Arianna


Genere: Mitologia

Autrice: Jennifer Saint

3 febbraio 2022

Principesse di Creta e figlie del temuto re Minosse, Arianna e la sorella Fedra crescono ascoltando riecheggiare il rumore degli zoccoli del fratello, il Minotauro, nel labirinto costruito sotto il palazzo. La creatura, che Minosse considera il suo più grande disonore, ogni anno esige un sacrificio; quando Teseo, principe di Atene, giunge a Creta per immolarsi al mostro, Arianna si perde nei suoi occhi verdi e se ne innamora follemente. Ma aiutandolo a scappare dal labirinto tradirebbe la sua famiglia e il suo regno, e la ragazza conosce fin troppo bene le conseguenze di un gesto simile. In un mondo in cui le donne non sono altro che pedine su una scacchiera dominata dagli uomini e dagli dèi, questo la porterebbe realmente a ottenere ciò che vuole? Ma soprattutto, sarebbe davvero il lieto fine che desidera? Tutti conoscono la storia del Minotauro, del suo labirinto e del filo che ha aiutato Teseo a scappare dalla tana del mostro, e hanno ben presente il "lamento di Arianna" per il suo amore tormentato. Ma in quanti pensano a lei come la ragazza coraggiosa che ha saputo farsi valere e ribaltare la propria sorte, arrivando a tenere testa a un dio come Dioniso nell'amore e nella vita? Il sorprendente esordio di Jennifer Saint reinventa uno dei personaggi più affascinanti e misteriosi della mitologia greca, rendendo Arianna un'eroina indimenticabile e complessa, capace di commuovere e incantare i lettori di oggi.
Salve lettrici e lettori!
Sapete bene quanto le belle cover mi ammalino, ma stavolta a convincermi a leggere questo libro è stato anche il titolo.
“Arianna”, romanzo d’esordio di Jennifer Saint, è un retelling del mito di Teseo e del Minotauro, ma dal punto di vista delle donne protagoniste che, come al solito, sono messe da parte. È uscito in Italia, per Sonzogno, il 3 febbraio 2022. 

“Io sono Arianna, principessa di Creta, anche se la mia storia ci porta molto lontano dalle coste rocciose dei miei natali.”

Sull’isola di Creta c’è Minosse e - aiuto - c’è anche il Minotauro (conoscete la canzoncina vero?!). C’è un labirinto, un architetto geniale e arriva anche il classico eroe. Ma alle spalle di questi uomini ci sono tre donne, discendenti di Elio, dio del sole, spesso dimenticate o, peggio, considerate responsabili delle tragedie di cui si sono ritrovate protagoniste a causa dei peccati degli uomini e dell’ira degli dei.
La prima è Pasifae, regina di Creta, vittima di una passione sfrenata verso un toro che il marito si era rifiutato di sacrificare a Poseidone. La donna, succube di questa passione folle, si era fatta costruire da Dedalo una vacca cava per potersi unire a esso. Da questo rapporto mostruoso nacque il Minotauro, il temibile mostro di Minosse.
In realtà il Minotauro si chiamava Asterion e Pasifae ha tentato di crescerlo come un figlio normale, così come Arianna ha tentato di trattarlo come un fratello. Ma la sua natura violenta e sanguinosa non poteva essere contrastata in alcun modo, soprattutto non dopo che Minosse ha compreso quanto potere potesse acquistare utilizzandolo come minaccia.
Così il Minotauro ottiene la sua prigione nel labirinto e la sua fama. Pasifae, intanto, diventa lo zimbello della corte, una donna pazza, malata, deviata, guidata da desideri innaturali. Pasifae, in realtà, diventa l’ombra di sé stessa, una vittima innocente della sete di vendetta degli dei e di quella di potere del marito.
Ma a subire l’imbarazzo delle voci di corridoio sono soprattutto le figlie di Pasifae, Arianna e Fedra.
Le due bambine sono costrette a crescere in fretta, ovviamente, consapevoli che l’unico interesse del padre è darle in sposa al miglior offerente. Arianna è silenziosa, ama la solitudine e danzare su un ritmo immaginario nelle enormi sale costruite da Dedalo. È l’unica ad aiutare Pasifae con Asterion, nonostante sia difficile coccolare un essere del genere; soffre tantissimo l’allontanamento della madre, che ormai ha perso ogni scintilla, ogni briciolo di lucidità e chiarezza. Ma la vita di Arianna subisce un vero scossone quando il giovane Teseo, principe di Atene, arriva a Creta come sacrificio per il Minotauro. Arianna ha sempre girato lo sguardo quando in quei due anni i giovani ateniesi sono stati gettati nel labirinto a morire, consapevole di non potere nulla contro la malvagità del re di Creta, ma lo sguardo profondo di Teseo l’ha catturata e non può ignorare la richiesta disperata in quegli occhi. Arianna tradisce suo padre, suo fratello, il suo regno, ben consapevole della fine che le figlie che tradiscono la propria famiglia fanno: sono punite e ricordate solo per i loro “peccati”, mentre l’infallibile eroe continua i suoi viaggi di vittorie e conquiste. Teseo la illude con mille promesse d’amore, Dedalo le procura il famoso filo, lei desidera solamente aiutare un ragazzo che crede nobile e buono. Fugge con lui e lui la lascia sull’isola di Nasso (l’espressione “piantare in asso” deriva proprio da questo). Delusa e con il cuore spezzato, Arianna comprende finalmente cosa sia un eroe, capisce come la sorte di donne come Medusa o Medea non sia dipesa solo da loro, ma anche dagli eroi che avevano promesso di amarle o dagli dei gelosi e insaziabili. Nasso però si rivela piena di sorprese per Arianna, ma solo il fato potrà decidere se positive o meno.

Nonostante Arianna dia nome al libro, anche la storia della sorella Fedra ha grande importanza.
Fedra è il contrario di Arianna, è vivace e avventurosa. Per due anni si è fatta forza e ha assistito alla sfilata dei giovani sacrifici ateniesi, a differenza di Arianna ha guardato e ha covato rancore e il desiderio di farla pagare al padre. Di farla pagare a tutti i nobili che la guardano dall’alto in basso e che sputano parole di scherno alle sue spalle a causa dell’imbarazzante peccato della madre. Anche Fedra incrocia gli occhi luminosi di Teseo e anche lei viene trascinata nel suo piano, ma a differenza di Arianna viene abbandonata molto prima. Eppure anche per lei il fato ha in serbo tantissime sorprese ed eventi inaspettati, emozioni, soprattutto, che segneranno la sua fine.

“[…] per quanto conducessimo una vita irreprensibile, le passioni e la bramosia degli uomini erano capaci di portarci alla rovina, e non c’era niente che potessimo fare.”

So di essermi dilungata, ma ci sarebbe ancora così tanto da dire sulla storia di queste donne. Io ho raccontato l’indispensabile per parlarvi di questo libro. Il resto, ovviamente, è mito.
“Arianna” è raccontato in prima persona da Arianna, appunto, ma anche da Fedra. È una reminiscenza che ci porta nell’infanzia, nell’adolescenza e nell’approdo alla vita adulta di due ragazze che sognano il vero amore, per poi sbattere contro la dura realtà del vero carattere del nobile eroe.
Arianna, romantica e ingenua, cerca ogni giustificazione possibile al comportamento di Teseo, finché non scopre la verità da Dioniso. È profondamente segnata da questo tradimento, così come da tutte le ingiustizie che la sua famiglia ha subito per mano dei perfidi dei. Ha capito che gli eroi pensano solo al proprio tornaconto e alle storie che possono ricamare sulla realtà per diventare leggende, e che è meglio passare inosservati piuttosto che attirare l’attenzione degli dei. È difficile per Arianna fidarsi di nuovo, ma Dioniso riesce a far cadere le sue barriere. Arianna si rinchiude, di nuovo, in una sua realtà rosea e idilliaca, finché una nave non arriva di nuovo a rompere la sua illusione. E di nuovo Arianna dovrà decidere di chi fidarsi e come agire.
La storia di Fedra l’ho studiata da poco per un esame e mi aveva molto colpito. Racine, nella sua opera, voleva ridare onore a una donna vittima delle sue passioni, vittima della gelosia e dell’ira degli dei. La Saints, a differenza del drammaturgo francese, non mostra Fedra come vittima di Afrodite, ma come una giovane donna il cui sogno d’amore è stato presto spezzato da Teseo, una donna passionale che è dovuta diventare fredda e calcolatrice per farsi accettare ad Atene, una donna che ritorna ragazzina quando incontra Ippolito (figlio di Teseo) e se ne innamora. Nessuna passione furiosa, nessun pensiero peccaminoso, semplicemente un amore ingenuo, quasi adolescenziale, per un ideale che mai ha smesso di cercare.

“Il mio mondo si apprestava a non essere più popolato da eroi coraggiosi: stavo imparando troppo rapidamente che il dolore delle donne pulsava, taciuto tra i racconti delle loro prodezze.”

Le storie di Pasifae, Arianna e Fedra sono tragiche; quando sembrano aver raggiunto un momento di pace, un lieto fine, ecco che il fato ritorna all’attacco e stravolge una pace raggiunta con tanta fatica. Jennifer Saints racconta la storia di queste tre donne emblematiche, sfruttate dagli eroi, usate come pedine dagli dei, e poi abbandonate ad affrontare le conseguenze, a vivere nell’imbarazzo o ad essere completamente dimenticate. Le loro storie partono dallo stesso punto, ma prendono strade completamente diverse, soprattutto quella di Arianna. Ecco perché il suo nome è il titolo del libro, perché Arianna, nonostante le illusioni di cui si circondava, ha saputo aprire gli occhi, vedere la realtà, farci i conti e accettarla.
Jennifer Saints riesce a ricamare una bellissima storia di forza e resilienza raccontata da una donna ricordata solo per il filo che ha trascinato Teseo fuori dal labirinto.
Essendo tutto in prima persona, è stato come leggere un diario, un libro di memorie che ha ripercorso i momenti chiave della vita delle protagoniste e anche degli altri personaggi. Mi è piaciuto molto il fatto che la Saints raccontasse le avventure anche degli altri personaggi come Teseo, Dioniso o Medusa, in modo da ricordare o scoprire anche gli altri miti.

Il finale è dolce-amaro, ma credo sia adatto alla storia di Arianna.
Insomma, se amate i miti classici e vi piace leggerne i riadattamenti, allora “Arianna” è perfetto per voi!
Baci



Voto libro - 4








 

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