BLOG TOUR A caccia del Diavolo: Il Diavolo della Città Bianca

 Il Diavolo della Città Bianca

Salve lettori!
Siamo arrivati alla fine della quadrilogia di Kerri Maniscalco che ha fatto tanto scalpore in Italia.
C’è chi l’ha amata, chi l’ha odiata, chi la reputa un capolavoro e chi un obbrobrio. A me è piaciuta, non è perfetta, ma è una serie Young Adult carina e diversa dal solito.

Ma non siamo qui per parlare direttamente dei libri, di cui potete trovare le recensioni ai link alla fine della pagina (così come i link dei blog tour precedenti), in questa sede affronteremo l’ultimo approfondimento della serie.
Per “Sulle tracce di Jack lo Squartatore” ho parlato delle vittime dello Squartatore; con “Alla ricerca del Principe Dracula” ho approfondito la figura della Contessa Sanguinaria, Erzsébet Báthory; per “In fuga da Houdini” ho analizzato il modus operandi dell’assassino.
Stavolta, per “A caccia del Diavolo”, ho deciso di concludere il ciclo con la figura del Diavolo della Città Bianca: Henry Howard Holmes, uno dei primi serial killer d’America.

Come per la Contessa Báthory, anche il numero delle vittime di Holmes fu solo ipotizzato.
La polizia trovò nel suo Castello gli scheletri di 150 persone, ma gli attribuirono almeno 200 morti, Holmes stesso ammise di averne uccise 133 (ritrasse questa affermazione dicendo che era solo un trucco per guadagnare soldi), ma venne condannato per soli nove omicidi.
Tra le confessioni di Holmes ci fu anche quella di essere stato posseduto da Satana, lui stesso disse di sé:

“Sono nato con il diavolo in me. Non potevo evitare di essere un assassino, non più di quanto un poeta può evitare l’ispirazione di decantare versi.”

La malvagità di Holmes, nato Herman Webster Mudgett, si presenta sin da ragazzo.
Vittima di un padre violento e dei bulli, torturava animali randagi con terribili esperimenti. Studiò medicina e scoprì il valore economico dei cadaveri. I suoi omicidi iniziarono proprio così, come frodi assicurative alle compagnie di assicurazione sulla vita con i corpi delle vittime al college. Holmes si spostò in diverse città americane e in ognuna lasciò una scia di sparizioni, truffe e morti, ma non fu mai scoperto, sia perché cambiava continuamente identità sia perché fuggiva al primo sentore di pericolo.
In fin dei conti gli omicidi furono sempre un’attività collaterale, un hobby, la fonte primaria di reddito di Holmes erano le frodi assicurative, che gli permisero di costruire il suo Castello, e la vendita degli scheletri alle Università (che fu uno dei motivi per cui la polizia aumentò il numero delle vittime).

La frode assicurativa fu anche il motivo per cui Holmes finì in carcere.
La prima volta che venne arrestato, uscì senza alcuna indagine sul Castello o sugli omicidi, ma quando uscì commise un errore. In carcere conobbe una nuova complice, Marion Hedgepeth, che lo aiutò con l’omicidio di Benjamin Pitezel (suo complice in una truffa) e la conseguente frode ai danni di una società di assicurazione.
Dopo l’omicidio, Holmes non diede la parte di bottino promessa alla Hedgepeth, che per vendetta lo denunciò alla società assicurativa truffata.
Solo a quel punto, nel 1894, confessò i suoi omicidi, 27.
La polizia perquisì i resti del Castello, che era stato date alle fiamme da un ex complice a cui Holmes aveva ucciso “per sbaglio” amante, sorella e figlia in una delle camere, e lì scoprirono l’inquietante verità di quell’edificio e del suo proprietario.
Eppure, nonostante gli scheletri ritrovati e le numerose sparizioni, specialmente a Chicago nel 1893, l’anno dell’Esposizione Universale, Holmes venne condannato solamente per 9 dei 27 omicidi che aveva confermato e per le numerose truffe assicurative. La pena fu la morte per impiccagione, all’età di 34 anni.

A differenza degli altri assassini scelti da Kerri Maniscalco, H.H. Holmes è un serial killer accertato, c’è un nome, una condanna, nessuna aura di mistero o di mito.
Ma una storia interessante esiste ed è stata la scintilla dell’ispirazione per l’autrice. Uno dei discendenti di H.H. Holmes dichiarò di aver ricevuto in eredità due diari del serial killer contenenti dettagli dei suoi omicidi, storie della sua infanzia e di come ha conosciuto Jack lo Squartatore.
Secondo questi diari, infatti, Holmes era a Londra durante il periodo di attività dello Squartatore e non solo lo ha conosciuto, ma è stato addirittura il suo insegnante. A quanto pare lo Squartatore era incaricato di uccidere le prostitute e mutilarle, così da distogliere l’attenzione della polizia dagli omicidi di Holmes stesso.

Insomma lettori, tra reale e fantastico, elogi e polemiche, siamo arrivati alla fine di questa serie. Dobbiamo salutare Audrey Rose e Thomas, ma non dire addio a Kerri Maniscalco, che tornerà in Italia (sempre grazie alla Mondadori) con il suo nuovo romanzo “Kingdom of the Wicked” (in cui celebra anche la sua discendenza italiana!).
erika 

 


 
 

 

 

 

 

 

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