Le lupe di Pompei
Genere: Storico
Scritto da: Elodie Harper
20 settembre 2022
Potere, amore, intrighi, emancipazione femminile e sorellanza in una Pompei brulicante di affari e di vita: un tuffo nel cuore della Storia antica. Personaggi di grande modernità tratteggiati con la sensibilità e la potenza emotiva di romanzi come La canzone di Achille e Il silenzio delle ragazze . Per tutti i fan di Madeline Miller, è in arrivo il primo capitolo della trilogia bestseller di Elodie Harper, ambientata nell’antica Pompei. Amara era l’amata figlia di un medico greco, finché la morte del padre non ha gettato la sua famiglia in miseria e la madre l’ha venduta come schiava. Ora è costretta a prostituirsi al lupanare di Pompei, il suo corpo proprietà di un uomo crudele e senza scrupoli. Astuta e piena di risorse, non ha altra scelta che sottomettersi e contare solo sulle bugie e sul desiderio che riesce a far nascere negli uomini. Ma Amara non ha intenzione di arrendersi e troverà un inaspettato conforto nelle altre ragazze del lupanare, ciascuna con la propria storia da raccontare, pronte a condividere risate e speranze. Presto Amara imparerà a conoscere non solo le persone che la circondano, ma anche la vivace città in cui è stata portata, ai piedi del Vesuvio; capirà che le strade di Pompei sono piene di opportunità, e perfino chi non ha più nulla può trovare un’occasione per rovesciare la sorte in suo favore.
Ciao, lettrici e lettori!
Negli ultimi tempi ho cercato di allontanarmi sempre più dalla mia comfort zone con il desiderio di affrontare delle letture che, per me, sono inusuali.
Già da mesi avevo messo gli occhi su “The Wolf Den” di Elodie Harper. Su di esso ho letto molti pareri contrastanti e, quando le acque sono così divise, la curiosità è sempre più viva.
Quando ho scoperto che sarebbe stato tradotto in italiano, mi ci sono letteralmente fiondata!
Quindi, oggi sono qui per parlarvi di “Le lupe di Pompei”, primo libro della trilogia “Wolf Den” scritta da Elodie Harper e portata qui in Italia da Fazi!
La trama sembra semplice, ma non credo riuscirò a spiegarvela come vorrei, poiché nasconde in realtà tante complessità. In ogni caso, ci provo!
Ci troviamo nella Pompei antica, dove il contesto sociale era diviso tra coloro che potevano assaporare la libertà quando e come volevano, e altri che invece la guardavano da lontano, quasi come se fosse un miraggio. In quest’ultima categoria ritroviamo una piccola “casta” che sarà la protagonista di questo romanzo: quella delle lupe di Pompei.
Nel quadro generale in cui ci troviamo, vengono chiamate “lupe” le prostitute. In particolare, il gruppo su cui la storia si soffermerà vede la presenza di Amara, Berenice, Cressa, Didone e Vittoria. Questi non sono i loro veri nomi, ma la loro identità reale è celata all’interno del gruppo, il cui padrone è l’insensibile Felicio. Tra esse, ci sono donne che sono nate schiave e non hanno mai conosciuto una vita diversa; altre, invece, hanno assaporato la libertà e sono pronte a riaverla indietro, costi quel che costi.
Nonostante la competizione continua che serpeggia nel gruppo, nel profondo le lupe sanno di poter sempre contare l’una sull’altra. Infatti, sono tante le situazioni all’interno del romanzo in cui l’unione femminile gioca un ruolo fondamentale.
L’appoggio tra donne è solo uno dei temi importanti di quest’opera che, in tutta la sua crudezza, spinge a riflettere e imparare. Anche se si tratta di un romanzo estremamente duro da affrontare, spero vivamente che riusciate a leggerlo e a coglierne la bellezza.
Per “Le lupe di Pompei” ho da spendere sia belle parole che qualche piccolo parere negativo. Ma iniziamo dal lato buono.
“O scegliamo di vivere, o ci arrendiamo. Ma se scegliamo di vivere allora vale ogni cosa, costi quel che costi”
Non vi nascondo che ho iniziato a leggere l’opera anche per l’ambientazione. Abitando proprio a Pompei, devo dire che non vedevo assolutamente l’ora di addentrarmi nei meandri della sua storia sociale, specialmente se così oscura. Ho visto tanti film che hanno sempre idealizzato e romanticizzato quella realtà antica. Dai media sono state create innumerevoli storie d’amore fittizie (un po’ come per il Titanic), con coppie che corrono insieme e si baciano un’ultima volta sotto alla pioggia di lapilli. Vi dico questo per farvi comprendere che, se cercate una storia smielata tra le attuali rovine pompeiane, allora questo libro non fa per voi. Ovviamente, come ho detto prima, è una storia che racchiude tante tematiche, quali ad esempio l’amicizia e l’aiuto tra donne e la libertà, ma contiene anche violenze di ogni tipo e, considerati i bordelli in cui è ambientato, scene estremamente esplicite. Ammetto di essermi bloccata molte volte durante la lettura poiché anche per me c’erano tantissime cose difficili da digerire. Inoltre, come ho specificato proprio all’inizio, è un’opera fuori dalla mia comfort zone. Quindi rapportarmi con la trama è stato complicato.
La costruzione dei personaggi è ben fatta e il loro vissuto è narrato in modo così profondo che, la maggior parte del tempo, sono stata investita da una grande tristezza. Di certo, date anche le premesse, non è un libro che strappa un sorriso (ma come ho detto svariate volte qui in blog, le cose facili con l’happy ending non mi piacciono)! Amara è uno di quei personaggi che ti stringe il cuore in una morsa e non te lo lascia più. Mi ci sono affezionata all’improvviso, ed è stato abbastanza facile comprenderla.
Passando al lato negativo, ciò che mi ha un po’ destabilizzata è lo stile di scrittura. Inutile dirvi che è magistrale, ma per niente semplice. Lo trovo molto artificioso, arzigogolato. Probabilmente Harper si è servita di un determinato linguaggio anche per rispecchiare quelle che erano (presumibilmente) la parlata e lo stile del tempo. A mio parere, non credo ci abbia preso molto. La scrittura sembra molto più moderna e cozza un po’ con il contesto storico. A questo punto, quindi, avrei preferito un registro medio-basso, proprio per andare incontro a quella che è la realtà descritta nel romanzo. Soprattutto, considerando che è già difficile entrare pienamente in un’opera di questa portata che tratta un certo tipo di tematiche, uno stile di scrittura doppiamente complesso non facilita certamente le cose. Ecco perché l’ho trovato molto lento, il che ha smorzato un bel po’ la curiosità iniziale che mi aveva spinta a leggerlo.
Detto ciò, spero che la mia critica non risulti fin troppo aspra. Benché abbia impiegato davvero molti giorni a finirlo, giunta alla conclusione mi sono ritrovata spiazzata davanti al finale, il quale mi ha spinto a volere di più.
Per fortuna a maggio è uscito anche il secondo volume della serie, “The House with the Golden Door”. Aspetto (e spero) che venga tradotto anch’esso in italiano per potermi immergere nuovamente nella storia. Mi aspetto grandi miglioramenti, poiché ci sono tutte le basi per poter creare una gran bella trilogia. Non vedo l’ora di assistere nuovamente alla storia di Amara e al nuovo capitolo che sta per affrontare!
Voto libro - 3.5
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