Blog Tour "Sulle tracce di Jack Lo Squartatore": Le vittime di Jack lo Squartatore


Le vittime di Jack lo Squartatore

Salve lettori!
In occasione dell’uscita italiana della serie mistery young adult di Kerri Maniscalco il 15 settembre, ieri vi ho parlato del libro nella recensione che trovate qui sotto, mentre oggi vi lascio un approfondimento sulle vittime del serial killer più famoso della storia.

Le vittima accertate sono cinque: Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly.
Nessuna delle donne ha avuto una vita facile e questo, probabilmente, è stato il loro peccato più grande. 

Mary Ann Nichols fu sposata per vent’anni prima di separarsi definitivamente dal marito, da cui riceveva una rendita di cinque scellini alla settimana, che le tolse, quando scoprì che si prostituiva. Forse la donna, per un periodo, lavorò come domestica (non ci sono notizie certe, come dice anche l’autrice nelle note), ed era alcolizzata. La notte in cui è stata uccisa era per strada a guadagnare qualche soldo per un letto, che però spese per bere; fu costretta, quindi, a continuare il suo giro, finendo sgozzata, causa primaria della morte di tutte le vittime.

Sorte simile per Annie Chapman che, dopo la morte della figlia maggiore, iniziò a bere e si separò dal marito. Riceveva anche lei una rendita, che perse quando il marito morì. Di conseguenza, la prostituzione e l’incontro con lo Squartatore furono inevitabili.
Annie fu la prima vittima ad essere stata ritrovata senza organi interni (vagina, utero e parte della vescica), diventati il “trofeo” dell’assassino. Per il suo omicidio fu arrestato John Pizer, proprietario di una bottega per la lavorazione del cuoio nel quartiere, poiché nei pressi del luogo del delitto venne trovato un grembiule di cuoio. L’uomo, alla fine, fu scagionato, ma da quel momento si diffuse l’espressione “Grembiule di Cuoio” in riferimento all’assassino di Whitechapel.

Elizabeth Stride fu protagonista di un duplice omicidio. L’arrivo di un cocchiere, nonostante non sia riuscito a salvarle la vita (la donna era già stata sgozzata), l’ha risparmiata dalle orribili mutilazioni subite dalle altre vittime, ma ha anche portato alla morte di Catherine Eddowes.

Non avendo potuto portare a termine lo sventramento di Elizabeth Stride, Lo Squartatore si è accanito contro Catherine Eddowes, che poco prima era stata trovata completamente ubriaca da un poliziotto. La sua morte è molto più raccapricciante delle precedenti: il volto era completamente sfigurato da un taglio sulla parte destra e da numerosi tagli sulle labbra, tanto profondi da mostrare le gengive, naso e lobo dell'orecchio sinistro erano stati asportati; il corpo era sventrato da un unico taglio che dall'inguine arrivava alla gola, alcuni organi erano appoggiati sulla spalla della vittima, mentre il rene sinistro e gli organi genitali erano stati portati via.

Ultima vittima attribuita a Jack lo Squartatore è Mary Jane Kelly, la più giovane, il cui omicidio è ritenuto il più orribile. L’uomo con cui si vedeva raccontò che la donna, a causa di Jack lo Squartatore, ospitava nel suo appartamento altre prostitute che non avevano un posto dove dormire. Così come le ultime due vittime, Elizabeth e Catherine, Mary Jane fu vista con un uomo ben vestito, che alcuni testimoni definirono “rispettabile”, durante la notte della sua morte. Mary Jane fu ritrovata nel suo letto con la gola squarciata, il viso gravemente mutilato, il petto e l'addome aperti. Molti organi interni erano stati rimossi, i muscoli che ricoprivano gli arti erano stati asportati e il cuore non fu trovato.

L’autrice di “Sulle tracce di Jack lo Squartatore” inserisce anche un’altra vittima nel suo romanzo, Emma Elizabeth Smith, una delle quindici donne che si sospetta siano state assassinate dal serial killer, ma di cui non si ha la conferma perché i metodi utilizzati per l’omicidio non coincidono con quelli delle cinque donne sopra elencate.
Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes avevano tutte intorno ai 40 anni, Mary Jane Kelly ne aveva 25. Quello che avevano in comune erano la necessità di prostituirsi per guadagnare pochi penny e una morte violenta: nel giro di pochi mesi sono state tutte ritrovate tra le strade di Whitechapel, vittime di un serial killer senza volto e che non venne mai condannato. Ciò che davvero le accomuna, però, è il fatto che sono diventate quasi comparse in una storia che per loro non ha avuto affatto un lieto fine.
Jack lo Squartatore è diventato leggenda perché la sua identità non è mai stata scoperta, mentre nessuno ricorda queste donne con un nome e una vita (nonostante non fosse rosea) se non per il modo brutale e orrendo in cui hanno incontrato la morte. Le vere protagoniste passano in secondo piano perché erano prostitute, ubriacone, perché al pubblico interessava più sapere come erano state macellate che sapere se lasciavano una famiglia, dei figli.

La Maniscalco, sempre nelle note, giustificando le libertà autoriali prese nella storia dice: “Volevo mostrare il lato umano di quelle donne, non soltanto le raccapriccianti scene del delitto che le videro protagoniste alla fine della loro esistenza. Erano mogli, madri, sorelle e figlie, non solo prostitute dimenticate, ricordate unicamente nel momento della morte.”

Credo sia un messaggio molto forte e importante, quindi grazie Kerri per averci dato la possibilità di conoscere queste donne per come erano in vita oltre che per la loro terribile morte.

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