L'ultima vita: Un'indagine di John Adderley

Genere: Giallo e Thriller

Autore: Mohlin & Nyström

 1 luglio 2021

Figlio di padre nigeriano e madre svedese, John Adderley è un agente dell’FBI infiltrato nella mafia nigeriana di New York. Una volta conclusa la sua missione con l’arresto della gang, John entra nel programma di protezione testimoni perché su di lui grava una minaccia di morte. Chiede così al proprio responsabile di poter tornare in Svezia, dove ha vissuto i primi dodici anni della propria vita prima che il padre lo portasse con sé a New York.

Con una nuova identità, John chiede e ottiene di essere inserito nella squadra di polizia locale di Karlstaad, una piccola cittadina svedese, dove dovrebbe solo stare tranquillo e non farsi notare. Ma quando si imbatte in un cold case di vent’anni prima, la misteriosa scomparsa di Emelie Bjurwall, una ragazza di vent’anni, John non resiste e si mette a indagare…


Ciao lettori,
il primo luglio è uscito "L'ultima vita", che apre una nuova serie giallo/noir scritta a quattro mani da Peter Mohlin e Peter Nyström e pubblicata dalla HarperCollins che ringrazio per la copia recensione.
Il libro ha riscosso all'estero moltissimo successo, è infatti stato tradotto e pubblicato in 15 Paesi ed è approdato anche da noi. 

John Adderley è un agente dell'FBI per parte di madre svedese e parte di padre Nigeriano. I due si separano quando John aveva 11 anni e insieme al padre trascorre tutta la sua vita in America. Entrato nel programma di protezione testimoni dopo un'indagine sotto copertura in un cartello Nigeriano, contro ogni regola decide di tornare nella terra di sua madre, in Svezia. Lo spinge il debito che sente di avere con la madre e il fratellastro, accusato di aver ucciso l'unica erede di una delle famiglie più ricche e importanti della zona, il caso però fu chiuso senza condanne perché il corpo della vittima non fu mai ritrovato. Dopo vent'anni il caso viene riaperto, proprio quando lui deve decidere dove trasferirsi con il programma e pretende dal Bureau di essere inserito nella squadra che indagherà nel cold case di Emelie Bjurwall.

Come già accennato nelle recensioni di altri thriller che ho letto, non mi piace soffermarmi troppo sulla trama perché il bello dei gialli è proprio quello di indagare e seguire lo sviluppo della stessa insieme allo scrittore, vi basterà sapere che fino all'ultimo non mi sarei mai aspettata chi fosse il vero assassino e che il caso è costruito davvero molto bene. Posso però dare risalto al resto degli elementi del romanzo, ossia l'ambientazione e i personaggi.
La Svezia descritta dai due Peter non è proprio un bel posto, la città in cui si svolgono i fatti è divisa anche olfattivamente tra ricchi e poveri, i ricchi dal lato giusto dei boschi, non raggiunto dall'altrimenti onnipresente odore di solfito della cartiera della città. 

Atmosfere cupe, fredde e bagnate fanno da sfondo a personaggi complessi e alieni. Primo tra tutti il nostro agente protagonista. Cresciuto a pane e risentimento del padre nei confronti della madre, non si è mai perdonato la sua lontananza dai due quando il fratellastro ne aveva più bisogno e ciò lo spinge a ritornare a casa quando il caso irrisolto viene riaperto. Non aspettatevi lo stereotipato agente dell'FBI superdotato e invincibile, John, anzi, ha molti punti deboli, primo tra tutti una specie di sindrome post traumatica da stress che gli provoca una paresi in tutto il corpo che lo assale ogni qual volta si trova in situazioni di pericolo e che in più di un'occasione, nel libro, rischia di essergli fatale. John si butta a capofitto nel caso e grazie al suo acume, alla sua preparazione e alla sua caparbietà darà una svolta non indifferente alle indagini. Ciò che mi ha particolarmente colpita è il fatto che svolge le indagini attivamente, mettendosi a cercare con un metal detector e a scavare nei boschi in cerca di tracce e prove. Mi ha colpita perché ho sempre visto i federali in giacca e cravatta e poco propensi a sporcarsi le mani. 

Ma John non è l'unico personaggio particolare. I soggetti descritti sono tutti sui generis: la madre, che ho trovato veramente sgradevole, il fratellastro a metà tra il disadattato e il patetico, Sissela, la madre della vittima, più vicina a un cyborg che ad un essere umano, Herman, il padre della vittima, un uomo ombra sottomesso psicologicamente ed economicamente alla moglie, e così vià in una fiera a dir poco triste della specie umana scandinava. I personaggi che ho apprezzato di più del libro sono le due donne più vicine al nostro agente, l'avvocato Erina Kabashi, una donna enigmatica, altera e intelligente che spero di ritrovare anche nelle prossime uscite, e la collega Mona Ejdewik, che in qualche modo gli farà da Virgilio, amica e spirito guida in un luogo in cui comunque John non si riconosce. 

Il libro termina con un colpo di scena che ci lascia in sospeso e non ci fa capire se il secondo libro proseguirà a Karlstad o si sposterà da qualche altra parte, ciò che è certo è che il viaggio di John è appena cominciato, soprattutto quello per ritrovare se stesso.


Voto libro - 3 





 

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