2119. La disfatta dei Sapiens
Genere: Distopico
Autrice: Sabina Guzzanti
11 marzo 2021
È il 2119 e la situazione, sul pianeta Terra, non è delle migliori… Ma un gruppo di eroi è in lotta per salvare il futuro.
Anno 2119. Dopo una lunga serie di catastrofi ambientali, pandemie e sconvolgimenti di ogni sorta i superstiti sono stati costretti a sottomettersi a un regime ingiusto ma stabile, liberamente ispirato al feudalesimo.
La società è formata da un centinaio di milioni di arcimiliardari onnipotenti e tre miliardi di migranti ambientali senza diritto di voto, raggruppati in grandi campi di accoglienza, sui lembi di terra risparmiati dall’innalzamento delle acque. Fra i ricchissimi la fanno da padroni gli azionisti del Consorzio delle multinazionali che controllano il web.
Gli unici che si oppongono al Consorzio sono i giornalisti di Holly, il solo organo di informazione concepito e scritto da esseri umani invece che da robot. E quando il Consorzio sta per mettere in rete un nuovo algoritmo, in grado di eliminare definitivamente il libero arbitrio, le poche speranze di salvezza sono nelle mani di Tess, bistrattata redattrice di una rubrica sui gattini…
Accanto a Tess e agli altri giornalisti di Holly, incontreremo famiglie di migranti europei e newyorkesi, ingegneri del marketing e dei big data, azionisti spietati e riccastri spiantati, bambini e algoritmi, hackers e haters. E saranno tutti coinvolti da una catena di avvenimenti che può portare alla fine della specie che si è autodenominata Sapiens…
Dopo i successi a teatro, al cinema, alla televisione, Sabina Guzzanti esordisce come narratrice. Lo fa con un romanzo che da un lato guarda alla grande letteratura distopica classica (da 1984 a Farenheit 451) e dall’altro affronta temi di straordinaria modernità, quali il mutamento climatico, la concentrazione della ricchezza, la dipendenza dalla tecnologia.
Ciao Lettori,
riesco finalmente a recensire il libro di esordio di Sabina Guzzanti edito dalla HarperCollins, che ringrazio per la copia digitale. Il libro è uscito a marzo e come ci dice la stessa scrittrice è nato anche grazie alla pandemia, che "mi ha costretta in casa permettendomi di concentrarmi sulla scrittura".
Il libro di Sabina Guzzanti è un distopico autoconclusivo e qui mi soffermo un attimo sul genere, perché magari non tutti sono in confidenza con il termine.
Wikipedia definisce la distopia come "anti-utopia, contro-utopia, utopia negativa o cacotopia, è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un'esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. Ponendosi in contrapposizione ad un'utopia, una distopia viene tipicamente prefigurata come l'appartenenza ad un'ipotetica società o ad un ipotetico mondo caratterizzati da alcune espressioni sociali o politiche opprimenti, spesso in concomitanza o in conseguenza di condizioni ambientali o tecnologiche pericolose, che sono state portate al loro limite estremo". Volendo chiarire con degli esempi possiamo fare riferimento al manga/anime "Ken il Guerriero" per i più attempati (come me) o alla serie di romanzi/film "Divergent" di Veronica Roth.
Molto spesso i distopici ci portano a riflettere sulle conseguenze a cui scelte globali sull'ambiente o sulla tecnologia esercitate nel presente possono portare il pianeta e l'essere umano in un futuro più o meno prossimo, e come queste conseguenze siano sempre e comunque schiaccianti per alcune categorie di persone (povere, emarginate, oppresse e ignoranti), la maggioranza, a favore di una minoranza che detiene il potere economico e culturale e della conoscenza in generale.
Ed è proprio in questo scenario che si sviluppa il racconto della Guzzanti: siamo nel 2119, appunto, una catastrofe ambientale non meglio specificata ha ridotto il Pianeta a poche terre sommerse organizzate in feudi, ogni feudo è governato da un ristrettissimo numero di gente ricchissima che detiene il controllo sulle risorse alimentari e tecnologiche del pianeta (definiti Crem o con il dispregiativo Paguri), mentre il resto della popolazione è privo di ogni mezzo e "sostenuto" dalle elemosine e dalla magnanimità dei Crem.
I Crem hanno un'altra caratteristica, quella di potersi permettere gli impianti biocibernetici prodotti dal "Consorzio", sistemi impiantati nel cervello che rendono l'uomo praticamente immortale (annullano il processo di invecchiamento) e sintetizzano tutte le emozioni, annullando quelle negative come ansia, paura, rabbia o insicurezza e controllando tutte le altre. Questi impianti hanno tuttavia un lato negativo, possono azzerare il libero arbitrio dell'essere umano, di fatto pilotandone scelte e pensiero, tant'è che una legge confederale stabilisce un limite percentuale all'influenza che la tecnologia può avere sulla mente umana, non si deve superare il 45%, limite sistematicamente violato dal consorzio.
"I portatori di impianti sono come conchiglie vuote, abitate di volta in volta dai desideri pilotati dalle strategie di marketing del Consorzio".
Cos'è il Consorzio? È l'Ente che detiene tutto il potere e la conoscenza tecnologica del mondo sopravvisuto e che manipola a proprio vantaggio il resto della popolazione.
È l'artefice degli impianti biocibernetici, con cui influenza i Crem che se lo impiantano (Paguri) e di Alq, un'intelligenza artificiale ufficialmente diffusa in rete per annullare le frange violente della rete, ma sospettato di essere in realtà un'intelligenza artificiale con lo scopo di soggiogare il resto delle menti umane alla volontà degli azionisti del Consorzio stesso.
In questo desolante scenario, si staglia come un faro la testata giornalistica clandestina "Holly" diretta da una quindicina di dissidenti, quasi tutti figli di Crem che si sono rifiutati di essere manipolati dal sistema e dalle loro famiglie e hanno deciso di diffondere la verità in aperto contrasto con il Consorzio.
Quando "Holly" diffonde un video in cui dimostra palesemente il modo in cui gli impianti siano utilizzati dal Consorzio per alterare la volontà delle persone, ben al di sopra del limite consentito dalla legge, la redazione è costretta a fuggire per evitare la carcerazione. I giornalisti vengono salvati da Quotto, un hacker che li invita su un'isola sulla quale potranno continuare la loro lotta alla libertà dell'uomo. Le cose si complicano quando, arrivati sull'isola, la redazione di Holly scopre che Quotto è in compagnia della dottoressa Helene Mauer, ingegnere informatico del Consorzio e vera mente degli impianti biocibernetici, di Alq e dei progetti di collegamento tra cervello e rete che si sospetta il Consorzio stia portando avanti segretamente.
La redazione di Holly dovrà cercare di capire cosa stiano tramando veramente Quotto e la Mauer e come farsi aiutare dai dissidenti dei feudi che lottano contro la supremazia dei Crem.
Non posso addentrarmi oltre nel racconto perché rischierei di spoilerare pesantemente la trama, posso però anticipare che la fine è ricca di speranza e un grande aiuto ci viene dato proprio da quella tecnologia che tanto è demonizzata all'inizio e il messaggio che spesso solo dalle ceneri della distruzione di un ordine precostituito si può risorgere come un'araba fenice.
Il libro non ha personaggi di spicco che potremmo eleggere a protagonisti, tutti i soggetti narranti svolgono un ruolo importante per lo sviuluppo della storia, anche se i bambini e i gatti ci riserveranno non poche sorprese.
Posso dire che la Guzzanti investe tutte le sue capacità intellettive nel worldbuilding. Sebbene la stratificazione sociale sia molto semplice (abbiamo ricchi, poveri e dissidenti) le implicazioni e le interazioni con l'intelligenza artificiale in generale sono complessissime e si fa parecchia fatica a seguirle e comprenderle con chiarezza se non con una lettura attenta e concentrata (necessaria se si vuole comprendere a fondo le implicazioni del pensiero della Guzzanti), idem dicasi per le regole di comportamento delle persone residenti nei feudi.
Non sono un'esperta di distopici, non è un genere che leggo volentieri. Il motivo non è il disinteresse o la noia, bensì l'indignazione che provo per la consapevolezza che quanto descritto nei distopici non è affatto un panorama lontano, ma è quanto viviamo oggi se escludiamo la catastrofe ambientale (a cui pure tendiamo). E, restando in tema del libro di oggi, mi riferisco soprattutto alla palese ignoranza che orgogliosamente manifestiamo e non ci vergogniamo più di nascondere quando pretendiamo di esprimere il nostro pensiero su tutto e tutti sui social network, a prescindere che si abbia la capacità, la sensibilità e la cultura per farlo.
E allora perchè ammorbarci? Direte voi... È colpa dei fratelli Guzzanti, che seguo accanitamente, soprattutto Corrado, anche se poco spazio hanno oggi in televisione. Quando ho visto che la scrittrice era Sabina Guzzanti mi sono fiondata sul libro ancora prima di conoscerne il contenuto. Ma non mi sono pentita, perché grazie a questo testo ho potuto soffermarmi a riflettere su tante cose.
Il fuoco del racconto della Guzzanti è tutto sull'antitesi tra presenza e assenza di spirito critico. La Guzzanti per tutto il libro mette in evidenza come il plagio delle coscienze possa influenzare le menti a tal punto da far negare anche le evidenze. Questo è possibile quando le masse sono lasciate nell'ignoranza e quindi nell'impossibilità di formulare un giudizio critico degli avvenimenti che li coinvolgono. Così diventano facilmente manipolabili da chi invece ha la conoscenza e la forza economica per veicolare la realtà.
Tuttavia, il messaggio importante che la Guzzanti ci trasmette in questo libro, messaggio che condivido, è che anche se il sistema è ricco e potente, se c'è qualcuno che ha la capacità di criticarlo e metterne in evidenza i soprusi, è possibile non rimanerne schiacciati e addirittura sovvertirlo.
Non è un libro semplice e non ho particolarmente apprezzato la trama, ma lo consiglio comunque a chi ha voglia di leggere una voce fuori dal coro, a chi ha voglia di allenare il proprio spirito critico, a chi sente la necessità di essere in grado di distinguere tra verità comode e verità vere.
Voto libro - 3
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