Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano
Genere: Libri per ragazzi
Scritto da: Emma
20 febbraio 2020
Conosci la scena: sei tornata dal lavoro, hai fatto la spesa, stai preparando la cena e nel frattempo pensi a quando pagare l'affitto / chiamare l'idraulico / prendere la pillola / finire quella mail di lavoro / controllare che i tuoi figli abbiano fatto i compiti / caricare la lavatrice. Tutto questo mentre il tuo compagno ti chiede se per caso sai dove sono finite le sue scarpe. Hai mai pensato a quante volte il tuo partner ti ha risposto «bastava chiedere», come se tu fossi l'addetta all'organizzazione della casa? Hai mai riflettuto sul delicato equilibrio che cerchi di mantenere rispondendo a un commento inopportuno per evitare di essere definita "isterica"? Ti è mai venuto in mente che non va bene sentirti costantemente responsabile del benessere emotivo o sessuale del tuo partner? Hai mai riflettuto su quanto sia ingiusto che il tuo congedo di maternità sia chiamato da qualche collega "una vacanza"? Se non ci hai mai pensato, scoprirai queste porzioni della tua stessa vita nelle pagine di Emma. E se ancora non sei femminista, scoprirai di esserlo. Introduzione di Michela Murgia.
Salve salve!
Per puro caso mi sono imbattuta in “Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano” della disegnatrice francese Emma. Dieci storie sotto forma di graphic novel per parlare di femminismo, di donne, di tutto quello che fanno senza che venga loro riconosciuto, dei problemi visibili e invisibili della società.
In Italia è stato pubblicato da Laterza nel 2020.
“Nella speranza che i nostri bambini non debbano mai dire «me too».”
Attingendo dalle esperienze personali e da quelle di amiche e conoscenti, in ogni racconto Emma affronta diversi temi legati al ruolo della donna nella società, sul posto di lavoro, nella famiglia; parla della disparità con l’altro sesso citando anche diverse femministe di schieramenti differenti.
Il primo racconto, “Bastava chiedere”, parla del carico mentale, ossia il pensiero costante a cosa si deve fare, cosa si deve comprare, chi si deve chiamare, ecc. Nonostante la presenza di un compagno in casa, il carico mentale ricade sempre sulla donna, perché così ci hanno abituate e così hanno abituato gli uomini: sono le madri a mettere a posto e a occuparsi di noi, di conseguenza sono le mogli a doversi occupare delle necessità della famiglia, così come sono figlie e nipoti a dover aiutare, mentre l’uomo si rilassa/gioca/fa “cose da uomini”.
“Il carico mentale ricade quasi esclusivamente sulle donne. È un lavoro continuo, sfiancante. Ed è un lavoro invisibile.”
In “Rilassati!”, Emma ricorda tutte le volte in cui le hanno detto di stare calma, di non fare l’isterica, concentrandosi poi sulla manipolazione emotiva.
Ne “Il potere dell’amore” riflette sul fatto che il pensiero delle donne, di solito, è sempre rivolto agli altri, a quello che potrebbe piacere al proprio partner, a mettere davanti i bisogni degli altri prima dei propri.
“Impara a conoscerla” è una breve e simpatica guida per conoscere in pochi passi il clitoride.
“Michelle” utilizza l’espediente dell’esperienza di un’anima, Michelle appunto, lasciata dal marito e messa da parte anche sul lavoro, per parlare delle tante donne il cui lavoro non viene riconosciuto, le quali mettono da parte le loro carriere e le loro vite per sostenere i mariti, per essere poi lasciate senza nulla.
“Non va bene, ma…” affronta il tema della cultura dello stupro, di cui siamo vittime sin da bambine senza rendercene conto, ci abbagliano sostenendo che sia normale, che sia giusto così e che in fondo siamo noi ad essere così carine.
“Ho capito che, per lottare contro la cultura dello stupro, non bastava dare la caccia agli stupratori dei parcheggi. Bisognava anche discutere con gli uomini delle nostre vite: i nostri fratelli, i nostri amici, i nostri padri, i nostri partner e insegnare loro a ricercare non il sesso ad ogni costo, ma il sesso chiaramente e liberamente consensuale.”
Anche “Un ruolo da riempire” parla di molestie, delle battaglie femministe e della pressione mediatica sulla bellezza e sull’aspetto fisico.
“L’attesa” affronta il senso di colpa che viene fatto provare alle madri che lavorano invece di stare a casa con il figlio, mentre i padri sono giustificati a stare al lavoro fino a tardi o a dedicare del tempo a sé stessi.
“Le vacanze” parlano della gravidanza e di come la pressione emotiva e fisica a cui sottopone le donne viene sottovalutata e sminuita.
Infine, “Lo sguardo maschile” riprende il discorso degli “standard” che ci si aspettano dalle donne per quanto riguarda l’aspetto fisico, concentrandosi sulla visione che si ha della donna, pari a quella di un oggetto.
Ho semplicemente accennato alle trame dei dieci racconti perché vale la pena scoprirli con la lettura, approfondire i vari argomenti e farsi stupire dalla realtà di ognuno di essi.
Perché farsi stupire?
Perché effettivamente sono temi talmente radicati oppure sottovalutati, che noi stesse diamo per scontati, e scoprire che non siamo le uniche a provare tutto questo e che anzi, hanno nomi precisi, è incredibile.
In tutti i racconti, Emma sviscera ogni argomento, cercando le cause e mostrandone le conseguenze, anche con dati scientifici e condividendo le opinioni di esperti, dando spesso anche la sua visione dei fatti.
Interessanti e utili le note sul corrispettivo italiano dei dati, delle leggi e della situazione in Italia rispetto a quella francese di cui la disegnatrice parla.
“È sempre bene cercare di adottare uno sguardo diverso.”
I disegni sono semplici ma davvero simpatici, adatti al tipo di narrazione, che vuole puntare l’attenzione sulle parole, sui pensieri, sui dati.
Lo scopo della raccolta è farci aprire gli occhi, farci rendere conto e, soprattutto, farci pensare. Non solo alle donne, ma soprattutto agli uomini.
Farebbe bene leggere questi racconti in coppia, si potrebbero scoprire tante cose che potrebbero dare un grande aiuto.
Baci
Voto libro - 5
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