minacce di morte e le apparenze, quei bambini sono molto più di quello che DICOMY vuole farli sembrare, l’oceano non è solo un sogno su una cartolina e la vita che ha sempre vissuto non deve essere per forza la regola.
Ci sono tanti cavilli di cui “Norme e regolamenti” non tiene conto e nonostante Arthur tenti di farglielo notare ogni giorno, è difficile aprire gli occhi e vedere qualcosa che per tutta la vita non si è mai creduto possibile.


“L’umanità è così strana. Se non ridiamo, piangiamo o scappiamo dai mostri che cercano di mangiarci. E non devono nemmeno essere veri mostri. Possono anche essere quelli che creiamo nelle nostre teste. Non pensi che sia strano?”
“Immagino di sì. Ma preferisco essere così che l’alternativa.”
“Che è?”
“Non provare nulla.”

Lettori, da cosa cominciare per elogiare questo magnifico romanzo? Da molti è stato definito “vicino alla perfezione”, ma non mi aspettavo davvero di trovarla. Una bella lettura sì, ma la gioia racchiusa nell’inchiostro? Mai!
Invece “The House in the Cerulean Sea” ci riesce, parola dopo parola, riempie il cuore di risate, felicità, un pizzico di tristezza per la dura realtà e speranza. Tanta speranza e tanto amore.
Non potete immaginare le risate che mi sono fatta (forse chi ha già letto l’autore può), l’ironia di T.J. Klune è fantastica e i dialoghi sono esilaranti.
Un bambino di sei anni con una finestra enorme al posto dei denti e un sorrisetto birichino, che gira per casa proclamando morte e distruzione renderà davvero la vostra giornata migliore.
I personaggi sono tutti un pezzo di cuore, a partire dai bambini (di cui non vi ho specificato la specie magica perché preferisco non rovinarvi la sorpresa e le conseguenti risate), sei personcine molto speciali, non tanto per cosa sono ma per chi sono. Sei bambini che amano incondizionatamente nonostante abbiano sofferto, che si vogliono bene e si difendono a spada tratta, che a Marsyas hanno trovato una casa e una famiglia e non hanno intenzione di perderla.
Arthur Parnassus è un enigma, calmo, paziente, è bravissimo con i bambini e anche con Linus, che lo affascina con la sua ostinazione a non vedere cosa ha proprio davanti agli occhi.
Zoe è fiera e protettiva nei confronti dell’isola e dei bambini, una mamma orsa molto potente.
Linus è un pezzo di pane, lui crede davvero in DICOMY, crede davvero che le loro scuole aiutino i bambini, fa il suo lavoro sicuro che sia per il loro bene, così come si impegnerà al massimo per i bambini di Marsyas. Ma la verità ha il suo modo di svelarsi e farsi capire, e Linus dovrà prendere scelte che potrebbero cambiargli la vita.
Anche per questo il libro è ricchissimo di insegnamenti importanti che fanno aprire gli occhi, ancora più incisivi perché hanno i bambini come protagonisti.


“Grazie.”
“Per?”
“Tante cose, immagino.”
“È onnicomprensivo.”
“Credo sia meglio così, per evitare che dimentichi qualcosa in particolare.”

La storia è narrata da Linus, ovviamente; alcuni capitoli iniziano con i suoi rapporti per poi continuare nel ricordo dell’evento che stava raccontando. I capitoli sono pochi, lunghi, cosa che di solito non gradisco, ma in questo caso avrei voluto che non finissero mai.
Doveva essere una lettura leggera, invece mi sono affezionata a sei bambini incredibili e ai tre adulti che li amano più di ogni cosa; ho riso tanto, ho pianto un pochino, ho provato gioia, angoscia, felicità, senso di riscatto, altra gioia e commozione. Tante emozioni che mi hanno riempito il cuore e la mente.
Mi mancano tutti, tanto; mi manca Lucy e il giorno in cui la musica è morta, Talia e le sue fosse, Phee e la sua calma, Theodore e i suoi bottoni, Sal e i suoi silenzi, Chauncey e il suo sogno, Arthur e la sua passione, Zoe e la sua ironia, e Linus con il suo coraggio. Anche Calliope e i suoi rari miagolii.
Spero che la Triskell, che di solito porta questo autore in Italia, decida di pubblicare anche “The House in the Cerulean Sea”, nonostante non sia il loro solito genere, ma è un libro che merita davvero tanto amore e che non sarebbe male vedere come film.

“Non vorresti essere qui?”

Sì, vorrei tanto trovarmi lì, circondata dalla gioia portata da quei bambini meravigliosi, dall’amore che si respira nell’aria, in quella casa accogliente che si trova su un’isola in mezzo al mare ceruleo.
Un’altra delle letture più belle del 2020!
Baci

Voto libro - 5







Genere: Fantasy


Autore: TJ Klune

29 ottobre 2024

Arthur Parnassus vive una bella vita costruita sulle ceneri di una brutta vita. È il direttore di uno strano orfanotrofio su un'isola lontana e spera di diventare presto il padre adottivo di sei bambini magici che vi abitano. Nessuno di loro deve provare quel dolore che lui stesso ha provato da bambino. A fianco ha il suo grande amore, Linus Baker, ex assistente sociale del Dipartimento della Gioventù Magica; e ci sono Zoe Chapelwhite, spiritello dell'isola, e la sua fidanzata, la sindaca Helen Webb. Tutti loro faranno di tutto per proteggere i bambini e Arthur si trova a condurre una battaglia perché la sua famiglia, e tutte le persone magiche, abbiano finalmente il futuro che meritano. Ma le ombre del passato e l'arrivo di un altro bambino minano le sue certezze: la sua famiglia crescerà più forte che mai o cadrà a pezzi?





Salve salve!
Dopo averlo tanto aspettato, è finalmente arrivato “Somewhere Beyond the Sea” di TJ Klune, seguito di uno dei miei libri preferiti, “La casa sul mare celeste”.
Il romanzo arriverà in italiano grazie a Mondadori Oscar Vault il 29 ottobre con il titolo “Da qualche parte al di là del mare”.
La storia inizia qualche mese dopo gli eventi del primo volume e viene narrata dall’unico e inimitabile Arthur Parnassus.

“Quindi cosa facciamo?”
“Viviamo.”
“E se provano a portarci via i nostri bambini?”
“Allora combattiamo.”

Arthur, da bambino, ha subito tutta la violenza e cattiveria dell’umanità, proprio sull’isola che adesso chiama casa.
In prima persona è stato vittima della negligenza e della propaganda della paura del Dipartimento della Magia Minorile, e farà di tutto affinché i suoi bambini (e qualunque bambino riesca ad aiutare) non debbano subire i suoi stessi soprusi e vivere i suoi stessi traumi.
Il cambiamento deve partire e saranno Arthur, Linus e i loro bambini, Zoe, Helen e tutta la città di Marsyas a farsi portavoce.
Nonostante il desiderio e la buona volontà, non sarà facile far cambiare idea a persone traviate da anni di bugie e falsa propaganda. Soprattutto quando un nuovo leader estremista, Jeanine Rowder, continua a diffondere messaggi diffamatori e rendendo la sua battaglia personale distruggere Arthur e la sua casa.
Ma la famiglia Baker-Parnassus è forte; Arthur a volte lo dimentica, sopraffatto dai propri traumi e dalla paura, ma i suoi bambini, che dopo i maltrattamenti subiti hanno finalmente trovato una casa e una famiglia in cui sentirsi amati e poter essere sé stessi, faranno tutto ciò che è in loro potere (e ne hanno tanto) per aiutare i genitori.

“Questa era speranza; i bambini, lettere d’amore a un futuro che doveva essere ancora deciso. Sì, penso Arthur mentre Sal sorrideva timido, la speranza è quella cosa piumata, ma è anche nei cuori e nella mente di coloro che credono che nulla è ancora perduto, a dispetto delle probabilità.”

Come faccio a parlare di questo romanzo? Proprio come il suo predecessore, “Da qualche parte al di là del mare”, è una storia che travolge e trascina come un’onda.
Miriadi le emozioni che provoca: felicità sconfinata, rabbia bruciante, un pizzico di tristezza e tanta, tanta commozione.
Questi bambini (e anche gli adulti) sono la vita, non penso esistano abbastanza parole per esprimere la loro grandiosità e meraviglia.
Nei momenti più leggeri e in quelli più tesi, durante i pasti, le avventure e le lezioni, tra le persone che li amano e li accolgono e quelle che li temono e maltrattano, ogni singola volta riescono a stupirci con la loro bontà, intelligenza, empatia e sincerità disarmante.
Amo questa famiglia con tutto il cuore e vorrei davvero, davvero tanto poter stare lì con loro.

“«Cos’era quella cosa sul muro?»
«Sembrava ketchup. Non è meraviglioso?», esclamò Arthur.
«Io e te abbiamo definizioni molto diverse di questa parola.»
«Forse hai bisogno di frequentare una lezione di vocabolario», lo prese in giro.”

Il romanzo, più del primo, ha una forte componente politica. Impossibile negare il parallelismo tra chi ha la magia e le persone queer.
Anzi, il romanzo è esplicitamente dedicato alle persone trans, che più di tutt3, oggi, stanno combattendo letteralmente per le loro vite. Ci sono persone, politici che hanno tutto a cuore tranne il bene delle persone che dovrebbero guidare e proteggere, miliardari che si sono arrogati il diritto di imporre il loro pensiero bigotto e disumano sul mondo, scrittrici di libri per bambini finite in una spirale d’odio e vagheggiamenti vari, il tutto dall’alto delle loro posizioni privilegiate. Klune non si tiene niente e attacca tutto questo attraverso una storia di coraggio, resilienza e amore.
Il clima politico che si respira nel mondo è spaventoso, ma è un sollievo sapere che c’è sempre qualcun3 che pensa diversamente, che spera, che diffonde amore, che combatte.
Ecco cosa sono Arthur, Linus, Sal, Phee, Chauncey, Theodor, Talia, Lucy, David, Zoe, Helen e il villaggio di Marsyas: sono speranza, sono la possibilità di un mondo migliore, sono cambiamento.

“Il cambiamento può essere terrificante, ma se continuiamo come abbiamo fatto per decenni, temo che arriveremo a un punto di non ritorno.”

È stato incredibile poter sbirciare i nuovi passi mossi dai bambini: Sal sta diventando un giovane adulto saggio; Phee è una sorella maggiore sensibile e comprensiva; Theodore è sempre più saldo sulle zampe; Chauncey sta scoprendo nuove cose di sé e sulle sue capacità; Talia, be’ non so come si possa migliorare la perfezione; Lucy condivide nuovi e toccanti segreti sui ragni che ha nel cervello; e poi conosciamo David! Il giovane yeti che conquisterà i nostri cuori una recita alla volta.
Arthur è un narratore arrabbiato, le nuove vicende stanno facendo tornare a galla traumi che pensava di aver messo da parte, ma che non aveva mai superato. La fenice è sempre sotto la superficie, pronta a sfociare anche quando non vorrebbe. Perché adesso ha troppo da perdere, ma soprattutto i suoi bambini ne soffrirebbero.
Per fortuna la sua famiglia è sempre al suo fianco e non ha proprio intenzione di lasciarlo.

“Smettila di comportarti come se dovessi fare tutto da solo. Non lo sei. Hai noi. Hai Linus. Hai Zoe ed Helen e quasi tutto in città. Ci hai insegnato a prenderci le nostre responsabilità, e lo stiamo facendo.”

Ho amato questa storia, che alla fine mi ha anche lasciata a bocca aperta. Non immaginavo uno sviluppo del genere, ma l’ho adorato e credo sia anche il più giusto.
Klune ha confessato in un’intervista che ci sarà un terzo e ultimo volume delle “Cerulean Chronicles” e, che ve lo dico a fare, io non vedo l’ora di averlo tra le mani… tra chissà quanti anni.
Io, nel frattempo, mi crogiolo nella bellissima sensazione lasciatemi da “Da qualche parte al di là del mare” e vi chiedo… siate pront3 a tornare a casa?
Baci
Voto libro - 5




















 
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